Nasce l’amore
Solo chi si ama,desidera conoscersi bene si cerca ovunque,anche nelle cose deboli Non vola in alto per vedersi tra le nubi ma preferisce stare con chi gli è vicino Soltanto nell’altro eleva la sua umanità e vive il silenzio di […]
A volte i miei pensieri sembrano un mucchio di chicchi,
che si aggiungono gli uni agli altri nello stesso granaio,
dove tutto si fa abbandono ed oblio.
Vanno a depositarsi senza un respiro per farsi conoscere.
Pochi resistono al tempo e mi danno la voglia di vivere.
Anzi quasi sempre allargano l’orizzonte del cielo e della terra,
e mi fanno riscoprire la mia dignità.
Troppa finta felicità leggiamo oggi sui volti di molti giovani. Una patina di polvere che vola via appena sfiorata da un po’ di vento.
Un miscuglio di sorrisi e moine che nasconde un profondo senso di vuoto interiore. In essi entusiasmo e scoramento, gioia e tristezza si rincorrono, creando amaro fastidio di fragilità, che si fa prostrazione.
Credono di stordirsi nel chiasso: illusione di breve durata, che apre la porta all’insorgenza della insoddisfazione. Finché a dirigere i passi della vita sono le cose, il divertimento e tutti i corollari della leggerezza comportamentale, l’ anima giovanile sarà sempre un recipiente vuoto e di odori non gradevoli, che rischia di rompersi al primo impatto serio.
Purtroppo, non si può negare che questo senso di frustrazione nasce anche dall’assenza di un futuro, assorbito già dalla voragine del presente, che vede consumare ogni prospettiva, ogni speranza di novità. Ed è proprio quest’assenza di futuro, di spazi vitali che genera nei giovani la voglia di naufragare nel crogiolo del fittizio, uscendone l’indomani più frastornati che mai.
Così appesantiti, si fanno facilmente sedurre dai megafoni dei nuovi istrioni politici, che offrono certezze a basso costo.
Come sarebbe entusiasmante, se ognuno e, soprattutto, i più giovani fermassero l’orologio della vita per una breve sosta, per guardarsi dentro, non solo per scoprire le resistenze del cuore alle cose veramente belle, ma anche per alleggerirsi di quel ferro arrugginito, che disturba la bussola della vita.
In questa sosta ognuno potrebbe gustare la vera felicità, che non nasce dal possedere tante cose né dalla fiera delle parole che si dimenano nei cosiddetti mercati rionali, ma dall’aver incontrato una Persona: Gesù, che è sempre in mezzo a noi; nasce dalla consapevolezza che in Sua compagnia nessuno si sente solo, anche quando il cammino della vita si scontra con difficoltà che sembrano insormontabili.
Sulla tela dove dipingo idealmente i sogni
non scrivo mai il mio nome,ben sapendo che
nulla resta se non l’ebbrezza dell’istante
Non mi sento autore di ciò che nasce muore
senza orme di storia né mi appaga il suono
per quanto singolare che un eco mi traduce
Preferisco le immagini che l’immenso offre
ai miei occhi,che le carezzano con cornici
oltre le quali guardo il Volto del mistero
E qui cerco come ladro di scrivere il nome
con caratteri fragili su copertina azzurra
ben sapendo che in quel Volto potrò vivere
Fuggirà un giorno da me senza rumore
in silenzio per ritornare là da dove
è venuta,non più bella e trasparante
immagine come dell’angelo messaggero
ma macchiata dalla mia fragilità,che
mai abbandona lo scorrere della vita
Non so se udrò almeno il suo fruscio
una carezza d’addio per l’ospitalità
che le diedi,un grazie per la gloria
che le mie croci lassù le segneranno
o pure un rimprovero per le pene che
quaggiù come incosciente le preparai
Spero solo che,quando sta per andare
via,rapita dalla sua natura,si fermi
per un attimo,dove posso raccogliere
mendico di perdono le energie ultime
per chiedere ricevere la benedizione
di chi mi accompagna con ali d’amore
La volontà di possesso non ha limiti in questo contesto sociale.
Anzi, più cresce la fragilità economica, più si acuisce l’animus possidendi, senza alcuna considerazione dell’umanità, sacrificata agli idoli del profitto e del consumo.
