Nasce l’amore

Solo chi si ama,desidera conoscersi bene si cerca ovunque,anche nelle cose deboli Non vola in alto per vedersi tra le nubi ma preferisce stare con chi gli è vicino Soltanto nell’altro eleva la sua umanità e vive il silenzio di […]

Amami come sono

Amami come sono e non per ciò che sembro non cercare in me ciò che è in te:sbagli Ognuno ha in sè qualcosa di irripetibile tu,se vuoi,puoi imitarlo,ma mai copiarlo Forse ti impressioni per la mia maturità non desistere,sarai certo […]

Il miracolo delle lacrime

Chi non ha mai pianto non è un vero uomo e tanto meno ha una fede viva. Tra i tanti miracoli dell’umanita quello delle lacrime è  il più bello, perché schiude il cuore alla gioia e al dolore, al sorriso dell’accoglienza e […]

Chi bussa alla porta?

Non affogare la vita nello scrigno d’oro ogni cosa vive nel segno del provvisorio Nessuno si appaga in quello che possiede nè depone le ali,usate sempre per volare Chi ha,più vuole e si preoccupa di avere è come una trottola,mai […]

Più tempo per me

Ho consumato troppo tempo,senza avere nemmeno un istante per poter misurare la cifra tra ciò che ero ed oggi sono Sempre immerso nell’immediato,tutto m’è sfuggito di mano persino l’ombra del silenzio,dove guardavo al mio futuro Ora conto attraverso le rughe […]

 

La società guarda solo chi produce

La nostra è una societá senza respiri di amore.
Non trova più in sè la sua memoria, intarsio di umanità impresso nel  cuore di Dio.
Nè pone al centro delle sue attenzioni chi vive nella precarietà.
Guarda solo chi produce e fa ricchezza, nella indisponibilità all’ascolto di chi non ha voce o non ha forza, per gridare il suo dolore.
La cultura dello scarto è diventata la sua carta di identità.
Scarta tutto ciò che non serve.
Ed oggi, più di ieri, molti vengono abbandonati come fagotti di rifiuto, perchè considerati improduttivi o frenanti per la ricchezza.
Così,i bambini sono visti come un optional, possibilmente da evitare, per non rallentare il ritmo del proprio benessere.
Gli anziani vengono isolati e spesso costretti a spegnersi, senza affetto, in una forma di eutanasia nascosta.
E gli stessi giovani, un tempo immagine reale di futuro, vengono messi da parte, perchè non sono nè studio nè lavoro.
E che dire dei poveri morenti di fame, sparsi lungo le vie, nell’indifferenza dei ricchi?
Come è desolante e tenebroso lo specchio della vecchia Europa, che, avendo smarrito le radici cristiane e rimasta attratta solo dal dio denaro, è scivolata nel disincanto di ogni solidarietà!
Eppure, un giorno saranno proprio costoro, ossia, i bambini, gli anziani, i giovani, i poveri la nuova pietra d’angolo del Vangelo, essenziale per la costruzione di una societá più umana e più cristiana.

Prime Comunioni 29 Giugno 2014: ultimo turno

in 1in 2Gli ultimi 16 bambini: Giulia, Michelangelo, Ilaria, Gaetano, Daniel ,Iuri, Cristian, Simone, Daniele, Antonio, Maria Francesca, Giovanni, Cristiana, Benedetta, Martina, Marco, in una cornice di gioia, per la prima volta, hanno ricevuto l’Eucaristia.

Quanta commozione sul volto dei loro genitori!

 

Quanta attenzione da parte di tutti i fedeli, che, in un atteggiamento di religioso ascolto, certamente hanno potuto ricordare, osservando la semplicità dei bambini, le parole di Gesù:” Se non diventerete semplici come loro, non entrerete nel Regno di Dio”.

