Nasce l’amore
Solo chi si ama,desidera conoscersi bene si cerca ovunque,anche nelle cose deboli Non vola in alto per vedersi tra le nubi ma preferisce stare con chi gli è vicino Soltanto nell’altro eleva la sua umanità e vive il silenzio di […]
Molti cristiani sono più bravi ad amare
” a parole e con la lingua” , che
” con i fatti e nella verità “.
Si spendono facilmente in tanti discorsi,
organizzano continui convegni, scrivono documenti e messaggi,
ma nell’impatto con la realtà poco o nulla fanno.
Non solo, ma preferiscono anche sciupare più tempo
nell’ostentare ciò che si dovrebbe fare,
che nel rimboccarsi le maniche e compierlo concretamente.
L’impressione è che tante volte gridano solo la caritá
che altri sarebbero chiamati fare
e non quella che essi stessi, per primi, hanno il dovere di fare.
Purtroppo, ancora non si rendono conto che il Cielo
non si conquista con le parole , ma con i fatti,
quelli che nascono dalla contemplazione del Verbo incarnato,
e discendono sul versante delle azioni quotidiane.
Siamo un pò tutti diventati mendicanti di sincerità
l’ ambiguitá segna un pó la quotidianità dei rapporti
Tutto oggi viene misurato con il criterio del particolare,
che sembra offerto gratuitamente,
invece nasconde quasi sempre alibi di corrispettivo.
Non é facile scoprire in uno sguardo,in un gesto o parola
il cuore della gente,
che ha imparato a recitare persino sulle sue sofferenze,
pur di raggiungere cià che vuole.
A cospetto di tante figure,
che non disdegnano di giocare con la loro dignità,
preferisco chiudere gli occhi e donarmi lo stesso,
convinto che anche in un frammento di umanità
c’é il volto sofferente di Cristo.
Ripetere le stesse cose mi stanca.
Non così per ciò che é fonte di novità, la cui voglia mi fa sentire fresco,
lontano dal peso dell’età, che sembra trovare nel tempo il suo divertimento.
E la novità non la trovo nelle cose che desidero o nelle parole che grido,
ma nel cuore, dove ogni sorpresa è possibile e tutte le emozioni sono presenti.
Se oggi tanta fuliggine cammina negli occhi della gente,
prostrata ad un grigiore ripetitivo di comportamenti,
la ragione é da cercarsi nell’assenza di cuore in ciò che dice o fa.
Senza cuore chiunque può volare a bassa quota,ma non saprà mai andare oltre.
Ho letto il post di un politico,infarcito di offese in chiaroscuro,che il giornalista di Casertanews ha voluto posare – non so perché – sulla mia persona, adombrando la ridicola diatriba “Don Camillo e don Peppone”. Al giornalista vorrei dire con molto garbo che in base al linguaggio irresponsale usato dal politico, ha fatto bene a pensare al don Camillo del film.Ma non credo che possa vedere in me il Don Peppone,avendo uno stile culturale sostanzialmente diverso.Tuttavia,qualcuno mi ha chiesto che cosa fosse accaduto. Ho dovuto spremere le meningi per ricordare che a conclusione della Santa Messa delle 8,30 – dico a conclusione della S.Messa e non durante – ho fatto una richiesta di contributo alle persone che frequentano la Comunità per la realizzazione delle opere parrocchiali in corso. Richiesta peraltro accolta positivamente.
Nell’occasione ho sottolineato che tale costruzione avrà una valenza di grande accoglienza non solo per i ragazzi,ma anche per le famiglie e gli anziani,che avranno modo di trascorrere in serenità parte del loro tempo.Nello stesso tempo, ho messo in luce che il Complesso parrocchiale sarà uno dei più belli della Regione Campania,ed l’unica realtà monumentale, nata a Casapulla con i sacrifici di tantissime persone,a differenza di molti politici – ho detto – che hanno pensato alle clientele per se stessi,trascurando l’andamento persino dei lavori commissionati.