Purtroppo, oggi chi comanda è solo il denaro, salvacondotto per ogni meta da raggiungere.
Infatti, per chi ha soldi, nulla è impossibile. Non ci sono porte che non si aprono, anzi si spalancano, in ossequio ad un rito quasi feticistico.
Tutto è acquistabile, tutto è vendibile, essendo ormai tutto, cosa e persona, una pedina sulla scacchiera del proprio egoismo.
Auri sacra fames, il dio che calpesta diritti e qualsiasi dignità, distrugge ogni rapporto anche fraterno, in una ragnatela avvolgente cuore e mente, che gravitano a senso unico: la roba.
Eppure, questo dio denaro che genera molteplici forme di idolatria, vestendosi da despota assoluto, non è in grado di comprare nemmeno una spanna di felicità, quella che vive nell’ anima e si legge sul volto di ogni persona.
Non sono un angelo che sale e scende
dal cielo per donare profumi d’amore
a chiunque incontra lungo le sue vie
né un piccolo santo che,pur radicato
in Dio,accetta tutto,anche le offese
che rimbalzano addosso senza ragioni
sono solo un uomo che nulla disdegna
di sé,leggendo quasi in uno specchio
la verità dei suoi deboli crepuscoli
un uomo che sa cercare l’estasi vera
per penetrare il Mistero ultimo,però
sa pure cavalcare le selve del cuore
Sì,sono solo uomo che cade e si alza
trovando sempre in sé vie di ritorno
che indicano come ricomporre l’Amore
E’ il triangolo che segna la vita di ogni uomo, il quale ha davanti a sé o la via della fede, con cui si abbandona a Dio.
Oppure quella della scienza, con cui si affida al proprio ingegno.
Tutte e due le vie vengono da Dio.
Ma c’è una terza via, pericolosa ed artefatta, quella della magia, a cui molti non disdegnano di ricorrere, facendosi cosi avviluppare come insetti nella ragnatela del mago, ciarlatano di turno.
E qui la credulità, che genera illusioni, oltre a svuotare le tasche del malcapitato, lo getta anche nel baratro della prostrazione.
Non è facile percepire la verità in chi ti sta davanti.
L’arte della menzogna è un colore facile e molto usato,
quasi sempre ben combinato con sfumature di semplicità,
che danno sapore di umanità anche al volto che inganna.
E chiunque può cedere alle sue moine spesso impregnate
da parole di lacrime, che allentano le corde del cuore,
che soccombe, accogliendo come vero quello che ascolta.
La maldicenza è una lama sottile, usata con maestria e quasi sempre per gettare alle ortiche la reputazione delle persone, che vengono a trovarsi coperte, all’improvviso, da coltri soffocanti di spine pungenti, senza conoscerne neppure il perché.
Cattiveria a tinte sconnesse, elaborata certamente da menti impregnate di invidia e di pettegolezzo, che scaricano sugli altri il disagio del loro complesso di inferiorità.
Purtroppo, vi sono uomini e donne che, invece, di mettersi in gioco, cercando in sé le spinte propulsive, per imporsi all’altrui attenzione, preferiscono il bisturi della diffamazione, illudendosi di farsi spazio, gettando fango su chi trovano sul loro cammino.
Non solo, ma nel delirio delle calunnie, diventate un’ arte sottile, provano anche gusto sadico nel vedere chi giace sotto il peso dei loro artigli silenziosi, che creano veri e propri omicidi morali.
Infatti, sferzati da queste onde di follia pura, molti rovinano nel cuore e nella mente, scivolando nella ragnatela di un profondo malessere psicofisico.
Come è pesante la miseria, che dimora nell’animo umano!
Sembra un mondo felice, dove tutto si rincorre in circuiti di chiasso
e nessuno avverte l’alito del silenzio, unica voce parlante di verità.
Non c’è niente di reale.
L’effimero fa da padrone e ogni desiderio è un volo d’aquila senza ali.
Finché la vita si lascia sedurre solo da intarsi di moine e da giochi
di luci, senza mai seguire le lancette della bussola, è priva di meta.
È come un recipiente vuoto, le cui pareti rivelano assenza di contenuto,
pur facendosi abbagliare dal luccichio che non disdegna di gustare.