Nasce l’amore
Solo chi si ama,desidera conoscersi bene si cerca ovunque,anche nelle cose deboli Non vola in alto per vedersi tra le nubi ma preferisce stare con chi gli è vicino Soltanto nell’altro eleva la sua umanità e vive il silenzio di […]
Due stili di autorità leggo nelle affermazioni di Papa Francesco: uno, comandare per dominare, cosa che non gli appartiene; l’ altro, servire gratuitamente, cosa che traduce la sua vita in un costante servizio al popolo di Dio. In questa diversa interpretazione, vedo la lontananza tra il cuore del Papa, che cerca e si annienta come servo in chiunque, e tanta gerarchia, che, non riuscendo a staccarsi dalle maglie del potere, scivola in una cattiva gestione dell’autorità.
E’ proprio vero che nella chiesa vi sono – come dice Papa Francesco – ” arrampicatori “, che avanzano con un alpinismo felpato e costante; e senza mai incrinare la sagoma della propria esteriorità spirituale, raggiungono ogni meta.
E sono tanti, che, sin dall’inizio, si preparano nella provetta del potere, spesso ben guidati da maestri, che, prima di loro, hanno fatto lo stesso cammino.
Costoro mai sentono l’ odore delle pecore né si lasciano commuovere dalla gente stanca, che bussa alla porta delle sacrestie, per deporre le sue difficoltà.
Preferiscono la bellezza delle stanze chiuse e dei corridoi di rappresentanza, guardando cose e persone attraverso gli oblò filtrati da altri.
Ed oggi, molto più di ieri, questa voglia di toccare la vetta del potere occupa il cuore di tanti e circola già dai seminari, dimenticando come Gesù rimprovera Giacomo e Giovanni,che volevano un posto di potere nel suo regno: ” … Ma voi non sapete cosa chiedete”.
E spesso sono proprio questi arrampicatori, non sempre i piu bravi, che interpretano il potere non come servizio,ma come ostentazione di sé ,facendosi antipatici e rendendo triste la Chiesa.
E’ un momento di particolare fragilità economica quella che il nostro Paese sta vivendo, avvolto peraltro da una ragnatela politica, intarsiata di idee e comportamenti deboli, che nulla o poco fanno per invertire la bussola del disorientamento.
Infatti, non si può sottacere che il potere, al cospetto di tanta crisi, invece di tracciare nuove strade di rinnovamento, finalizzate alla eliminazione delle strutture intermedie frenanti ogni iniziativa personale ed imprenditoriale, si pavoneggia solo in una fiera verbale, che ha l’ unico scopo di difendere e garantire le proprie posizioni di privilegio.
E’ veramente avvilente assistere alla quotidiana commedia del mondo politico, che recita sempre sugli stessi canovacci con promesse che brucia appena proclamate, mentre si fa sempre più pesante la sofferenza dei vecchi e nuovi poveri, i quali cercano rifugio e comprensione esclusivamente nelle strutture di carità.
E ciò che crea rabbia è lo sperpero del denaro pubblico che, invece di essere veicolato verso le emergenze di solidarietà, viene consumato dai centri di potere persino per il loro superfluo. E’ il solito quadro della vergogna, sfumato in cornici di apparenze ingannevoli, che cedono al cospetto della verità processuale, triste intarsio di compromessi e di latrocinio. Un siffatto contesto, oltre a produrre smarrimento mentale, morale, sociale ed economico, con profondi steccati verso chi governa, innalza anche il livello di paura di perdere quel poco che si possiede.
Per cui chi ha, non spende; chi non ha, si fa mendico in cerca di sopravvivenza.
E, mentre l’indebitamento pubblico continua a prostrare il Paese, afflitto dalle fauci di un fisco, che non conosce limiti e che con grande fantasia conia, anno dopo anno, nuovi balzelli, è facile constatare la disperazione di chi, vedendo naufragare i tanti sacrifici in rivoli di appannaggi personali o partitici, compie gesti inconsulti, pur di liberarsi dalle tante arpie fiscali, che spesso non hanno alcun sapore di umanità.
Naturalmente tali situazioni di profonda precarietà e sofferenza generano negli uomini di buona volontà un approccio interpersonale qualitativamente diverso, non fatto di semplice e freddo corrispettivo tra prestazione e controprestazione, ma di comprensione e, soprattutto di una attenzione veramente umana, che nasce dal cuore e discende sul versante di questo terribile quotidiano, che coinvolge tante famiglie ed imprese già sull’orlo di una seria esplosione. Alla luce di tali considerazioni, che certamente non possono non stringere in una morsa di pensosità, è fortemente deprimente osservare lo scialacquio di denaro pubblico in barba ai morenti di fame e ai tanti portatori di carità, che agiscono in nome e per conto di Cristo.
Nessuno può percepire l’odore vero dell’uomo, se non ascolta prima i battiti del suo cuore,
impregnati di tante tensioni,che trovano in esso riparo e sono un pò come quelle ore pesanti
che segnano il crepuscolo di un sogno.