 

Una semplicità che i bambini hanno saputo rivelare persino nelle loro brevi preghiere,dove invocavano la benedizione e la protezione del Signore per tutti,senza alcuna distinzione.

in 4In ogni Turno i genitori sono stati protagonisti con i loro figli, facendosi esempio e testimone di fede, portando all’ altare ricchi cesti di concreta carità da condividere con i poveri.

Il Signore vi benedica, conservi ed alimenti sempre nei vostri cuori la fiamma dell’amore.

Povera insoddisfazione

 

Ognuno ogni giorno sperimenta sensazioni diverse, dipinte di multiformi colori, che mascherano barlumi di felicità.

Così, nel momento in cui pensa di essere appagato, di vivere nella provetta della sicurezza, dove ogni desiderio si mostra realizzabile, all’improvviso crolla ogni aspirazione e tutto si veste di illusione.

Anzi, fermandosi e guardandosi dentro, nelle pieghe più nascoste, scopre solo finte vie senza indicazioni di ritorno.

Sono le vie che altri tracciano con girotondi di emozioni, foriere di vuote speranze, per chi cerca ogni soddisfazione  solo nei preparati artefatti e non nella presenza dell’ amore di Dio.

Chi sogna di conquistare la vera felicità lontano da Dio, fidandosi solo di se stesso o mettendosi al guinzaglio degli altri, è destinato a scivolare nei reticoli di una povera insoddisfazione.

Il dubbio: sinonimo di tristezza o di superbia?

Il dubbio non è  sinonimo di tristezza né  di superbia.

Chi dubita è  solo uno che cerca, rincorre la bellezza della verità,  e  mai si chiude alla sconfitta.

Ama rischiare, scommettere su se stesso, convinto che alla fine troverà la sua perla preziosa.

Egli ha gli occhi in fronte che puntano diritti al cuore di Dio, dove potrà vedere, come in uno specchio, il mercato di pensieri che vanno e vengono nel suo cuore.

Qui egli si riconoscerà, saprà cosa accade in lui e proverà l’ ebbrezza della ricerca, percorrendo la strada di Cristo.

Pertanto, un vero cercatore di Dio non può non essere un uomo di gioia ed un portatore di gioia.

Egli non dubita per chiudere gli occhi, ma per accrescere il raggio di visione della propria fede, discernendo ciò  che le appartiene e quello che è  da essa distante.

Chi dubita non è  neppure superbo.

Anzi, sa  che Dio non si rivela ai sapienti e agli arroganti, ma ai semplici, ai piccoli  anche nelle cose tanto serie come questa.

Perciò, è  un Dio gioioso e chi lo cerca non può non essere altrettanto gioioso.

Da fotomodella a suora di clausura

sposaDio non smette mai di sorprendere.

Sceglie e chiama, sempre e dovunque, spesso soprattutto lá dove sembra impossibile.

Cosi, oggi ha fatto sentire la sua voce  in un mondo di apparenze e di bugie, sospeso ad arcobaleni di sole bellezze esteriori, sordo  ad ogni ascolto.

Proprio qui ha scelto e chiamato per nome Olalla, fotomodella ed attrice, chiedendole di abbandonare tutto e  di mettersi alla sua sequela.

Una chiamata e una risposta senza se e senza ma,immediata ed  in un perfetto gioco d’amore.

Donna di forte  attrazione ed ammirazione, si spoglia di tutto ciò che possiede, per diventare sposa di Cristo.

Incredibile  dictu, sed  verum!

È impossibile resistere  alla  voce chiamante del Signore.

È  come un fuoco che consuma ogni incertezza, affina come in un  crogiuolo  e rende l’ anima pronta a calarsi nell’ orizzonte del vero amore:” ho deciso – dice –  di farmi  suora”.

Sono le parole di Olalla Oliveros  che racchiudono la decisione di cambiare la propria identitá: non più fotomodella da vetrina, ma un vero ” modello ” per la dignità delle donne.

