Un cristiano vero non può sottrarsi al calvario

A volte mi chiedo perchè tanti Ti abbandonano,appena il dolore bussa alla porta della vita.
Sembra che l’assenza delle difficoltà sia per essi l’unico collante della fede,quasi un corrispettivo dovuto.
Dimenticano che chi si pone alla tua sequela ha davanti a sé una sola porta,quella stretta della sofferenza,
per la quale sei passato per primo: passaggio obbligato, per raggiungere la gloria del Padre.
Dimenticano che chi diventa tuo amico,non può sottrarsi al calvario,che non mancherá mai nello scorrere della vita.
Anzi,se vuole conoscere se stesso e diventare grande ai tuoi occhi,deve vivere il suo dolore come un dono del Tuo amore.
Solo così sublimerá le croci che l’affliggono e le vedrá come carezze a cospetto della Croce,che gli apre la porta dell’Eternità.

Una risposta to “Un cristiano vero non può sottrarsi al calvario”

  1. francesco m. 1988 ha detto:

    Alcune volte la realtà diventa così tanto amara da rabbrividire.
    A volte mi chiedo razionalmente come si possano spiegare accadimenti che sono solo portatori di dolore e sofferenza.
    Una sofferenza che squarcia i cuori che fa mancare il respiro che svuota l’anima.
    E se tali accadimenti siano frutto di un destino già prefissato e disegnato per ognuno di noi .
    Ma tutte queste domande hanno una sola risposta e la risposta è’ la parola di Dio.
    Questa vita terrena non è’ altro che un periodo di prova ,un cammino verso la salvezza .
    Il Signore ci ha dato liberta’ di scegliere tra il bene e il male ,
    ed è’ proprio attraverso questa libertà che possiamo “dimostrare al nostro Padre Celeste che avremmo fatto tutto ciò che egli ci avrebbe comandato “.
    Non vi è’ destino ma vi è’ libertà .
    Siamo liberi di scegliere le nostre azioni ma solo seguendo la parola di Dio possiamo raggiungere la vita eterna .
    I tristi accadimenti non sono altro che frutto di un ordine naturale così come si nasce si cresce e si muore .
    Ma la stessa morte , momento di tragica sofferenza terrena, è’ legata indissolubilmente con la risurrezione. Per san Paolo sarebbe vana, inutile, assurda la nostra fede se non ci fosse la risurrezione. Non avrebbe quindi senso il Cristianesimo se non ci fosse alla base la risurrezione.
    Così come il seme sottoterra marcisce e solo allora darà vita ad un albero. Così sarà il corpo risorto: il corpo attuale è come il seme, il corpo risorto è il grande albero che nascerà da quel seme e punterà verso l’alto.
    San Paolo scrive: “Si è sepolti mortali, si risorge immortali. Si è sepolti miseri, si risorge gloriosi. Si è sepolti deboli, si risorge pieni di forza. Si seppellisce un corpo materiale, ma risusciterà un corpo animato dallo Spirito.”

    Ed è’ in questa luce che il dolore si affievolisce per dar spazio alla speranza .
    La speranza che colui che è morto è già alla presenza di Dio in una vita in cui non morirà mai più.

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