Nasce l’amore
Solo chi si ama,desidera conoscersi bene si cerca ovunque,anche nelle cose deboli Non vola in alto per vedersi tra le nubi ma preferisce stare con chi gli è vicino Soltanto nell’altro eleva la sua umanità e vive il silenzio di […]
Vivere e morire senza una speranza è una vera disfatta.
È il sogno di chi, volendo volare privo di ali, non fa altro
che restare con se stesso, intrappolato nella sua realtà.
Qui, anche se gioca tra il nulla che ama e l’infinito che non cerca,
e si illude di vedere l’ora ultima come semplice ritorno al nulla,
non manca mai un respiro, che potrebbe aprirlo alla grande Verità.
A sera, quando tutto comincia a farsi buio
una striscia di luce mi penetra nel cuore
vedo il mio ritratto invecchiato di moine
in mezzo a troppe mani di povertà distese
ma senza scatti di pretese, pronte infatti
a ricevere pure rimasugli di piccole cose
in mezzo a tanti occhi senza sguardo che
si perdono nel vuoto,fissando un’angoscia
priva di rabbia che grida assenza d’amore
vedo e mi sento di essere come una statua
che,una volta illuminata dentro, si scopre
di avere un cuore di carne, le stesse mani
per donare,con gli stessi occhi per amare
Cadono così le moine,barlumi di apparenza
scivolo nella realtà della grande miseria
provo gioia,vestendomi da buon samaritano
Anche io ho
un fratellino
nel cielo,
piccola stella
che mi guida
sempre,
di giorno
tenendomi per mano,
la notte
coprendomi di baci.
E sei tu
angelo senza nome,
attento custode
del mio cuore
testimone
della mia coscienza,
che senza parlare
mi fai vibrare,
chiarendomi
la strada da seguire.
Puoi peccare, puoi toccare il fondo della miseria, ma il cielo di Dio non si chiude mai per te.
Le strade per incontrarlo sono sempre aperte e segnate dalla Sua misericordia.
Non pensare di essere un ipocrita solo perché prometti e non mantieni o ti penti per poi ricadere alla prima occasione.
Dio conosce la tua fragilità, ma continua ad amarti così come sei: un mosaico di bellezza, che nessun peccato può abbrutire o renderlo irriconoscibile al Suo cospetto.
In te non c’è nulla di negativo che Egli non possa perdonare, purché ti lasci guidare dall’umiltà, la virtù che schiude il Suo cuore, dal quale partono infiniti raggi di paternità.
E quando subentra la tristezza o il senso di colpa dopo la caduta, non farti vincere dal fascino della commiserazione o dalla rassegnazione alla soccombenza, cosa che genera il sorriso del diavolo, ma esci subito da te, per cercare la Sua misericordia, che ti prende sempre con braccia accoglienti.
La gioia di Dio è il ritorno al Suo cuore, il tuo abbandono senza conversione è la Sua sofferenza.
AD OGNI FEDELE
La tua è una scelta, che crea ponti di carità. Ti fa silenzioso facitore di bene, rendendoti presente nel sorriso di chi riceve, nella speranza di chi vive l’attesa.
Con la tua scelta arrivi là dove la fame e la disperazione uccidono; dove gli occhi smarriti dei piccoli si perdono nel vuoto; dove il cuore degli adulti è stretto nell’angoscia della povertà.
SCEGLIENDO LA CHIESA CATTOLICA
Tu diventi sostentamento per il Clero, sostegno per la sua attività pastorale. Grazie al tuo ” Sì ” la solidarietà proclamata si fa accoglienza vissuta, senza distinzione di razza o di cultura, ognuno è amato quale fratello nella paternità di Dio.
Perché il tuo piccolo gesto permette di sperimentare già qui la tenerezza del Padre, nel gioco della infinita Provvidenza.
FIRMANDO PER LA TUA CHIESA
Favorisci la costruzione di nuovi templi, il ripristino dei vecchi; la creazione di nuove opere, la conservazione delle vecchie, nel contesto di una storia che il tempo usura, ma non distrugge.
Non lasciarti sedurre dalle tentazioni di resistenza di chi chiude gli occhi, per non vedere la bellezza e la vivacità della Chiesa.
Ciò che conta è la visione di quanto realizzato; della Carità che dona ovunque; della Sua presenza là dove gli altri sono assenti.
Conta il Suo cuore, che palpita quotidianamente in ogni angolo del mondo; la Sua dolcezza di Madre, che distribuisce equamente ciò che riceve; la Sua passione nel gridare le nuove e le antiche povertà.
SPESSO UNICA VOCE NEL SILENZIO DELL’ INDIFFERENZA
Ci fu un tempo in cui Dio si pentì di aver fatto l’uomo sulla terra, tanto fu impressionato dalla sua malvagità.
