Nasce l’amore
Solo chi si ama,desidera conoscersi bene si cerca ovunque,anche nelle cose deboli Non vola in alto per vedersi tra le nubi ma preferisce stare con chi gli è vicino Soltanto nell’altro eleva la sua umanità e vive il silenzio di […]
Tu credi che le parole gridate vengono sempre ascoltate ed accolte per ciò che riferiscono.
Invece, non è così. A volte colpisce più il silenzio di chi tace, che le parole di chi grida.
Purtroppo, oggi più di ieri, c’ è una idolatria della parola, per cui è più facile trovare chi mostra un continuo parlare senza silenzi, che chi vive un silenzio parlante, però senza parole.
Cosi, molti parlano e non dicono nulla, a differenza di altri che tacciono e con il loro non parlare, dicono molto.
La verità è che mentre la mente è una fucina di belle parole, che le labbra accarezzano, ma non animano, e, quindi presto si perdono, il silenzio è il crogiuolo del cuore, da cui ogni parola che esce, è solo un suo effluvio di maturazione.
E sono proprio queste parole, vestite di silenzio, che fanno scoprire orizzonti nuovi di pensieri, che rivelano tutte le vibrazioni dello spirito ed aprono chi ascolta a qualsiasi sorpresa di Dio e del prossimo.
La bellezza di un volto sereno é ciò che mi attrae e mi carica di tanti pensieri, che mi mettono in discussione.
Provo una seduzione,che non si ferma alla semplice visione, ma va oltre, toccando quel mondo interiore,
dove cerco di trovare ciò che mi manca, per essere anch’io sereno.
E trovo in esso come delle strisciate di ansia e di insofferenza, che mi tengono sospeso a tanti capricci.
Qui inizio a misurarmi con ciò che sono e scopro, ancora una volta, che la serenità non si veste di apparenze, ma solo della ricchezza dell’anima.
So che la mia vita é un inserto di curiosità che tu
semini lungo la strada e io colgo come mani d’amore
A volte mi fermo la osserva la sento stranita vibro
di domande e pur senza risposte cedo al suo fascino
La vivo senza rimpianti cercando pure nei frammenti
gli istanti di grazia che sempre mi dai ogni giorno
E vado avanti come uno che vive un turno di guardia
in attesa di altri che prenderanno qui il mio posto
Non ho paura di scrivere ciò che penso
Le mie ali non hanno pesi e mi portano
ovunque nè si posano su alberi incerti
Volo sempre con eleganza e dico parole
di verità,senza mai perdermi nel falso
dove tutto è impregnato di ingiustizia
Anzi,spesso pur sapendo molto,mi freno
perché non dimentico che in ognuno c’è
aldilá del malfatto,un alito d’umanità
E soprattutto,la speranza di rinascere
che può sbocciare in tutti gli istanti
anche quando il cuore sembra di pietra
Non temere le rughe che il tempo incide sul tuo viso.
Possono macchiare la sua bellezza, ma non riescono
ad offuscare gli occhi, che raccontano ciò che eri e sei.
Quelle che fanno veramente paura sono le rughe della mente,
che la rendono incapace di volare libera nell’ azzurro del cielo
e quasi sempre le cancellano persino i ricordi.
E le rughe dell’ anima, che la intenebrano in una coltre di fuliggine
e le tolgono quel profumo di Dio, che è il suo vero respiro di vita.
Ho paura di scrivere l’inventario della mia vita
vibrano troppe pagine bianche:ricordi di lacrime
singhiozzi ancora vivi,attese finite in tormento
che mai saprei narrare con la penna della verità
Preferisco vedermi nello specchio,dove mi scopro
e mi dico come ero ieri,come sono oggi,come sarò
Mentre mi guardo,rappresento solo a me la storia
di un angelo senza ali,con il peso del suo corpo
So di vivere tra molti lupi,ma non ho paura
anche se ho ricevuto non pochi morsi,guardo
tutti allo stesso modo e in ciascuno ancora
scopro respiri che mi offrono tanta umanità.
Troppe icone di amici bussano alla mia mente
ricordi che mi sollecitano a non dimenticare
Sono un pò come le lucciole,che mi schiudono
ritagli di passato,dove ancora vivo emozioni
Mi faccio cullare,saltellando di qua e di lá
e sempre spolverando quanto vissuto con essi
Mi sembra di vedere come da un oblò fantasmi
non di paura,ma sorridenti,che vibrano moine
E sono felice di giocare con la mia fantasia
che ricrea il tempo più vero di ciò che sono
Nel silenzio contemplo mio padre e mia madre,
quando la giovinezza li accarezzava senza risparmio.
È un gioco di serietà e di bellezza ,
chiuso nella semplicità di una cornice,
dove faccio scivolare ricordi, pensieri e fantasie.
Colgo sul volto pensosità, quasi ombre di povertà,
che rivelano la paura del domani, vissuto con dignità.
Nello sguardo mi interpreto alla luce della mia età,
che ancora offre improvvisi barlumi di speranze
e provo una profonda gioia nel ricordare il tempo,
privo di cose, ma ricco d’amore,
che sempre seppero darmi.
Oggi li guardo, prego e non smetto di sentire
l’ alito profumato della loro presenza.
Quando stanco rincaso e stringo tra le mani la pentola bollente dei miei pensieri,
sento l’odore della sconfitta, che si fa amara sofferenza davanti al Tuo silenzio.
Sembra che Tu non ti importi di me; anzi, preferisci riposare come Gesù sulla barca
e non ascoltare il mio grido, che non nasce dalla mancanza di fede, ma dal desiderio
della tua Presenza, che non sempre riesco a vedere o a percepire in ciò che accade.
Non voglio che plachi le tempeste che io creo, facendomi irretire dalle maschere,
che guardano dalle finestre; ti chiedo solo di colmare il mio cuore del tuo amore,
in modo che, anche tra forti marosi, posso giungere con Te al porto di tranquillità.