Nasce l’amore
Solo chi si ama,desidera conoscersi bene si cerca ovunque,anche nelle cose deboli Non vola in alto per vedersi tra le nubi ma preferisce stare con chi gli è vicino Soltanto nell’altro eleva la sua umanità e vive il silenzio di […]
E balbetto la verità ogni volta che la realtà tradisce
il pensiero; mi freno per paura di non essere compreso
e in questo chiaroscuro spesso rischio di dire persino
il contrario di ciò che penso; tanto mi lascio vincere
da ciò che mi circonda, che scivolo in parole inquiete,
che sono il tormento del cuore il fastidio della mente.
Così mi attorciglio in quello che sono e fatico troppo
a non farmi piegare dalle cose che vedo,mi impoverisco
allorché strozzo la verità,perché mi manca il coraggio
di gridarla e difenderla da ogni assalto condizionante
e provo dolore,non potendo essere un uomo della verità.
E non vedo nessuno,sto solo nella mia stanza.
Eppure qualcuno mi guarda sento che mi tocca
con il suo alito, quasi aleggia intorno a me
e mi avvolge in una cornice di amore materno.
Anche se nulla dice, il silenzio si impregna
di parole, che mi soffiano i ricordi antichi,
quando in ginocchio come un bambino chiudevo
gli occhi e attento mi perdevo nel suo amore.
Più il tempo mi consuma, lasciando dentro e fuori le sue orme,
più mi innamoro della vita.
La leggo senza rimpianti, la guardo ancora con profonda curiosità,
la ritrovo, aldilá dell’età, ancora bella, anche se non mancano
superflui trapunti.
È la mia vita, vissuta con rispetto e passione.
Mai resa mercato di finte verità e bugie, ancora oggi la distendo
in un andirivieni di si e no, senza mai piegarla a chi pretende per sè.
E non apro gli occhi per paura di vedere chi mi sta accanto.
Odo un incerto respiro un fruscio che tende ad abbracciarmi.
Stringo le mani mi accartoccio nei pensieri cerco di capire
se è qualcosa vinco me stesso e scopro che qualcuno aleggia
nell’ oscurità della stanza e senza fermarsi guarda sorride.
Anche se nulla dice e non lascia orme di identità, mi sento
toccato ad ogni passaggio da carezze quasi invisibili dolci,
che mi ricordano gli occhi di mia madre che senza parlare e
sempre attenta alla visione del mio volto mi elargiva moine,
che ora rivivo rinvigorisco con i tratti della sua presenza.
Non piangere per le cose che non hai o desideri,
soprattutto quando sai che subito passano di moda
e spesso muoiono senza preavviso.
Le lacrime sono un dono prezioso e meritano di essere versate
solo quando il triangolo del cuore, della ragione e dell’anima
perde in te il suo equilibrio.
Qui nascono rivoli di sofferenza che scorrono in ogni giuntura
e schiudono lacrime che nè il cuore nè la ragione trattengono,
ma solo l’anima sublima.
Finché non darai alla vita un fine, vivrai come un cane bastonato,
sempre mendicante di qualcosa.
Nè sarai felice se rincorri solo l’ immediato, che subito scompare,
una volta gustato.
Solo quando nei tuoi occhi brilla la stella, che ti fissa la meta,
sentirai l’ odore dell’ umanità.
E vivrai non più come un passatempo della natura, ma come padrone
della vita, attento a darle un vero senso.
Non aver paura di pensare.
Ciò che da fascino alla vita e la rende un sogno sempre desiderato,
è solo il saper pensare.
Non è vero che se vuoi essere felice , non devi pensare a nulla.
Tu non sei una crisalide sempre chiusa alla vita.
Se vuoi volare, non puoi non pensare.
Solo gustando la sua gioia e il suo tormento,
puoi diventare un uomo, che bussa alla porta del futuro.
Come è inutile contare ciò che ami
cose fragili accumulate nei tesori
che saziano gli occhi, ma inquinano
l’ anima, così distante da tutto ciò
che si fonde nel risucchio mortale
che il tempo divora, lasciando solo
brevi tracce, che la polvere uccide
Nulla resta tra le dita delle cose
viste e possedute una volta spenta
la lampada,neanche un fruscio vero
quasi ultimo odore della ricchezza
e tanto meno un saluto d’addio che
da morente ognuno vuol fare a chi
un giorno avrà le cose da numerare
Quando le palpebre si chiudono,ciò
che le mani stringono in una morsa
senza mai staccarsi sino alla fine
non sono le cose contate; è l’amore
che si dilata al di là del cielo e
come in uno scrigno pieno di perle
esse affidano alle mani dell’Amore
Ma perché neghi Dio fuori di te e poi gridi il mistero che vedi in te?
Così facendo, rifiuti l’Assoluto, ma ti appendi alle sue ramificazioni.
Rifiuti il Trascendente, ma cerchi nella tua anima il sapore dell’immortalità.
Riconosci il bisogno di Dio, ma ti trastulli nel gioco di un piccolo dio,
che trovi solo in te.
E vivi male, senza estasi e solo chiuso nell’ebbrezza di te stesso.