Per dare sfogo ai tanti pensieri segregati, scrivo su pagine bianche linee e cerchi concentrici,
arcobaleni strani quasi incolori, che si coinvolgono e si intersecano con intarsi sconnessi.
A primo impatto, non mi dicono nulla.
Poi, fissandoli, impregnano gli occhi di immagini, che sembrano dare un volto a quel mondo
che insorge e mi regala fragili fantasie.
Sono istanti liberi, che mi donano visione di sguardi e sorrisi, ricordi di dolcezza ed amarezza,
pensati e mai espressi, perché chiusi in un castello di pietra, dove il cuore aveva paura di rivelarsi.