Nasce l’amore
Solo chi si ama,desidera conoscersi bene si cerca ovunque,anche nelle cose deboli Non vola in alto per vedersi tra le nubi ma preferisce stare con chi gli è vicino Soltanto nell’altro eleva la sua umanità e vive il silenzio di […]
Si muore sempre e dovunque,lentamente e all’improvviso
nessuno sa dove come quando,spesso ti giri e non trovi
chi prima era con te,esci di casa e non sai se ritorni
celebri un evento di gioia e l’indomani qualcuno manca
Costante è la precarietà della vita:saltella e scivola
risorge e affonda,nessuno l’assicura nemmeno per molto
il suo destino è senza preavviso,il sipario si abbassa
spesso quando sta per rappresentare la scena più bella
Non ho mai avuto paura di cadere.
Nella debolezza ho sempre tenuto gli occhi aperti,
desideroso di incontrarti, per raccogliermi nel tuo cuore.
Ho sopportato qualsiasi sconfitta, attratto dalla tua Croce,
che mai ho smesso di portare.
Sempre in Te ho trovato la forza di alzarmi e continuare il cammino,
che, benché duro ed aspro, mi ha sempre aperto orizzonti di luce.
Non mi interessa quante volte cadrò ancora, il necessario
che ad ogni caduta segua sempre la voglia di volare in alto.
Qui e solo qui rinnovo il mio lavacro e riconquisto la veste
della dignità filiale, che mi rende partecipe del tuo calvario.
Ai figli i genitori non devono mai nascondere le difficoltà interpersonali ed economiche, soprattutto quando il loro volto rivela intarsi di preoccupazioni.
Fingere di essere o possedere ciò che non é più possibile, slargando la mente dei figli a continui desideri e pensosità, é un errore gravissimo.
É un porre le basi per delusioni e depressioni, foriere di un clima familiare pesante, dove qualsiasi incertezza la si motiva sempre in negativo.
La necessita del dialogo, in questi momenti, é la via aurea non solo per farsi comprendere, ma anche per scoprire l’ importanza dell’ ascolto e del sacrificio nelle avversità.
Chi ama non deve mai cercare nell’ amato il corrispettivo del suo amore.
Non é il quanto che conta, ma la sincerità con cui quel poco o molto
si fa vero dono di sé.
Nel corrispettivo facilmente nascono gelosie ed ipocrisie,
che fanno percorrere circuiti pericolosi, forieri di tragedie.
Nel dono di sé, invece, si realizza una profonda comunione,
dove ognuno esprime il suo amore,
senza temere che l’ altro ne giudichi l’ intensità o meno.
É stupida o perversa la voglia di parlar male degli altri?
La stupidità non è forse la maschera, dietro la quale si cerca di nascondere da sornione
la cattiveria della maldicenza?
Criticare, giudicare, puntare il dito accusatore è diventata una mania, che alligna un po’ ovunque,sia nei salotti bene che nei crocicchi di paese.
È un amaro gusto che nessuno disdegna, ma che moltissimi provano, convinti che sull’ altrui denigrazione possono consolidare il loro prestigio o, addirittura, il loro vuoto perbenismo.
È veramente deprimente pensare di costruirsi, usando il veleno del pettegolezzo: una serpe strisciante che azzanna senza preavviso e con conseguenze, che potrebbero risultare deleterie,se chi ci capita, non trova in sè la forza di reagire, gridando e tutelando la verità della propria dignità.
A volte mi sento stupido,soprattutto quando dono fiducia a chiunque
anche a chi,senza conoscerlo,mi chiede un gesto immediato di caritá
Non guardo niente né domando chi è,mi lascio solo sedurre dal volto
in cui non so leggere se non tratti ricchi d’umanitá uguali ai miei
E guai se non fossi così!Sarei come chi,prima di dare,misura azioni
e parole,impoverendo la semplicità,che genera il profumo dell’amore
Nelle carezze nei baci filiali uniti a parole di amore,io
notavo un bambino che cercava trovava rifugio nella madre
Allungava le mani che faceva scivolare sul corpo come ali
di un angelo e mentre gli occhi gli brillavano,la baciava
sulla fronte,dove estasiato posava il cuore.Senza respiro
io vedevo ciò che non avevo saputo mai fare con mia madre
ed anche se provavo nei suoi gesti tanti rimorsi,una voce
ancora mi dava brividi di amore e mi faceva,in quel volto
che adesso accarezzava,rivivere la tenerezza di mia madre
Non pensare che domani sarà migliore di oggi. Finché il manto degli interessi particolari
impregnerà il respiro della vita e chi comanda poco o nulla fa, per creare orizzonti di benessere,
non si avrà mai un percorso lineare, ma sempre più sinuoso, alla ricerca di sponde di facile approdo solo per sé.
Non si vedranno mai fatti, ma tante sceneggiate; si ascolterà un vocio scomposto, ma non una parola di serietà.
E mentre molti languono nei crocicchi in attesa di novità, i giorni passano e nessuno é diverso dall’altro.
Tutti sono segnati con lo stesso timbro :” non so cosa fare”.
Questo é il tempo del credente debole, sempre attento a proclamare o a raccontare la sua fede, ma troppo lontano dal viverla.
É il tempo del credo recitato senza bagnarsi mai della bellezza di Dio; delle parole gridate senza invertire il cammino della vita; dell’ascolto facile, ma senza alcuna voglia di mettere in pratica quanto ascoltato.
Così c’ é chi si inginocchia per abitudine o si comunica per emozione, come chi dona qualcosa per compassione o lacrima per commozione, senza sentire mai le carezze di Dio,che cerca solo il respiro dell’amore vero.
Purtroppo, nulla si fa sul serio o per davvero, come poco o nulla si fa con intima convinzione.
Anzi, ci si perde nel fumo di pensieri indefiniti, che fingono spinte di religiosità, però senza alcuna identitá di fede.
Ed in questa cornice non si trova l’ immagine del credente vero, ma solo del cristiano qualunque.