Nasce l’amore
Solo chi si ama,desidera conoscersi bene si cerca ovunque,anche nelle cose deboli Non vola in alto per vedersi tra le nubi ma preferisce stare con chi gli è vicino Soltanto nell’altro eleva la sua umanità e vive il silenzio di […]
Troppi fantasmi vengono all’ improvviso, senza preavviso, alla mente
Mi assillano, mi mostrano vie diverse, mi stanno addosso, ma resisto
Resto fermo nel guscio della mia dignità mai dimenticata e sempre
pronta a indossare lo scudo di difesa, che mi rende testimone vero
Mai riescono a spogliarmi di ciò che sono e quasi sempre soccombe
il loro insorgere a cospetto della grazia che tu mi dai, o Signore
Seduto in un angolo della mia stanza
mentre fuori altri credono che dormo
io osservo le ombre che si divertono
a morire nelle tenebre, le stelle che
gareggiano con la luna per tracciare
strade di luci, la notte ormai gonfia
che muta lenta nel giorno, l’ universo
che si illumina di meraviglie e dona
segni sempre più attraenti di novità
Spazio ovunque senza muovermi, guardo
e mi perdo nell’infinità, dove medito
la povertà e la grandezza di ciò che
sono: soltanto uno tra tante creature
bagnate dall’amore di Dio, ma diverso
perché uno a cui ha dato le sue mani
per difendere il creato, i suoi occhi
per cercare e aiutare chi è in croce
il cuore per vedere fratello l’altro
il volto per farlo conoscere ovunque
Ieri ho visto uno scheletro vero,che si muoveva
con un andamento quasi in chiaroscuro:una donna
non bella,con una fisionomia incerta,oscillante
Guardava tutti,ma sempre con uno sguardo libero
del resto,per lei l’uno valeva l’altra:sembrava
una statua,ma nel volto vivevano orme di storia
povertà rifiuto abbandono in un paese non madre
Da dove venite,mi sfugge;dove approderete,non lo so
dalle parole valete molto;dalle azioni quasi niente
sembrate fantocci,che hanno imparato a dire sì o no
ma senza alcuna contezza dei perchè ad essi sottesi
Gridate,pensando di essere credibili,ma vi illudete
ascoltate,fingendo di avere interesse,ma non capite
eppure tanti vi seguono,attratti dalle false novità
che come strane stelle segnano la vostra propaganda
Un pensiero mi affligge e, pur vivendo momenti di spensieratezza tra amici,
che nulla mi fanno mancare, mi sento triste nel cuore.
È un pensiero che mi accende e mi spegne come una lucciola nell’ oscurità.
Chiudo gli occhi e mi sembra di sorridere;li apro e mi viene voglia di piangere.
Sorrido, se penso ai miei amici di colore,ai loro sorrisi carichi di affetto,
alla festa che mi fanno, quando mi vedono e mi trovano in loro attesa.
Mi addoloro ora, se penso ai loro volti delusi per la mia assenza
e come vanno via, senza sorriso, con gli occhi spenti e le mani appese.
E soprattutto privi di quel gesto di amore,che solitamente ricevono.
Un giorno rivedrò il tuo volto,certo non pensoso come ora
soffuso da una cornice di semplicitá,che dona solo estasi
ma scolpito dal tempo,che lo fará intarsio di tante rughe
che rivelano pagine di storia,fatte di gioiosa sofferenza
Tutto mi parlerá diversamente:gli occhi non saranno vispi
come prima,preferiscono riposare,abbandonandosi nel vuoto
dove,in un silenzio incerto,ad intermittenza si schiudono
in sguardi di domande,che si perdono senza reali risposte
Le labbra,non più effluvio di moine accattivanti e ricche
di parole penetranti,avranno andamento lento e tormentato
ed io guardandoti e specchiandomi in te,vedo il mio volto
forse meno rugoso e più vispo,ma anch’esso ormai stranito
Pur donando,a chiunque mi domanda,sempre buoni consigli
dagli stessi non mi lascio mai illuminare:ciò che credo
necessario per gli altri,spesso per me viene trascurato
Così sono bravo nel suggerire,ma non trovo in me niente
per mutare la bussola,che gioca sempre allo stesso modo
scivolando ai piedi di chi poco prima avevo consigliato
Dopo pochi istanti vissuti nello scrigno del piacere,
dove le illusioni si perdono senza ricordo,
ti rendi conto di essere ritornato subito alla verità
dell’esistenza: un lento scorrere, che tracima la bellezza
e prostra ogni cosa verso la fine.
Fuori, al di là del sogno proibito, sembri come un uccello
dalle ali mozzate, che saltella guardingo di qua e di là,
timoroso di soccombere all’incapacità di volare.
Anche se non ti vedo come prima,sento spesso la tua voce
che trovo non più appesantita,declinata da problemi vari
ma leggera libera,quasi corda che pizzica aliti di cuore
e m’annuncia il ritorno alla felicità che avevi smarrita
Nell’ascolto affiorano alla mente ricordi giochi e moine
che mi creano,benché distanti,un arcobaleno su cui corri
ancora come fata verso di me,facendomi rivivere il tempo
dei desideri,dove pure lo sguardo era una nota di grazia
Non ho niente di geniale,ho
la semplicità dello spirito
che squarcia ogni monotonia
aprendo strade sempre nuove.
E’solo Lui il mio vero genio,
voce sottile e penetrante che
ispira pensieri e parole,
facendomi apparire un altro.
Però sono sempre io:a volte
un sereno perfetto,che cerca Dio
persino nella nebbia;a volte
un vagabondo che gira a vuoto.
Sia nell’uno che nell’altro caso,
è sempre Lui a rendermi marinaio
cauto,che sospira sia l’approdo
che l’ancora della salvezza.