Nasce l’amore

Solo chi si ama,desidera conoscersi bene si cerca ovunque,anche nelle cose deboli Non vola in alto per vedersi tra le nubi ma preferisce stare con chi gli è vicino Soltanto nell’altro eleva la sua umanità e vive il silenzio di […]

Amami come sono

Amami come sono e non per ciò che sembro non cercare in me ciò che è in te:sbagli Ognuno ha in sè qualcosa di irripetibile tu,se vuoi,puoi imitarlo,ma mai copiarlo Forse ti impressioni per la mia maturità non desistere,sarai certo […]

Il miracolo delle lacrime

Chi non ha mai pianto non è un vero uomo e tanto meno ha una fede viva. Tra i tanti miracoli dell’umanita quello delle lacrime è  il più bello, perché schiude il cuore alla gioia e al dolore, al sorriso dell’accoglienza e […]

Chi bussa alla porta?

Non affogare la vita nello scrigno d’oro ogni cosa vive nel segno del provvisorio Nessuno si appaga in quello che possiede nè depone le ali,usate sempre per volare Chi ha,più vuole e si preoccupa di avere è come una trottola,mai […]

Più tempo per me

Ho consumato troppo tempo,senza avere nemmeno un istante per poter misurare la cifra tra ciò che ero ed oggi sono Sempre immerso nell’immediato,tutto m’è sfuggito di mano persino l’ombra del silenzio,dove guardavo al mio futuro Ora conto attraverso le rughe […]

 

Nel poco vibra il cuore

Ciò che dono vale poco rispetto a quanto ricevo.
Anche se do con gioia e senza aspettare alcunché,
neppure un sorriso, perché so che la gratitudine
è solamente un respiro, che nasce e subito muore,
io ricevo sempre molto di più, perché nel  poco
vibra il cuore, che mi fa assaporare la ricchezza

dell’ umanità, quella povera semplice umile,

in cui il divino si identifica.

 

La prosopopea di chi parla

Ciò che mi rende indisponibile all’ ascolto

è la prosopopea di chi parla,

spesso amico di un chiaroscuro di parole,

che nulla hanno e niente creano.

Rivelano solo intarsi di atteggiamenti,

curati da finzioni,

che nascondono la voglia di essere qualcuno.

Non così quando a parlare sono labbra umili,

per le quali anche un respiro ha il profumo

di una profonda dignità.

A quarant’anni

Cercavo di ricordare

coloro che mi avevano visto nascere,

mi coccolavano ed ero il loro trastullo,

quando nei cortili, al crepuscolo, si univano

e come una famiglia tutti si divertivano.
Ancora vivi nella mente, sognai di vederli,

ma non trovai più nessuno.
Erano sparsi qua e là, ospiti del vecchio cimitero:

una profonda angoscia

nella visione di una generazione spenta.
Oggi osservo tanti quarantenni

da me coccolati e amati,

che mi rivelano il tempo passato,

e nel loro sguardo,

per quanto mi fanno ancora moine,

ormai nulla é come prima.

Il ciclo della vita continua la sua corsa

ed un’ altra generazione sta per spegnersi.

Così sarà per sempre,

finché esisterà un respiro d’ uomo.

La Chiesa non va lasciata,ma amata

Troppi sono coloro che, pur avendo amato e servito la Chiesa, in seguito l’ hanno fatta uscire dalla loro vita, delusi per l’ assenza di credibilità  dei suoi rappresentanti e degli stessi cristiani. Certamente, comportamenti poco chiari  fanno male e possono generare confusione e prese di distanza, però trarre da essi conclusioni di rotture definitive, significa avere della Chiesa una interpretazione sbagliata. Il che, soprattutto, se si consideri che ” La Chiesa – come dice G. Bernanos – é una casa di famiglia… E nelle case di famiglia c’ é sempre un pó di disordine…”. E San Paolo nella seconda  lettera a Timoteo usa una bellissima immagine: ” una casa grande, ove non ci sono solo vasi d’ oro e d’argento, ma anche di legno e di argilla, alcuni per  usi nobili, altri per usi più spregevoli”(2 Tm 2,20). Un’ immagine che  prospetta il diverso destino tra  chi, nella Chiesa, nonostante tutto, resta fedele alla sua condizione di battezzato, e  chi, con leggerezza, si allontana. Pertanto, non bisogna mai dimenticare che la Chiesa, pur essendo Santa in sé, porta nel suo cammino, il realismo di un’ umanità, fatta di debolezza e miseria; ed è proprio questo intarsio, che la rende oggetto di comprensione e amore.