Non riconoscendo più in lui l’immagine del suo cuore, abbrutito dalla follia del peccato,
decise di inviare il diluvio universale.
Ma non ebbe il coraggio di distruggere l’umanità, rivelazione concreta del suo amore.
Gli bastò la fiducia nei confronti di Noè, per continuare a credere e a scommettere sul cuore dell’uomo.
Una scommessa che, nonostante le nefandezze di oggi, che come ragnatela avvolgono la mente e la volontà umana,
Egli continua a perseguire, perchè anche nel baratro più profondo della miseria, mai manca la sua misericordia.
“La Chiesa – dice don Alberione – non ha bisogno di molte vocazioni, ma di vocazioni autentiche”.
Non è il ” numero” che qualifica la vitalità della Chiesa, ma la bellezza della vera chiamata e della risposta sincera in un dialogo tra un ” Io ” che chiede e un tu che grida :” eccomi “.
La necessita del ” numero ” banalizza a volte la verifica dell’ autenticità vocazionale e fa guardare non più a Colui che chiama, ma solo a chi si presenta quale ipotetico chiamato.
Ed è un grave errore che facilita accoglienze in chiaroscuro, certamente di sola iniziativa umana e senza quella Voce dall’ alto che la preghiera muove e piega a chiamare.
Oggi, più che mai, è necessario da parte della Chiesa un serio ed adeguato discernimento nella scelta sacerdotale, onde evitare che soggetti psico-affettivamente immaturi cerchino riparo in Essa, per appropriarsi di un ruolo, che l’ impatto con la realtà potrebbe farlo esplodere in comportamenti rovinosi per la Sua stessa immagine.
Cosa che purtroppo si sta verificando in questi ultimi tempi, dove alcuni accadimenti infastidiscono la mente e il cuore di molti cristiani, i quali, al di là del perdono da non negare mai a nessuno e senza mai perdere la fiducia nei veri sacerdoti, auspicano dalla Chiesa decisioni in materia più severe.
Il Vangelo non è quello che si predica, ma quello che si vive.
Pertanto, non basta essere credente, ma credibile.
Solo chi è credibile, diventa un vangelo vivente, in cui è facile leggere il pensiero di Dio e scoprire le vie di Cristo.
Oggi i credenti abbondano e si trovano ovunque, anche a buon mercato, ma gente credibile, in cui si sente il profumo della coerenza, è diventata merce rara.
Infatti, è più facile ascoltare campane stonate, che si perdono nei soliti rintocchi: ” dicono e non fanno”, che incontrare condotte esemplari, che si donano senza pretese di corrispettivo, e con la voglia di incarnare la parola di Dio.
Certo, nessuno può vantarsi di essere perfetto, ma un vero cristiano, per essere tale, non può non essere credibile.
Il tempo è l’ unica realtà difficile a gustare in pieno.
Di giorno o di notte, in qualsiasi istante,
non riesci mai ad averne una percezione esatta.
Al suo cospetto lo senti sempre in modo diverso.
Se aspetti qualcuno, risulta troppo lento, per soddisfare l’ attesa.
Se vivi la bellezza di ciò che ti piace, è troppo veloce.
Sembra interminabile, quando la sofferenza bussa alla tua porta.
Si dispiega con eccessiva brevità, se vivi nella gioia.
Non c’ è alcun gusto del tempo.
Si consuma e consuma ogni cosa ed anche noi stessi, senza lasciare
spazi di pensieri veri, che dicono ciò che tu sei o potresti essere.
Cosi, credi che la sua unica misura sia l’ orologio. Invece, no.
L’ unica grandezza che il tempo porta con sé e lo rende sempre ricco
è la speranza, che infiamma l’ umanità e la scioglie dall’angoscia dell’età.
E qui nella speranza tu ti senti sempre giovane
e non avverti il peso della vecchiaia.
Troppi sono i cristiani, che bevono, ogni giorno, amare dosi di veleno per la cattiveria di un prossimo, verso il quale, nonostante la sua fragilitá, non fanno mancare mai riserve d’amore.
Ed è un prossimo che giudica, diffama, condanna; che getta facilmente la trave tarlata dei suoi pensieri deboli e maldestri sulle spalle altrui, illudendosi di essere il migliore.
È un prossimo che ti guarda ed applaude, che si fa spazio per cercare la tua amicizia, pronto a chiedere qualcosa, ma prontissimo a crocifiggere ogni comportamento contrario al suo gusto.
Guai, amico mio, a lasciarsi annientare da simile pochezza o a rispondere con lo stesso grido di infamia.
Un vero cristiano, che ha come guida la luce della fede in Cristo, al cospetto di cotanto biasimo, non può non consolidarsi in Lui e vedere in ogni sentenza di condanna la porta per accedere alla sua Croce, dove trova sostegno e sicurezza.
Sempre nella consapevolezza, mai spenta, che ogni vero discepolo non è mai da più del Maestro.