Nasce l’amore
Solo chi si ama,desidera conoscersi bene si cerca ovunque,anche nelle cose deboli Non vola in alto per vedersi tra le nubi ma preferisce stare con chi gli è vicino Soltanto nell’altro eleva la sua umanità e vive il silenzio di […]
Hai mai provato la gioia della malinconia,quando sei solo?
Io sì,e godo come se fosse il tempo dell’estasi,che vibra
le corde del cuore,mentre s’abbandona alle sue meraviglie
Spesso la cerco non solo per ascoltarmi eco in conchiglia
che riporta suoni pensieri familiari,ma pure per rivivere
i grappoli migliori del passato sulle onde del mio futuro
Sono come api che si raccolgono nell’alveare gravide di miele
sembrano innocue,si muovono con sinfonia,però mai dimenticano
il pungiglione,che si posa su chiunque,sempre senza preavviso
imprimendo il sigillo del dolore su chi a torto viene colpito
A volte girano attorno fingendo moine,vanno e vengono da sole
o insieme,all’improvviso si fermano quiete su chiazze d’acqua
dove preparano silenziose l’assalto:nulla si vede ma si sente
la puntura,che brucia e gonfia senz’alcuna barriera di difesa
Tu sai,però fingi di ignorare la verità di ciò che sei
Ti vesti da pagliaccio,parli sempre in maniera diversa
ma usi le stesse moine,pur di apparire ciò che non sei
Ti guardo e vibro di parole pesanti,che a stento freno
anche se le rinserro nello scrigno del silenzio,soffro
vedendomi povero spettatore di canovacci senz’identità
Non ci seduce più la bellezza di conversare
con l’Invisibile lungo le strade silenziose
di campagna,dove tutto era estasi di poesia
nell’incanto dell’amore,che vibrava ovunque
plasmando ogni angolo dell’universo:il sole
la terra,le cui immagini fissavano il cuore
Né assorbe più lo sguardo il Suo arcobaleno
che un tempo pareva una scala senza gradini
che ci innalzava in alto,facendoci guardare
e vivere momenti di cielo,che ricordavano e
riflettevano l’antica alleanza di Noè,segno
di un abbraccio che la ragione ormai ignora
Siamo diventati quasi stranieri alle realtà
di lassù,sulle quali felici spendevamo gran
parte del nostro tempo,per cogliere istanti
di eternità,che oggi ancora vivono e pesano
come un fastidio alla nostra cultura povera
che gioca a ruminare solo pensieri di terra
Non ho mai amato l’apparenza fatta di finzione
né mi sono limitato allo sguardo di chi sembra
vestirsi di parole melliflue, quasi devozionali
Guardandoti ora, non cerco retrogusti di verità
né chiedo risposte di adesione a ciò che grido
mi fermo soltanto ad andare oltre i tuoi occhi
per scoprire e il giorno e la notte dell’anima
che traccia nel vissuto il racconto di ciò che
sei:una maschera nella tela di figure sbiadite
impregnata solo dalla voglia di mutare aspetto
I politici non li trovi mai uguali,
hanno sempre una faccia di riserva,
che usano come un vestito di comodo.
Sembrano figure a più facce,
le cui labbra non sono sincere,anzi
dicono tutto e il contrario di tutto,
con l’unico scopo di piacere
al padrone di turno verso il quale
levano il turibolo della lode.
A differenza di altri,nei quali spesso
brillano le lacrime della misericordia,
essi hanno in sé sempre il lupo,
l’altra faccia che mai abbandonano
e che puntualmente insorge,per intessere
il miraggio dell’insaziabilità.
Più gridano onestà più sono disonesti,
più ostentano moralità più si trascinano,
legati al delirio del grande padre.
In questa follia generale tu non trovi
uomini veri,ma fantocci di carta
ritagliati per tutte le occasioni.
E tu parli troppo,punti il dito per vestire di vero ciò che dici
nulla concedi a chi ti ascolta,credi di essere respiro di verità
non importa se pesante o leggero,in te conta ciò che rappresenti
che a volte ostenti lontano da ogni umiltà con la faccia arcigna
con gli occhi presi da un vespaio di parole,che non sai intonare
anzi regali stonature che rivelano il poco della mente,il troppo
del ruolo attratto dallo scrigno delle apparenze e non dal cuore
Non è amore vero quello di chi sa notare soltanto i difetti.
Chi ama veramente,non conosce i se o i ma.
Non vede alcun chiaroscuro,sublima ogni incertezza.
In lui vince sempre e solo l’amore,che si fa continuo esodo da sè,
per incontrare e donarsi all’altro.
Chi ama non ragiona per distruggere nè parla per sminuire,
ma solo per giustificare ricreare la bellezza del suo amore.
Si dona e fa sue la grandezza e la debolezza dell’altro.
All’improvviso si oscura tutto ed io non vedo più niente
una coltre di tenebre impregnata di duro silenzio fascia
il mio cammino,lento vigile certo della metà benché irto
Non mi fermo,come da una bussola invisibile sono guidato
ed ogni passo accorcia il destino della verità verso cui
le mani si sciolgono,si tendono per toccare il traguardo
Anche nella polvere,non smetto di guardare in alto
ove cerco trovo il tuo volto,che senza nulla dirmi
mi fascia con aliti d’amore,mi illumina di perdono
Dovunque e sempre,aldilà di ciò che sono faccio,io
mai mi perdo,certo cado,spesso precipito,ma tu sei
lì con le mani tese,per raccogliere la mia povertá