Nasce l’amore
Solo chi si ama,desidera conoscersi bene si cerca ovunque,anche nelle cose deboli Non vola in alto per vedersi tra le nubi ma preferisce stare con chi gli è vicino Soltanto nell’altro eleva la sua umanità e vive il silenzio di […]
Sul bello e il brutto, sul ricco e il povero, sugli intelligenti e gli ignoranti, su tutti,
senza alcuna distinzione, un giorno cala la coltre dell’oblio.
Passano gli anni, per alcuni i secoli, per altri i millenni, ma tutti saranno divorati dal tempo,
che stende il solito mantello di silenzio, soffocando ogni respiro.
È il destino di ogni uomo, che, dopo aver gustato le ore della vita per sè e gli altri,
scivola aldilà della siepe, dove resta in attesa la morte, ma senza memoria di nomi.
Anzi, la morte è l’unico nome generico, nel quale tutti si ritrovano privi di identità,
ma non di anima, che vibra per sempre nella bellezza dell’Eternitá.
Piccolo,contavo gli anni e persino i giorni per vedermi un uomo
Una volta grande,misuravo il tempo per diventare come mio padre
Mi sembrava di volare con le ali del vento,facevo mia ogni meta
Incurante delle cadute,correvo sempre,convinto di ciò che avevo
Nulla eccitava la corsa se non la povertà che mi vibrava dentro
Ma non desideravo nessuna ricchezza se non quella del mio cuore
6 PICCOLI RACCONTI
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{ 1 }
Molto tempo fa, tutti i cittadini decisero di pregare perché piovesse. Il giorno stabilito per pregare, si radunarono tutti, ma soltanto un ragazzo si presentò coll’ombrello .
Questa è
FEDE
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{ 2 }
Quando butti un bambino per aria ride, perché sa che lo prenderai.
Questa è
FIDUCIA
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{ 3 }
Ogni notte andiamo a letto, senza la sicurezza di svegliarci il giorno dopo. Ciò nonostante mettiamo lo stesso la sveglia.
Questa è la
SPERANZA
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{ 4 }
Programmiamo grandi cose per il domani nonostante il fatto che abbiamo zero conoscenza del futuro.
Questo significa
FIDARSI
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{ 5 }
Nel mondo vediamo la sofferenza, e i matrimoni che si sciolgono, eppure continuiamo a sposarci.
Questo è
AMORE
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Non passo un giorno se non mi dico:” domani cambierò “.
Invece, sono sempre lo stesso, smarrito tra cose futili,
senza la voglia di scoprire l’essenziale,
dove potrei rivivere la mia vera identità.
Seguo l’onda delle emozioni, che illuminano gli occhi,
ma lasciano spenta l’anima, soffocata dalle pietre ingombranti
che mai, cambiando, faccio rotolare.
Anzi, a volte le cerco nell’illusione di non mettermi a soqquadro,
convinto che ogni scelta genera abbandono di qualcosa di caro.
Così, in questo saliscendi, domani ieri oggi ,
faccio memoria di ciò che perdo,per non avere il coraggio
di sfoltire l’ albero della mia vita.
Stanotte ho fatto un sogno:ho visto i politici di ieri
guardare dall’oblò del cielo quelli di oggi.Un vespaio
di parole futili per l’ascolto e distanti dalla realtà
Ciò che gridano sembra il prologo al benessere sognato
invece è solo il gioco delle vecchie promesse plasmate
con il miele della furbizia,che fa vero anche il falso
Un teatro senza idee con sorrisi artefatti e mani tese
certo non per dare,ma solo per avere,bambini in recita
che si servono di canovacci,forieri di pensieri altrui
Lassù osservano,non senza rimpianti,l’eredità lasciata
uno scrigno che gli Attila della giustizia distrussero
partorendo la politica gridata,che fa nessuno qualcuno
In un mondo, dove tutto si misura su ciò che si ha,
l’ avarizia è diventata una forma di idolatria,
per mezzo della quale si cerca non la qualità, ma la quantità delle cose.
Chi è avaro, vive in costante tensione sia per avere di più,
sia per non sciupare quanto già è in suo possesso.
Sul suo volto mai si legge un sorriso di semplicità,
ma solo di paura di essere ingannato o derubato.
Non conosce il piacere della gratuità, del dono disinteressato,
ma solo la mania del guadagno senza nulla rischiare.
Conservare ed accumulare è il valore della sua vita;
la nicchia in cui si rintana e dalla quale esce
solo se vede chiarezza per le sue sicurezze economiche.
E’ prigioniero del suo mondo, dove si illude di trovare godimento
nella visione delle ricchezze; in realtà, è solo un povero uomo,
che si muove nella ragnatela,costruita per sé, dove è destinato a soffocare.
Il pregiudizio è il guscio, dove ognuno crea la corazza
per resistere anche all’evidenza.
In esso non entra neppure un barlume di confronto;
anzi, è più facile scalfire un pezzo di pietra dura
che una mente prevenuta,per la quale non bastano parole di verità,
essendo chiusa in una profonda miopia.
Chi è prevenuto sbircia sempre con occhi lontani dalla realtà,
pronti a negare o a rendere oggetto di chiacchiericcio persino le opere,
che brillano di luce propria.
Infatti, il prevenuto o è sordo o è stupido.
E poiché gioca con la lanterna, fingendo di filtrare ciò che osserva,
alla fine, pur vedendo ed ascoltando, respinge ogni realtà.
E’ più facile convincere un asino a cambiare andamento
che la mente di un uomo appesa ai pregiudizi.
Non sempre fai ciò che vuoi; non sempre vuoi ciò che fai.
È lo strano teatro della vita, dove le scene si rincorrono,
e prima che il sipario si chiude, insorgono respiri di rimpianto.
Nella moneta tu trovi due immagini; le guardi e ti piacciono entrambe.
Ne scegli una, ma osservi l’altra; e finché non ti liberi, spendendola,
hai sempre il ricordo di aver scelto questa e non quella, e viceversa.
Ciò che ti manca non è il voler fare, ma il saper scegliere ciò che fare.
Il premio non è qui,dove tutti vogliamo
qualcosa alla fine della corsa;sentiamo
pure il respiro della vittoria,però mai
cogliamo ciò che ci incorona nell’anima
purtroppo il premio è altrove,nel mondo
dove nessuno piange o grida,nell’aldilà
ove ci sembra di vedere tanta gente,che
abbandonato il sogno di avere e di dare
corre per raccogliere un premio d’amore
che decide il destino della vita eterna