Nasce l’amore
Solo chi si ama,desidera conoscersi bene si cerca ovunque,anche nelle cose deboli Non vola in alto per vedersi tra le nubi ma preferisce stare con chi gli è vicino Soltanto nell’altro eleva la sua umanità e vive il silenzio di […]
La vacuità di oggi imprigiona le ali della poesia
La soffoca in una prosa di amori traditi,vendette
intrise di sangue,racconti enfatizzati di cronaca
che il tempo divora senza lasciare alcuna memoria
Nella mediocrità comune ogni penna pare un’aquila
i cui artigli rubano e cambiano teoremi in verità
notizie in fatti,scrivendo storie prive di storia
che servono solo a fare dei furbi idoli di denaro
Mentre scrivo penso ai tanti poeti,il cui respiro
vestiva di carezze le parole,che vibravano allora
come pure adesso,una profonda bellezza di spirito
del tutto assente nei presunti capolavori di oggi
Tra i Trulli di Ostuni ho gustato l’Invisibile
Il Silenzio senza nome,fonte di parole immense
che ho sentito come aliti di carezze,aprendomi
al Sogno di Dio,che vedevo leggevo tra le cose
vibranti di luce,dove ogni briciola mi parlava
e mi saziava del mistero della bellezza eterna
Non c’erano voci adoranti;pochi cori di cicale
preghiere senza pausa e senza noia,mi facevano
andare lontano,aldilá del visibile,dove estasi
e ritorno alla realtà mi allargavano lo spazio
della conoscenza,quella di un Dio,che m’attrae
sempre il cuore,mediante giochi al chiaroscuro
Solo in Te,in silenzio,mi sento libero,con ali spiegate
sempre lontano da ogni gabbia,navigando nel tuo mistero
dove,senza affanni,ti cerco ti trovo tocco l’Invisibile
In Te tutto,persino il necessario,mi scivola dalle mani
la mente e il cuore sono attratti dal tuo sguardo ed io
senza nulla pensare se non Te e in Te,mi lascio sedurre
Mentre volo in alto sul dorso dei pensieri di cielo
immagini di terra mi trascinano giù.Qui sento canti
di sirene che invertono la rotta e mi aprono strade
di facile percorso.Cammino abbagliato da tante luci
sorrisi accattivanti,sguardi di invito.Tutto inciso
da gocce di finta freschezza,che intenebra il cuore
Fai tanto,nulla ti concedi,neppure un sorriso di libertà
per tutti un cuore sincero,benchè tormentato dalle opere
che segnano il tuo cammino,mai lontano da chi ha bisogno
Nessuno va via senza portarsi qualcosa,eppure non sempre
ricevi risposte di gioia,anzi la tristezza non manca mai
sia in chi chiede sia in te,attratti da emozioni diverse
Non basta avere le ali per volare.Se il cuore è spento
le puoi allargare,mostrarne la bellezza,ma non vibrano
Sono monotone,si aprono e si chiudono allo stesso modo
non hanno tensione di cielo nè segnano orme di fascino
Mancando di fantasia,balbettano un cuore povero povero
non hanno vivacitá e si fermano alla soglia della vita
Non così,quando esse si lasciano guidare dagli artigli
del cuore:spaziano libere e raggiungono qualsiasi meta
Molti cristiani non vivono,ma giocano con la fede
sanno spingere gli occhi per essere contemplativi
ma li chiudono nella visione di chi è nel bisogno
Camminano come se fossero da soli,dune in deserto
modellati dal vento delle emozioni,che si perdono
senza nulla lasciare se non le povere ombre di sè
Si commuovono,a volte piangono,però mai incarnano
quanto credono:tutto è sbriciolato dall’illusione
che basta dire “credo in Dio”per essere cristiano
Se morire è non vedere più nemmeno un’ombra
di ciò che ho amato,non è veramente allegro
Anche se mi consola la certezza dell’aldilà
ove tu riposi nel cuore di Dio,qui io fremo
dalla voglia di incontrarti,anche nel sogno
per godere il fruscio del tuo corpo curvato
o sentire l’eco di rimproveri nella visione
delle tue labbra,che mi dipingevano sorrisi
di maternità,che facevano brillare il cuore
Ora,ogni sera,vado a letto,con una speranza
mai spenta e sempre colma di vecchi ricordi
di ravvivare in me il volto della tua anima
inciso dalle tante rughe lavorate dal tempo
che mi aspetta sul solito divano di legno e
mi rimprovera,per non essere stato puntuale
un mondo di tante moine,con parole ed occhi
non proprio nervosi,anzi ancora materni,che
io vorrei,almeno un volta,rivivere in sogno
Non sei come io ti vorrei.
Certo non a mia immagine, ma almeno impregnato di umanità.
Troppo abbiamo in comune, ma non il sorriso,
non lo sguardo della libertà né l’alito dell’accoglienza.
A volte ti osservo e ti trovo mancante.
Non sai perdonare né giustificare.
Neppure ti é troppo familiare l’amicizia.
Permaloso, ti arrabbi per un nonnulla;
diffidente, ti chiudi a riccio;
attento,fingi di ascoltare.
Mai dimentichi il vincastro del potere,
per indossare il saio dell’umiltà.
Aldilá di ciò che vedi, c’è il mistero,
il cui fascino fa vibrare la danza dei pensieri,
che corrono si fermano balbettano
si allargano si stringono dondolano,
sempre posandosi come api sul suo stelo.
È l’incanto dell’invisibile
dove l’istante affonda nell’eterno,
il superfluo si veste del necessario,
la paura della morte soccombe alla vita
e tu ti diverti su arcobaleni di verità.