E poi ho aggiunto:” osservate come sono stati fatti i lavori dei marciapiedi sulla Nazionale. Una vergogna”. Infine ho concluso di apprezzare “l’onestá ” del Sindaco attuale e,fino a prova contraria,mi ritengo suo amico.
Questo è ciò che ho detto e sfido chiunque a dimostrare il contrario. Pertanto, mai avrei immaginato che fosse tanto aspro l’ odio parentale da vedere in una semplice affermazione di amicizia un appoggio all’attuale Amministrazione; e addirittura da fare indossare al politico l’abito apocalittico,ma inconsueto per la sua statura, del Grande Savanarola.
Il tutto solo per la verità e non per altri motivi.
Nel groviglio del cuore la tentazione e il rimorso,
che hanno origini diverse,
finiscono quasi sempre l’ una, per essere soddisfatta;
l’ altro, per essere soffocato.
Ci si abbandona alla tentazione,
facendosi cullare dalle sue moine,
con l’ illusione di potersene liberare.
Si cerca, invece, di sopprimere ogni respiro di rimorso,
pensando che non si desta più.
Sia nell’ una che nell’ altro
resta il dolore del malfatto.
Molti preferiscono lottare più per le idee preconfezionate dagli altri,
che per quelle proprie.
Sono come i bambini che amano più seguire i pagliacci di turno,
che affidarsi alla semplicità dei loro giochi.
É una continua svendita di sé
a favore di chi conosce solo il linguaggio gridato,
che offre illusioni come se fossero vere idee.
Il guaio peggiore è quello di chi, non credendo alle proprie idee,
si fa trastullo dei pensieri e degli interessi altrui.
L’ idolatria del potere è il demone che abbrutisce tanti uomini di Chiesa,
per i quali ogni gesto, persino le liturgie rivelano ostentazione di se stessi
e non dell’amore di Dio.
Chiusi nelle gabbie dorate dei ministeri,dimenticano le povertà dell’umanità,
fingendo una carità verbale,ben distante da chi giace sotto il peso della fame.
Sanno imporre mosaici di condotte agli altri, mentre si svincolano dagli inviti
del Santo Padre,nel quale il popolo in cammino gusta veramente la presenza di Dio.
Rallentano o spengono lo spirito di fede ed accoglienza e non si rendono conto
che la misericordia di Dio è infinita rispetto alla miseria delle loro intenzioni.
Come sarebbe,invece,più esemplare,se ogni tanto imparassero a scendere dai soliti
piedistalli e diventassero ospiti dei confessionali,per sentire il dolore della gente
e lenirlo con la grazia di Dio!
Al di là del tempo, ove frammenti
ancora vivo di speranze, certezze
intarsio d’emozioni mai consunte
non desisto, neppure se sconfitto
Per me ciò che vale non è cadere
ma trovare la forza di rialzarmi
per evitare che la polvere freni
la voglia vera del pensare Oltre
Sì,solo Oltre, dove il tempo tace
e le rughe sembrano vezzi briosi
mi sento stretto da chi mi aveva
perduto e mi ha ritrovato ancora
Quale futuro arride alla vita, se il presente
lo corrodiamo con inutili follie?
Non è forse vero che solo ciò che pensiamo e facciamo oggi,
potrà decidere il nostro domani?
Vivere bene il presente nelle sue continue sfumature,
è come costruire il futuro, verso cui tendiamo e cerchiamo di possedere.
Svilire il presente nella ragnatela di motivazioni povere e meschine,
è come preparare il carro della sconfitta, dal quale saremo travolti.
Un ministero pastorale vero nasce solo dall’amore e si alimenta esclusivamente d’amore.
Non può essere esercitato per avere qualcosa, ma solo per amare come Gesù ha insegnato.
Senza amore diventa sterile,un mestiere scandito dal tempo e misurato dalla voglia di carriera.
Ecco perché alcuni cercano frutti per se stessi e non per Colui per cui lavorano.
A volte mi domando: fu chiamata divina o povera esigenza umana?