Se le apparenze offrono profumi diversi, anche se spesso nascondono profonde tristezze,
solo nella scoperta del deserto interiore silenzioso, dove si annida l’angoscia del quotidiano,
si può conoscere la sua storia.
Qui egli, a tu per tu con la solitudine, rumina passato presente futuro in un intarsio di gioia e tristezza,
di rassegnazione e ribellione, di affetti vivi ed infranti,e rivela lo spessore di ciò che é: un uomo
sempre bisognoso di qualcuno con cui condividere se stesso.
Oggi nulla riscalda più la nostra fantasia.
E poco o niente risveglia la nostra poesia interiore, sopraffatti come siamo dai miti che altri hanno creato per noi.
Se prima un semplice sorriso ricevuto era fonte di stupore, tanto da far germogliare petali di pensieri, adesso ogni gesto, anche il più interessante, passa inosservato, senza neppure bussare alla porta della meraviglia.
Così, pur non mancando tante cose meravigliose,che ravvivano il nostro frattempo, con amarezza dobbiamo denunciare che attualmente, nel cuore dell’uomo, manca la gioia di stupirsi.
Siamo diventati aridi, prigionieri di un deserto, che brucia tutto, anche i barlumi di novità.
Purtroppo, non sappiamo più meravigliarci, perché piu che aspirare alla sapienza, pensiamo solo alla conquista delle cose.
Le quali, a differenza della prima che apre lo scrigno dello stupore, ci massificano nei granai dell’indifferenza e della noia.
Una politica gridata rivela solo assenza di idee,voglia di presenza in una società
che viaggia troppo facilmente con il vuoto.
La sua continua ostentazione di cambiamento, cercata spesso con volgari inversioni di linguaggio,
é solo un ibrido di furbizia.
Leggendo con attenzione gli accadimenti ed osservando la passerella mai in disuso
e sempre più frequentata dai nuovi mercanti di parole,si sente solo odore di pochezza
ed un profondo senso di indisponibilità persino alla visione e all’ascolto.
Cosa che schiude la memoria del passato ed allarga la stima verso quel mondo politico,
che faceva della parola un’arte di eleganza.
La vita è la più grande meraviglia di Dio.
Un dono inestimabile che racchiude il Suo infinito trasporto verso l’uomo,
la cui risposta è quella di viverla con profonda intensità e,soprattutto,
con passione,onde evitare di morire lentamente nella ragnatela soffocante della miopia.
In ogni suo istante, in ogni frammento di esistenza c’è sempre qualcosa da scoprire, una novità da gustare, un futuro da progettare.
Chi non si appassiona alla vita, toccando tutte le corde ad essa sottese, mai ascolterà il profumo della sua armonia né l’ amerà con la voglia di viverla bene, rischiando cosi di morire a piccole dosi.
Viceversa,chi anche nell’ istante è presente a se stesso e lo vive con stupore come se fosse l’ ultimo compendio della propria vita, vivrà veramente bene ed ogni attimo sara un arcobaleno che gioca tra il cielo e la terra.
Il vostro disinteresse alla politica è il dono più gradito ai politici, i quali, al di là del tempo, ormai stancante per la visione dei loro soliti teatrini, nulla o poco fanno per coinvolgervi seriamente ed adeguatamente.
Pertanto, le scene sono calpestate sempre dagli stessi, molti dei quali mestieranti senza idee, che hanno un solo obiettivo, quello di riempire il proprio bagaglio, raccattando persino gli scontrini, per dimostrare fantomatiche spese, che rilassatezze normative attribuiscono al loro ipotetico lavoro di onorevoli.
E voi, come gabbiani sugli scogli, continuate ad osservare le solite acque, incuranti del vocio della spiaggia, che anela ai movimenti della vostra fantasia.
Svegliatevi, aprite il cuore alle sorprese che la speranza vi dona. Non permettete che un politico nasca e muoia tale, solo perché ha saputo costruirsi un castello di oro,anche se di terracotta a livello di idee.
La società ha bisogno della vostra bellezza comportamentale, dello specchio del vostro cuore, della scioltezza della vostra intelligenza e volontà.
Imparate sempre, al di là dell’ età, da chi ha idee e crea; invece, contestate sempre gli stereotipi senza idee e creatività, amanti solo dei compromessi e delle bustarelle.
Non credete al dispiacere dei politici per le basse percentuali elettorali: ad essi interessa solo vincere ed avere il plauso dal loro padrone di turno.
Ciò che mi affascina è l’ eternità
che porto in me: anche se la vita
la sfiora o la cala in una coltre
di oblio, è sempre là nel bagliore
della bellezza come ultimo riposo
all’ insonnia che il tempo produce
Ciò che voglio e perseguo con forza
è scrollarmi le tenebre dagli occhi
subito, appena l’oscurità mi scivola
addosso e segna l’ ansia del peccato
Non consento che sommergano l’ anima
tra le spine, affogando la fioritura
dello spirito, che scioglie e libera
pure nella notte petali di bellezza
Anche se fragile, come uno stelo che
si piega senza però spezzarsi, corro
sempre fuori dal cerchio dell’ ombra
per entrare nel cuore della clarità