Nasce l’amore
Solo chi si ama,desidera conoscersi bene si cerca ovunque,anche nelle cose deboli Non vola in alto per vedersi tra le nubi ma preferisce stare con chi gli è vicino Soltanto nell’altro eleva la sua umanità e vive il silenzio di […]
Non so perché,in un istante fui conquistato dal suo volto
disteso dai colori di una semplicità,che pure ora m’evoca
mi fa sentire lo stesso respiro di paternità di Colui che
solo con il sorriso dell’umiltà,mutò la vita della Chiesa
Papa Giovanni XXIII,le cui parole furono carezze di amore
Aldilá di quanto dice,nei suoi gesti vibrano tali ricordi
che fanno viva la memoria,rivelano il cuore del sacerdote
che dona a chi ascolta tocchi di intensa umanità,specchio
ove chiunque guarda e verifica la sua identità spirituale
necessaria per vivere il profumo di Cristo e della Chiesa
E gioco con i miei pensieri, che raccolgo qua e là,
non per inserirli in una cornice di vecchi ricordi,
ma per scherzare con le fate del cielo, che creano
sfumate figure, alle quali cerco di dare vari nomi.
Non contento abbasso gli occhi là dove tutto muore,
poi guardo in alto e sento frusciare ciò che penso,
che mi dona una scia di altre immagini; ricomincio
di nuovo e scopro quanto feconda è la mia fantasia.
Sento il respiro della stanchezza, ma vado avanti
cercare,ritrovarmi tra la gente,vedere la povertà
che veste parole e gesti in ogni crocicchio aiuta
il cuore a schiudersi al vero amore a nuovi gusti
di umanità,non più ridotti al prendere e lasciare
ma impregnati dal desiderio di fasciare le ferite
di chi guarda,calamita i miei occhi senza parlare
e mi fa vibrare di misericordia che contento dono
E tremo perché mi muovo in un mondo senza anima,
tra gente che ama solo sbraitare a squarciagola
e sempre in chiaroscuro pensieri deboli pesanti,
che mi avvolgono come un pulviscolo asfissiante.
Non fuggo per non piangere da solo, resto ritto,
in mezzo alla strada, guardando le facce rugose,
quasi statue di marmo, che celano ogni briciola
di umano e aspetto un sorriso una voce d’ amore.
E mi arrangio, soprattutto quando sto solo, lontano da tutti,
prendo ciò che trovo, anche le briciole e niente reputo vano.
La fantasia fa rivivere a volte ciò che non serve e mi sento
in esso appagato, lasciando al ricordo l’ abbondanza di ieri.
Gusto senza rimpianti il poco da me preparato, anche se vedo
che mi manca un sorriso una parola un viso che dice qualcosa.
Ingoio, ma non dimentico di essere trafitto da pareti chiuse,
dove nessuno ascolta, se non il silenzio, che parla d’ amore.
Sono due ali,che si allungano in simmetria
e fanno da contenitore ad un corpo di mare
con lembi di spiaggia briosi,dove sdraiato
e senza affanni,mi perdo nella sua visione
Per quanto volo in alto,gli occhi scendono
e si ritrovano arricciati,confusi dal sole
che apre uno strano orizzonte,dove mi pare
di toccare tante meraviglie,sempre sognate
Navigo come marinaio solitario,in silenzio
vergando nella mia mente le pagine bianche
con le figure della fantasia,che mai frena
d’essermi amica di viaggio nell’invisibile
Quante cose vorrei dirti, ma non trovo parole per esprimere
ciò che germoglia nel cuore ogni volta che sento il fruscio
dei tuoi passi lenti o veloci calmi o nervosi sempre attesi
in un dialogo dove a parlare sono gli occhi e non le labbra.
Così mi sembra di scivolare da un arcobaleno di sogni,moine
di fate mai reali,che girano intorno a me senza mai parlare
anche se mi sussurrano tra respiri,sguardi silenzi desideri
di verità,per scoprire ciò che vive nel serbatoio del cuore.
E rimpiango le attese incerte,le moine d’ occasione,
le vibrazioni di falso e di sincero, sempre coperte
dal luccichio del sorriso,dai sospiri degli sguardi,
tempi senza ritorno, che ancora mi sprizzano rabbia.
Al solo pensiero calano ombre di tristezza, mi vedo
come trafitto,scivolato nel cuore di tanti capricci,
la cui memoria rivela troppe fragilità e mi schiude
il desiderio di volare alto nella verità dell’amore.
E sbaglio perché non so dirti di no,
mi lascio irretire dalle tue parole
e faccio a volte ciò che non voglio.
Non sempre con le ali del cuore uso
quelle della ragione per discernere
la verità di ciò che sono: mi fermo
e come un bambino mi lascio cullare
da mezzi sorrisi da sguardi maliosi,
che sbriciolano la volontà in miele.