Prime Comunioni: 22 Giugno 2014

chies3Cari genitori,i vostri figli: Alberto Ventrone, Mariarosaria Formisano, Serena Di Monaco, Alessandra  Speranza Severino, Alessandra Santillo, Anna Rosa Rivetti, Valentina Topa, Antonio Canneto, Roberto Rossetti, Angela Nardiello, alcuni anni fa, furono battezzati nel nome del Padre,del Figlio e della Spirito Santo, diventando figli di Dio.

chies2Oggi,grazie alla vostra collaborazione, dopo una preparazione attenta impartita loro dalle catechiste, per la prima volta hanno ricevuto il Pane eucaristico, nel quale Gesù è presente realmente, veramente, sostanzialmente.

Non solo,ma essi,ricevendo Gesù, sono entrati nel cuore della Trinità,nel cui nome furono battezzati.

Infatti, è il Padre che dona il Figlio a noi in forma di convivialitá:” È il Padre mio – dice Gesù – che vi dá il pane dal cielo,quello vero”.

Pertanto, è lo stesso Figlio di Dio, o la sua carne e il suo sangue a costituire l’autentico cibo e la vera bevanda:”La mia carne – dice Gesù – è vero cibo e il mio sangue vera bevanda”.

Ed è lo Spirito Santo,che la Chiesa invoca quotidianamente,a rendere presente nei segni sacramentali del pane e del vino,il Crocifisso-Risorto.

I vostri figli, cari genitori, hanno ricevuto un dono incomparabile, che, in questo momento, e finchè conservano la loro semplicitá, li rende piccoli templi, dove tutti noi adulti possiamo sentire veramente il profumo di Dio.

L’Eucaristia: struttura portante della vita della Chiesa

La solennità del Corpus Domini trova le sue radici nella venerazione dell’Eucaristia tipica dei secc. XII e successivi. Stabilita dopo le visioni mistiche di Giuliana di Liegi dal suo confessore divenuto papa Urbano IV (Bolla Transiturus del 1264), la festa si svilupperà dopo la pubblicazione delle Decretali (1317) e, soprattutto, per il suo legame con la processione, elemento popolare che vi si inserirà verso la fine del sec. XIII. La solennità del Corpus Domini è da ritenere il culmine della gioia pasquale: nell’Eucaristia Dio sarà con voi fino alla fine del mondo. Il Signore Gesù, dopo l’Ascensione al Cielo, resta e si dona sotto il segno del pane spezzato e del vino, nei quali offre il suo Corpo in cibo e il suo Sangue in bevanda di salvezza e di vita Egli rimane con noi per sempre. Ora noi possiamo incontrare Gesù attraverso la “memoria” di lui, specialmente la “memoria” liturgico-sacramentale (memoriale). Durante la Celebrazione liturgica noi facciamo, infatti, memoria di Gesù, della sua vita, della sua morte, della sua risurrezione, rendendolo in tal modo “presente” in mezzo a noi. Non si tratta, pertanto, di una presenza disincarnata, di una memoria che si affida solo al ricordo psicologico. Si tratta di una memoria che attraverso i segni del pane e del vino mangiati e condivisi dalla Comunità, rende presente Cristo nella sua realtà e nel mistero che ci vengono comunicati. Poiché Cristo è al centro e al vertice di tutta la Storia della Salvezza, l’Eucaristia, memoriale della sua passione-morte-risurrezione, è ricordo e celebrazione (memoriale) di tutta la Storia della Salvezza: lo è delle vicende di Israele, “popolo di Dio”; della vita di Cristo; della storia e della vita attuale della Chiesa, “nuovo popolo di Dio”. L’Eucaristia è la memoria di cui abbiamo bisogno per essere e rimanere cristiani. L’Eucaristia è la memoria che fa una comunità. H. de Lubac diceva: L’Eucaristia fa la Chiesa. E Benedetto XVI: «È l’Eucaristia che trasforma un semplice gruppo di persone in comunità ecclesiale: l’Eucaristia fa Chiesa». È dunque fondamentale che la celebrazione della Santa Messa sia effettivamente il culmine, la «struttura portante» della vita di ogni comunità parrocchiale.

