Nasce l’amore
Solo chi si ama,desidera conoscersi bene si cerca ovunque,anche nelle cose deboli Non vola in alto per vedersi tra le nubi ma preferisce stare con chi gli è vicino Soltanto nell’altro eleva la sua umanità e vive il silenzio di […]
Farsi consumare l’esistenza dalla fuliggine del tempo, come se il suo scorrere si racchiudesse in uno scrigno senza speranza dell’oltre, è una profonda tristezza.
E’ deprimente vivere, rincorrendo solo vie e sentieri nuovi, per poi vedersi, all’improvviso, vecchio con il volto istoriato di rughe.
Neppure è appagante fermarsi, per affacciarsi al balcone del passato,dove, al di là delle solite certezze materiali, non si trova alcunché di eterno, che abbia dato un senso alla vita. Purtroppo,oggi più di ieri, siamo diventati smaniosi roditori del presente, che dipingiamo in una varietà di sfumature e di ingredienti immediati, senza alcun desiderio di andare oltre la cornice delle cose, dove potremmo capire il vero mistero della vita.
E’ veramente drammatico,amico mio,vedersi timbrati dall’ingratitudine del tempo, che sciupa ogni energia,facendoci quasi un deserto arido, quando, se solo ci guardassimo dentro, potremmo trovare quelle orme di immortalità, che la coscienza, non sempre usata, mai smette di segnalarci.
Aldilà delle mie fragilità che
mai velano il desiderio di Dio
che cerco e trovo nel prossimo
dovunque sia,mi sento appagato
per quello scudo di lealtà che
ho creato e ora veste il volto
il mio volto,ove tutti possono
leggere ciò che vogliono,anche
le fantasie,ma mai vedranno né
sentiranno parole senza verità
Anche se feriscono,perché dure
manifestano sempre occhi leali
dicono sentimenti di sincerità
che non negano aiuto a nessuno
tendono sempre una mano su cui
domani chi vuole potrà contare
Quando vedo resti di un popolo respinti come cani rognosi o trattati come fagotti fastidiosi, mi domando se esiste ancora l’odore dell’umanità.
Purtroppo, è più facile osservare gli animali, che si accolgono reciprocamente,
aldilà del territorio di appartenenza,
e non gli uomini, che innalzano muri o fili spinati, per impedire ogni intrusione.
E questo è il tragico dissolvimento dell’umano, che gli egoismi stanno generando.
Mi chiami e non rispondo; mi cerchi e non mi faccio trovare.
Spesso ho paura di sentirti e preferisco non incontrarti.
Eppure, ti vedo come la mia ombra.
Anzi, come l’unica presenza mai assente.
Mi affianchi o mi precedi, appari o scompari, lasci sempre la tua figura.
E quando sembra che ti allontani, mi fissi il sigillo del tuo amore.
Non dico mai no a chi mi parla con il cuore.
Mi lascio facilmente sedurre, fino a sentirne l’odore, che vibra sul suo volto.
Qui, incantato, leggo emozioni e bisogni, nudi e sinceri, che creano ascolto ed adesione.
Mai chiedo chi è e da dove viene, né mi lascio condizionare dal colore della pelle.
Per me ciò che conta è l’ umano nascosto, che sprigiona la voglia del vero amore.
Ma come potete chiudere gli occhi davanti a questa tragedia umana, che trasuda solo dolore e miseria?
È mai possibile che la visione di migliaia di morti affogati non apre ad alcuna emozione?
E che dire di tanti bambini rapiti dalle onde, sotto lo sguardo esterrefatto degli adulti?
Come è cambiato l’uomo contemporaneo!
Preferisce rintanarsi nel guscio del suo egoismo e guardare gli accadimenti come scene di un qualsiasi film.
Ieri come oggi; oggi come domani.
Tutto sembra scorrere alla stessa maniera,
senza alcun respiro di novità.
Aldilá di chi vive con gli occhi chiusi,
per non arrecarsi fastidio, in realtà,
la visione non presenta scene diverse.
Il film è come un mosaico, dove ogni tassello
è incastonato per recitare il ruolo di povero anonimo,
in una trama di figure sempre uguali: morte e vita, amore ed odio,
donna e denaro, politici in ribasso e giudici in rialzo,
con i soliti ingredienti di ignoranza e di arroganza.
Sapersi uomo e vedersi trattato al di sotto di un cane affamato,
segregato dietro ad una barriera spinata,da cui qualcuno ti lancia un tozzo di pane,
è peggiore che sentire il coltello di chi ti sta decapitando.
Fuggire dalla guerra e dalla morte, per poi ritrovarti come ultimo scarto umano,
cacciato senza pietà, è un morire blasfemo che segna la vergogna dell’umanità
e grida la vendetta agli occhi di Dio.