Nel cuore della notte

Nel mezzo della notte,dove tutto tace

e solo il cuore ancora respira,scopro

di essere e volare in mondi nuovi,ove

il lupo che pur è in me,si fa agnello

il leone che mai m’abbandona,si veste

di umiltà quasi a mutarsi in un asino

la volpe che cerca incavi d’ipocrisia

esce dal nascondiglio per essere luce

la serpe che non smette di strisciare

prova ebbrezza di riposo,e in loro io

sogno lo sbocciare del mio vero tempo

dove senza più sentire voci di bestie

carezzo l’arcobaleno della vita nuova

il miracolo che m’abbaglia e mi vince

La voce di mio padre

Mi sembra

di sentire la voce

di mio padre,

a volte

voce di amore,

a volte

voce di monito;

ancora m’appare

seduto

coi gomiti in riposo,

con gli occhi svegli

in attesa,

attento interprete

dei miei umori;

ero tutto per lui,

nulla mi diceva

ma troppo

mi faceva intuire;

oggi

che non c’è più

ricamo i pochi tempi,

quando i miei occhi

quasi di nascosto

si calavano su di lui

attoniti

nel vedere una vita

già storia,

dove oggi mi leggo.

Airone in volo

Quando mi fermerò sulla riva d’autunno

incerto per l’età,ricordo le primavere

vissute,abbracciato alle grandi poesie

della speranza,che impregnava il tempo

e dava sussulti di volo ad ogni ideale

Guarderò a ciò che fu la vita:intarsio

d’amore vero,che pur cadendo tra sassi

e spine,s’inoltrava sempre verso di Te

ove trovava la bellezza del suo domani

e l’energia per alzarsi airone in volo

Le voci dei poveri

Non vorrei ascoltare
mai più
le voci dei poveri,
che gridano il dolore
alla nostra sordità;
mai più vorrei vedere
tanti occhi disperati,
che guardano morenti
le scene disonorevoli
delle nostre ricchezze;
mai più
vorrei leggere pagine,
ove il grido della fame
si scioglie come vergogna
per la nostra ipocrisia.
Anche tu,come me,amico mio,
non resisti più
alla visione dei morenti
che cercano solo tra le stelle
chi sazia la loro fame;
anche tu,come me,
non vorresti più vedere
tanta umanità trafitta
dalla croce della povertà
che genera il nostro egoismo;
come me,anche tu
vorresti un mondo diverso,
non disseminato da petali
che altri fanno appassire,
ma da fiori che profumano d’amore

Mi fu offerto una carriera

Un giorno mi fu offerto una carriera
che mi avrebbe portato assai lontano
in un mondo di inchini da ricevere e
da fare,in corridoi di bellezza vera
tra sorrisi e sguardi fatti di moine
ma senza cuore:dissi di no, rimanendo
nella corriera della chiesa semplice
dove ogni parola allarga l’ orizzonte
della vita e  ti  fa  sognare il calore
dell’amore vero che, vissuto e donato
scopre il circuito  delle grandi mete

Piccolo dio

 

Finchè non  entri nel deserto dell’ anima

ove assapori domande e risposte diverse

ove vedi il tempo  perdersi  nei  sussurri

dell’ eterno, che  danno l’ora dell’arrivo

tu sarai sempre lo stesso: uno senza Dio

che  inventa  la favola  della  vita  oleata

di stravagante bontà,superflua bellezza

soltanto  per crearsi  il suo  piccolo  dio