Nasce l’amore
Solo chi si ama,desidera conoscersi bene si cerca ovunque,anche nelle cose deboli Non vola in alto per vedersi tra le nubi ma preferisce stare con chi gli è vicino Soltanto nell’altro eleva la sua umanità e vive il silenzio di […]
Non trasformate il Sinodo sulla famiglia in un contenitore di reciproche contraddizioni o di posizioni stereotipate. Non imprigionate il fremito dello Spirito nel guscio di una fiera verbale, appesa ai soli principi, che vi allontanano sempre di più dall’odore della sofferenza umana. Spalancate,almeno per una volta, le finestre del vostro cuore. Affacciatevi sulle periferie esistenziali, dove potete conoscere il dramma della miseria, ma anche la tristezza di tante persone, divorziate e risposate, che vivono la loro fede come in un limbo, nel gioco di povere e generiche attenzioni ecclesiali. Avvicinate, dialogate con queste famiglie, che si reputano di seconda classe, e scoprirete quanto sia celestiale la bellezza della loro accettazione e donazione. Non vi chiedono di abdicare alla verità dell’indissolubilità, ma solo di trovare anche per esse spazi evangelici, che le aprono ai respiri di accoglienza e di misericordia.
La visione anemica della fede di tanti cristiani nasce dall’ assenza del desiderio di cercare Dio per trovarlo; e di trovarlo, per cercarlo ancora e sempre.
Purtroppo, il loro cuore non è più in tensione, alla ricerca inquieta di Dio, ma preferisce adagiarsi, chiudersi in se stesso, scivolando nel guscio della sterilità.
Un cristiano che non ha il desiderio di Dio, è solo ” un numero “, che si fa coinvolgere dalle apparenze o dalla capacità organizzativa dei capi, ma non dalla forza misteriosa della Chiesa, che ” si nasconde nelle acque profonde di Dio… acque che agitano il desiderio ed allargano il cuore”.
Un cristiano senza il desiderio di Dio non sa pregare, anzi se prega, intreccia solo parole senza cuore e senza ascolto.
Dice Sant’Agostino:” pregare per desiderare e desiderare per allargare il cuore”.
Il che significa che un cuore incentrato dal desiderio di dilatarsi in Dio, diventa veramente inquieto, finchè non si svuota per riempirsi di Lui.
Del resto, non bisogna dimenticare che il cuore di Cristo è il cuore di un Dio che, per amore, si è svuotato, segnando orme di sequela, sulla cui lunghezza ogni cristiano potesse completamente centrarsi in Lui.
L’ ascolto della Messa non è una moda, ma è la conseguenza di una scelta di vita.
Un vero cristiano non può non sapere che la Messa è il momento centrale della vita cristiana; è la memoria dell’istituzione dell’Eucaristia; è la partecipazione alla Cena del Signore; è la risposta a quanto comandato da Gesù :” Fate questo in memoria di me”.
E se essere cristiano significa diventare seguace di Cristo, può una persona mettersi alla sequela di Cristo, se non ascolta e vive ciò che Lui vuole? Non è forse vero che per molti cristiani la Messa si è ridotta ad un optional, preferendo spesso più una preghiera personale da fare a Dio, ritenuta più libera e sincera, che un ascolto noioso e stereotipato, non sempre di facile comprensione, anche per l’incapacità di chi celebra il Mistero?
A tale proposito, non si può negare che spesso l’indisponibilità all’ ascolto della Messa domenicale presenta delle motivazioni, che affondano le radici proprio nella leggerezza degli stessi preti, poco rispettosi dell’intelligenza dell’assemblea, alla quale offrono una fiera di parole non sempre utili e non sempre idonee a rendere viva e penetrante la parola di Dio.
Neppure però è possibile accettare l’atteggiamento di chi si astiene dall’ascolto, ritenendo che la Messa è sempre uguale. Cosa sbagliata, se si consideri che ogni domenica non è mai uguale all’altra sia per le letture bibliche, sia per la varietà e il numero dei fedeli, sia per il cuore di ognuno, a cui basta una parola, un sorriso o un gesto di accoglienza, per rivedersi una creatura nuova, più aperta alle sorprese di Cristo, che ha voluto perpetuare la Sua presenza vera, reale e sostanziale nell’ Eucaristia, in mezzo a noi.
Ebbene, al di là dell’aspetto obbligatorio di ogni cristiano di andare alla messa, non si può sottacere che essa è l’unica occasione per partecipare alla cena di Dio stesso, morto e risorto per la nostra salvezza
Ovunque noi siamo,il cielo ci guarda
sentiamo il suo respiro che si fonde
al nostro,vediamo il sorriso intriso
di mille colori quando il sole sorge
e tramonta,viviamo la sua malinconia
all’ombra della luna che crea figure
a mò di fantasmi,ravviamo il destino
rincorrendo le sue stelle splendenti
Ovunque siamo,non possiamo diventare
estranei al suo cuore,neppure quando
lasciandosi attraversare da tempeste
gioca con tuoni e fulmini che creano
veri spettacoli di paura e curiosità
ci guarda,ci avvolge con tinte varie
come in saliscendi tra chiaroscuro e
azzurro che dipingono sagome vaganti
Ci guarda ci avvolge ci accompagna e
mai uguale segnala le vie da seguire
che noi,ovunque siamo,a occhi aperti
prenderemo,avendo come guida profumi
di fiori e foglie spezzati,uccelli e
cani bagnati,mucchi di persone oltre
il cerchio del bagnato,e sentiremo e
gusteremo la freschezza dopo l’acqua
“La Chiesa – diceva don Alberione – non ha bisogno di molte vocazioni, ma di vocazioni autentiche”.
