Nasce l’amore
Solo chi si ama,desidera conoscersi bene si cerca ovunque,anche nelle cose deboli Non vola in alto per vedersi tra le nubi ma preferisce stare con chi gli è vicino Soltanto nell’altro eleva la sua umanità e vive il silenzio di […]
Tu mi definisci qualcuno,ma
io non so chi sono e tu che
mi accompagni per tante vie
non domandarmi più chi sono
Ascolti leggi quel che vedi
puoi dipingermi un marinaio
di Dio nella tempesta,forse
un angelo di speranza sceso
sulle continue disperazioni
certo definiscimi come vuoi
purchè mi vedi nella verità
Oggi c’è una indisponibilità strisciante sull’aldilà, come se fosse una parola di disturbo dalle cose terrene, e, quindi, una specie di evasione da tutto ciò che ha il respiro delle realtà di lassù.
Si ha l’impressione che l’uomo moderno preferisce calarsi e perdersi solo nella trama di questa vita, dove nascita e morte è l’unico gioco di alfa ed omega, che segna il traguardo definitivo di ciò che è.
Eppure, nonostante che interpreti e creda di gustare tutto in questo squarcio temporale, non passa inosservata in lui una sottile insoddisfazione, che lo porta a non accontentarsi mai di ciò che passa.
Si, perché non tutti si accontentano della fragilità di questa vita.
C’è in ognuno una latente percezione di eternità; un brivido di infinito che nessuna siepe, di memoria leopardiana, riesce o può ostruire, essendo sempre vivo nel cuore il desiderio di non concludere il viaggio terreno come un qualsiasi fagotto.
Ed è proprio questa sete di eternità che illumina il presente in una visione di accoglienza di tutto ciò che ha il sapore dell’umanità.
La croce al collo per molti è diventata un semplice elemento decorativo, senza alcun riferimento alla sua forza salvante.
Un oggetto da ostentare e non il mistero di liberazione e di amore da vivere.
Nessuno resta piu attratto dalla sua presenza, anche perché chiunque si rende conto che chi la porta al collo o sul petto, lo fa solo per moda e non per conservarla nell’intimo della propria vita.
Finchè anche i cristiani continuano a sfoggiare il legno della Croce come un qualsiasi accorgimento di bellezza esteriore, non saranno mai credibili nè saranno veicoli di conversione e di fede.
Stasera sono troppo triste:vedo cadere
ad una ad una ogni speranza ogni sogno
mi svuoto come un recipiente e asciugo
ogni goccia tanto da toccarne il fondo
Vedo bruciare come pula ogni proposito
sfaldare in un attimo quanto costruito
ancora una volta soccombo e m’arrotolo
come un ragno che la ragnatela soffoca
Eppure credevo di resistere al profumo
della tentazione,pensavo duro lo scudo
di preghiera elemosina digiuno:tutto è
scivolato ai piedi dei soliti pensieri
Adesso mi guardo,capisco che non posso
restare nel torpore del vuoto,anche se
frustrato da colpe,scatto per riempire
la giara del cuore che avevo essiccata
Molti credono e si illudono che siano solo le parole a persuadere la gente.
Invece, non è così. Ciò che la veicola di più a pensare e a dare svolte radicali alla vita sono i fatti, i quali soffiano sempre una silenziosa esortazione.
Ed oggi, più di ieri, la nostra società, frustrata da un forte smarrimento mentale, morale, politico e sociale, ha bisogno non tanto di chiacchiere, ma di fatti.
Del resto, la storia insegna che gli uomini, anche se vengono colpiti dalla bellezza delle parole, alla fine risultano sempre conquistati dagli esempi e, quindi, dai fatti.
Pertanto, se uno vuole convincere o lasciare orme di vera memoria, non deve perdersi in chiacchiere, ma nei fatti, che certamente creano consenso e trascinano alla sequela.
Io so che esiste un cielo
diverso da ciò che ammiro
ove gli uomini non vivono
gli uccelli non si posano
E’ il cielo sognato da chi
medita di vedersi con Dio
è il cielo senza luna,ove
tu accendi stelle d’amore
E’ il cielo vero,ove senza
ascoltare lamenti di voci
senza vedere notte giorno
ti senti nel cuore di Dio
L’identità cristiana non è una etichetta da ostentare a seconda delle circostanze o uno scrigno di emozioni che si apre ad intermittenza, per alleviare la coltre della insoddisfazione interiore.
Oggi molti sono i cristiani di sole labbra, che rumoreggiano la loro fede come un qualsiasi prodotto, ma nell’impatto con la quotidianità, dove ognuno è chiamato a relazionarsi e a misurarsi con l’altro, rivelano poco o nulla di ciò che dicono di essere.
Il loro cuore è come ” un mercato rionale”, dove si trova tutto e il contrario di tutto. Un miscuglio di cose e pensieri che genera soltanto distanza tra fede e vita.
Ed è proprio questa incoerenza che mina la stessa credibilità della Chiesa.
Tu puoi ancora colorare
la mia età con le tinte
che vuoi:chiaro rosso o
blù non importa,ciò che
conta è l’amore con cui
stimi sul viso le rughe
che raccontano chi sono
persino nella polvere e
lasciano tracce,dove tu
leggi in silenzio passi
di storia vera,che sono
echi di una voce intima
che ti sa dire emozioni
e sogni,che mi donarono
grande voglia di vivere
e soprattutto fascino e
desiderio di restituire
ai minimi,privi di nome
quei raggi di amore,che
ancora segnano il cuore
La Chiesa non è un apparato burocratico né un’associazione assistenziale, culturale o politica, ma è un corpo vivente, che cammina ed agisce nella storia. Cristo è la Luce, che tiene unite le membra di questo corpo e il segno, lo strumento di tale riunificazione è appunto la Chiesa, la quale, lasciandosi invadere dalla Luce, è il vero centro di irradiazione della salvezza.
Questa Chiesa, anche se da alcuni viene considerata impropriamente un corpo fermo, chiuso nei suoi privilegi o nello scrigno di una fede da libro, è un popolo sempre in movimento, in tensione continua all’ incontro con Cristo. Guai se non avesse tale capacità, che la fa uscire da se stessa, per portarsi ovunque, soprattutto verso le periferie dell’esistenza, dove insorge realmente la visione dei cristi sofferenti, che la società ignora.
Una Chiesa senza questi respiri fecondi di apertura, senza il desiderio di spalancare le porte per dilatarsi, con profonda relazione, in Dio e nell’ uomo, rischia di ammalarsi, di invecchiare in un semplice gioco autoreferenziale, che soffoca la bellezza dello Spirito Santo, agente primario della sua vitalità.
Del resto, se la Chiesa è un corpo vivente, essa ha un capo che è Gesù, il quale la guida, la nutre e la sorregge. E come la persona, nella sua interezza, non sopravvive, se si separa il capo dal resto del corpo, così la Chiesa non resiste senza essere legata intensamente a Gesù.
Il che dimostra quanto è assurda l’affermazione di coloro che proclamano la loro identità cristiana senza l’appartenenza alla Chiesa. A tale proposito, è bello ricordare quello che diceva Paolo VI:” è una dicotomia assurda voler vivere con Gesù senza la Chiesa, seguire Gesù fuori della Chiesa, amare Gesù senza la Chiesa”.
Nel cuore ho sempre
il vecchio gabbiano
pur volando in alto
ama gli scogli,dove
muto osserva medita
preso dall’infinito
mistero senza paura
Al di là dei limiti
mai da lui misurati
qui agita delle ali
la bellezza leziosa
qui il tempo ultimo
aspetta nel respiro
dolce dell’eternità