Nasce l’amore
Solo chi si ama,desidera conoscersi bene si cerca ovunque,anche nelle cose deboli Non vola in alto per vedersi tra le nubi ma preferisce stare con chi gli è vicino Soltanto nell’altro eleva la sua umanità e vive il silenzio di […]
La carità non sceglie.Corre lá dov’è la povertà
Non si piega alla simpatia di chi tende le mani
non ama ostentare ciò che dona.Sempre si dimena
con gli occhi chiusi,appena ode respiri di uomo
Mai guarda colui che chiede.Ognuno è una storia
le cui pagine si raccolgono sul volto e vibrano
necessitá d’amore,che prende sempre,senza nulla
abbandonare,vedendo in esse il dolore di Cristo
E’ difficile ripararsi dalla cattiveria degli amici,
veleno che vestono di moine e mascherano di sorrisi,
fingendo di percorrere insieme circuiti di ebbrezza.
Apertamente sembrano giullari di affetto, ma subito
diventano ombre invisibili, che stendono una coltre
di fuliggine insidiosa penetrante come lama sottile.
E tu subisci fremi provi dolore; poi guardi attorno
e cerchi di scoprire da dove perché tanta ipocrisia.
Non vedi nulla e nessuno, tranne le solite amicizie.
l’amore in chi mi ascolta e
mi accorgo che non si desta
mi guardo dentro e vedo che
anche in me non c’è respiro
Allora mi chiedo:come posso
schiudere nell’animo altrui
l’amore,se prima non riesco
a destare quello che dorme
in me? Così,cambio registro
parlo al mio cuore,lo rendo
terso,traggo l’amore che ha
e lo dono come profumo vero
di stimolo a chi mi ascolta
i cui occhi rigridano amore
Finché mi lascio imprigionare dai tuoi pensieri, non sarò mai libero.
Chiuso in gabbia, benchè faccio vibrare le ali e volo di qua e di là,
mai spezzerò la loro corteccia, per assaporare cosa è oltre la siepe.
Sento gli aliti di un mistero avvolgente, che non riesco a penetrare.
Mi incatena sempre con il solito luccichio di sguardi in chiaroscuro,
nei quali non è facile udire la verità, che nascondi nella tua mente.
Troppi sono i preti centrati solo su se stessi, indisponibili ad ogni dialogo, restii ad ogni incontro.
Preferiscono sostare all’ombra del campanile, piuttosto che andare oltre,nella piazza antistante
nei crocicchi, dove ognuno racconta storie di disoccupazione, di povertà, di impossibilità a sostenersi.
Dove in ogni volto si può leggere l’assenza del necessario e il desiderio di avere almeno un po’ di superfluo.
Amano spesso più il mondo pensato che il reale, quello, cioè, che si configura oggi come una sala d’attesa,
in cui vengono a trovarsi i nuovi disperati della società, ai quali certamente non farebbe proprio male
la presenza di un uomo di Dio, attento a condividere le loro ansie.
Non bastano solo le chiese e le sacrestie a circoscrivere il profilo di un vero prete, sono necessarie,
anzi indispensabili anche le strade, perché qui,e soltanto qui, si sente l’ odore della miseria, si sperimenta
la vergogna delle mani tese, si constata il disagio nella indifferenza di chi a parole si professa cristiano.
Qui può conoscere e valutare la fisionomia della Chiesa e, soprattutto, della sua Comunità parrocchiale
una scatola vuota, con la tentazione di riempirla, a seconda delle circostanze, di sole apparenze o manichini;
oppure un arcobaleno di carità e di condivisioni, che la rende una famiglia.
Anche tu,ogni giorno,fai tante cose
le numeri le guardi le trovi uguali
sempre,anche se belle;ti fermi solo
a ciò che vedi,ma non consideri che
per ogni cosa tu hai una forza vera
che,senza farle perdere colore nome
odore,può dare un risultato diverso
Pure io,uso la tua tecnica e faccio
tante cose belle,ma non sono uguali
sembrano tali,ma in ognuna tu trovi
un sorriso diverso,grazie all’amore
che io so intridere in ciò che dono
Ciò che conta in ogni cosa o parola
non è ciò che vedi o odi,ma l’amore
che si cela in esso e che manifesta
la nobiltà di ogni sentimento reale
La speranza è il respiro dell’anima.
Fa volare in alto, squarciando la fuliggine del cielo,
che tende ad acquietare ogni pensiero.
È lei il motore della vita, la quale si intenebra o si illumina
a seconda della sua vivacità.
Un uomo che non ha speranza è privo di qualsiasi mordente.
Preferisce inchiodarsi a ciò che muore.
Si appende al semplice scorrere del tempo, dove cerca di abbassare
il sipario, dopo aver recitato il medesimo canovaccio.
Sembra un salice piangente, incapace di guardarsi attorno e di aprirsi
alla bellezza calda del sole.
È veramente triste vivere senza cogliere i sussulti con cui la speranza
permea la visione del futuro.