Non è il ” numero” che qualifica la vitalità della Chiesa, ma la bellezza della vera chiamata e della risposta sincera in un dialogo tra un ” Io ” che chiede e un tu che grida ” eccomi “.
La necessita del” numero ” banalizza a volte la verifica dell’ autenticità vocazionale e fa guardare non più a Colui che chiama, ma solo a chi si presenta quale ipotetico chiamato.
Ed è un grave errore che facilita accoglienze in chiaroscuro, certamente di sola iniziativa umana e senza quella Voce dall’ alto che la preghiera muove e piega a chiamare.
Oggi, più che mai, è necessario da parte della Chiesa un serio ed adeguato discernimento nella scelta sacerdotale, onde evitare che soggetti psico-affettivamente immaturi cerchino riparo in Essa, per appropriarsi di un ruolo, che l’impatto con la realtà potrebbe farlo esplodere in comportamenti rovinosi per la Sua stessa immagine.
Cosa che purtroppo si sta verificando in questi ultimi tempi, dove alcuni accadimenti, come quello di Mons. Krzysztof, che grida il suo amore omosessuale, infastidiscono la mente e il cuore di molti cristiani, i quali, al di là del perdono da non negare mai a nessuno e senza mai perdere la fiducia nei veri sacerdoti, auspicano dalla Chiesa decisioni in materia più severe.
Ho l’impressione che chi non sa ascoltare, non ha imparato ancora a parlare.
Anzi, può anche parlare, ma spreca solo le sue parole.
Non conoscendo la bellezza del silenzio, non sa neppure misurare quando basta un gesto o uno sguardo, piuttosto che una parola .
Se oggi molti si perdono in girotondi verbali, é perchè non hanno mai attinto alle fonti dell’ascolto, dove il silenzio parla e veste la vita di verità e sincerità.
E queste sono le uniche parole che creano l’ ascolto e plasmano chiunque le fa sue.
Molti misteri ci camminano accanto
troppe cose sono senza spiegazione
viviamo nel cuore della notte nera
ove le stelle sono solo nei chiari
Spesso ci alleniamo per capire ciò
che non parla o appare,ci fermiamo
ci muoviamo stupiti,ma non andiamo
oltre,dove possiamo vedere il vero
Gli occhi osservano si dimenano,ma
non vanno aldilà,più che penetrare
il cuore dei misteri,amano restare
sulla soglia,giocando con le fiabe
Eppure in tutto quello che vediamo
e ci passa vicino,vibrando misteri
le corde dell’anima possono aprire
la nostra mente alla luce del vero
Per dare sfogo ai tanti pensieri segregati, scrivo su pagine bianche linee e cerchi concentrici,
arcobaleni strani quasi incolori, che si coinvolgono e si intersecano con intarsi sconnessi.
A primo impatto, non mi dicono nulla.
Poi, fissandoli, impregnano gli occhi di immagini, che sembrano dare un volto a quel mondo
che insorge e mi regala fragili fantasie.
Sono istanti liberi, che mi donano visione di sguardi e sorrisi, ricordi di dolcezza ed amarezza,
pensati e mai espressi, perché chiusi in un castello di pietra, dove il cuore aveva paura di rivelarsi.
Nel tempo verrai certamente ricordato
fino a quando la coltre della polvere
non avvolgerà il tuo nome nei meandri
del passato,dove ognuno si fa mistero
Qui nessuno,per quanto si sforzi,avrà
possibilità di sentire vecchi sospiri
o decifrare sembianze di nomi o volti
è uno scrigno che sembra vuoto,invece
è vivo,accarezzato dal mistero di Dio
che non dimentica nulla,tutto ricorda
persino il tuo nome scritto da sempre
nel Suo cuore,in cui già qui tu trovi
la speranza che vivrai oltre il tempo
ed anche se dimenticato quaggiù,sarai
lassù bello come un angelo,che semina
anonimi profumi del cielo sulla terra
Tu non sarai mai innamorato dell’amore, se continui a sciupare gli istanti della vita solo per le cose che hai o vuoi, e non per la bellezza del cuore.
Forse parleresti meno e non spenderesti troppo tempo, se avessi contezza che ti resta solo qualche pezzo di vita, e nessuna tra le cose che ti guardano, può regalarti un respiro.
Ti ameresti certamente molto di più e daresti valore alle cose non per quello che valgono, ma essenzialmente per quello che significano.
Scioglieresti i tanti legami sbagliati che intenebrano il cuore, soffocandolo nella morsa del fittizio, e ti sveglieresti felice al canto dell’amore, che fa dire a chiunque incontri:” io ti amo”.