A cura di don Agostino Porreca

Prime Comunioni 15 Giugno 2014

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La bellezza di qualsiasi liturgia non sta nella ricchezza di ciò che si indossa, ma nella semplicità che l’attraversa.

Ancora una volta i bambini delle prime comunioni – secondo turno – hanno dato una grande testimonianza  di fede, proporzionata alla loro età, nella presenza vera reale e sostanziale di Gesù nell’Eucaristia.

 

Dodici bambini, dodici angeli, sui cui volti tutti i presenti hanno potuto leggere il  desiderio di ricevere per la prima volta Gesù.

Un momento veramente stupendo, vissuto con un atteggiamento di profondo e religioso ascolto, interrotto, dopo la Comunione, da un applauso spontaneo e prolungato.

Un applauso che ha voluto riassumere gli auguri a tutti bambini: Cappucci Carlo, Langella Rikkardo, Gentile Luigi, Auriemma  Bruno, Merola Matteo, Russo Francesco, Santone Antonio, Bernardo Sofia, Scandurra Sabrina, Martusciello Andrea, Palumbo Pierluigi, Marino Claudio.

Immersi nel nome della Trinità

La tradizione latina colloca al termine del Tempo pasquale la solennità della Santissima Trinità, con l’intento di proporre alla contemplazione adorante dei fedeli l’immagine stessa di Dio, autore della Storia di Salvezza e ragione ultima di ogni umano divenire.

La professione di fede cristiana in Dio Padre e Figlio e Spirito Santo trova nella Sacra Scrittura una sua traccia storica fondativa. Il mistero di Dio Padre e Figlio e Spirito Santo, nel Nuovo Testamento, si rivela attraverso gli eventi di salvezza che hanno il loro centro nella Pasqua di Cristo.

La Comunione Trinitaria è il vero futuro dell’uomo, la sola che possa assicurare all’uomo un progetto di vita senza limiti perché capace di superare anche la morte.

Dice efficacemente sant’Agostino: «Dio è tanto inesauribile che quando è trovato è ancora tutto da trovare».

Ciò significa che il dinamismo e la creatività umana trovano in lui un orizzonte senza confini e, quindi, un futuro totale.  Dio è Amore. Il mistero di Dio non è un mistero di solitudine, ma di relazione, di reciprocità, di creatività, di conoscenza, di amore, di dare e ricevere.

Nella nostra esistenza quotidiana siamo chiamati a vivere relazioni che siano trasparenza dell’Amore trinitario. Occorre passare dalla contemplazione della Trinità alla “trinitarizzazione” in atto del mistero contemplato.

La solennità della Santissima Trinità è una festa per il mistero di Dio, il suo progetto di salvezza; è anche una festa della Chiesa che è icona della Trinità (Ecclesia de Trinitate); è occasione speciale per esplicitare il dono della fede del Battesimo e lasciarsi avvolgere con stupore dall’amore del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

A cura di don Agostino  Porreca

 

Sugli Affreschi di S. Angelo in Formis

duonDon Franco Duonnolo, in occasione della Tesi di Dottorato sugli affreschi della Basilica  Benedettina, discussa presso la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale in Capodimonte, ha dato un penetrante respiro di novità alla bellezza delle immagini, espresse in un mirabile ciclo pittorico e tutte tese  a rendere visibile l’ Invisibile.

Bellissime le  intuizioni, scoperte nel suo cammino di ricerca, che hanno fatto rivivere a tutti i presenti quella Bibbia dei poveri, che mirava essenzialmente a catechizzare coloro che non sapevano né leggere né  scrivere.

Don franco ha dato una visione completa del ciclo pittorico e la sua Tesi, se pubblicata, costituirà una fonte di arricchimento per i cultori dell’ arte e, credo, per l’ intera Arcidiocesi di Capua.