Nasce l’amore
Solo chi si ama,desidera conoscersi bene si cerca ovunque,anche nelle cose deboli Non vola in alto per vedersi tra le nubi ma preferisce stare con chi gli è vicino Soltanto nell’altro eleva la sua umanità e vive il silenzio di […]
Quanta amarezza accarezza oggi lo sguardo della gente!
È come un alito di vento incerto, che non passa inosservato.
Procura fruscii, che sembrano soltanto tante voci di delusione.
Sfumature diverse, appese all’ orizzonte di un futuro di precarietà.
Ed è proprio qui che le grida delle promesse vengono soffocate
dalla mancanza sia del necessario che del superfluo.
È l’amarezza della povertà incombente,che la vergogna nasconde
e la necessitá scrive sul volto di chi, per strada, allarga gli occhi,
non disdegnando ciò che giá si è fatto straniero ai suoi desideri.,
Mai mi fermo alla soglia dell’orizzonte
Vado sempre oltre.
Non per curiosità,ma per ritrovarmi
nel cuore dell’infinito,dove scopro
chi veramente sono.
Guardo le mie mani,non le trovo più come prima
sembrano quadri invecchiati pieni di striature
assomiglianti a delicate tortuosità insenature
sottili brevi inscenate dalla pelle increspata
che rivela il tempo della vita non più giovane
ma già nel risucchio del traguardo ultimo,dove
pur mancando la voglia di vedere ciò che resta
mi fermo a conteggiare gli anni che ho vissuto
A me piace stare da solo.
Lontano dal chiasso mi sento diverso, provo nuovi fremiti,
che mi aprono all’ Amore vero.
Gli parlo e mi parla, mi ascolta e l’ascolto: un dialogo tra amici,
che mi rende sereno e mi fa vedere tutti gli altri in uno specchio
di profonda umanità. Qui, in silenzio, mi cerco e mi sento cercato.
E quasi sempre ci ritroviamo e camminiamo insieme sull’arcobaleno del cielo,
dove l’ anima avverte il fruscio di Dio, una scia penetrante, che mi indica
le vie da fare, per giungere al porto della pace.
Ho visto l’incredibile.
Protagonisti di ieri, con gli occhi tristi,
trafitti da tanti pensieri, appesi a vecchi ricordi,
vivere senza entusiasmo nella solitudine
di una grande Casa per Anziani,
dove sorriso, dialogo, amore
sono ormai ad essi stranieri.
Su ognuno poso lo sguardo
e leggo subito l’angoscia dell’ abbandono
nella semplicità di un saluto, che risponde al mio.
Non c’ è nessun altro, se non i loro corpi
seduti e sparsi qua e là, in un profondo silenzio
e solo desiderosi di un respiro di gioia,
tanto è la visione del dolore e la collera verso chi
come fagotti, li ha depositati in quelle pareti fredde.
Le mie lacrime sono diverse dalle tue.
Le mie rivelano profumo d’ amore, le tue solo odore di rabbia.
Io corro sognando circuiti senza trofei,
per cui perdere o vincere nulla mi toglie o mi aggiunge.
Resto sempre me stesso, felice di ciò che sono e se piango
è solo perchè vedo altrove e non in me tanto dolore.
Nulla di ciò che è umano trascuro: esso mi appartiene.
Invece, tu piangi con gli occhi chiusi, consumato dalla morsa
del tuo cuore, scivolato in tanti rivoli di delusione.
Sì, perche hai voluto appenderti solo ai tanti arcobaleni di gloria,
sui quali credevi di camminare come se avessero avuto basi solide,
ma ti sei ritrovato giù come un fagotto.
Ecco perchè è più duro il dolore di chi rovina, dopo aver pensato solo a se stesso.
Fra poco nel giardino resterai solo tu,bianca Diana
non più attenta guardiana di chi bussa,entra e esce
ma padrona con gli occhi bassi,smarrita tra sguardi
di carpentieri,che neppure scorgono la tua presenza
Nessuno più ti guarda,ti coccola,t’allunga qualcosa
nè t’incuriosisce chi ancora cerca i chicchi di uva
prugne o fichi tra le foglie di alberi già demoliti
tutto è mutato,persino i sentimenti sono volati via
Quando la luna scompare, soffocata dalle tenebre e tu assisti al suo nascondersi, nulla brilla come prima, anzi tutto sembra vestirsi a lutto e gridare il dolore di un mondo, che come un fuscello viene portato via dal vento.
Nulla è uguale alla visione di prima, persino le strade si perdono senza meta e tu quasi cammini a tentoni , con le braccia allargate, come uno che non vede.
E’ la notte oscura del cuore, sfinito nel guscio di pensieri pesanti, incapace di affacciarsi dall’ oblò della sua stiva, per guardare lontano, in alto, al di là della luna in apnea, dove ogni tenebra si scolorisce, fino a mutarsi in stella luminosa.
Qui e solo qui puoi liberarti dalla coltre funerea e riprovare l’ ebbrezza di ciò che è ancora dentro di te: il respiro dell’anima, che, al di là del buio, cerca e trova sempre la via della misericordia di Dio, che, con amore, trasforma l’ oscurità in oasi di luce.
Da chiunque vado,so sempre ciò che devo chiedere
non ho fretta,misuro ogni parola,fisso gli occhi
di chi mi ascolta e spesso ricevo ciò che voglio
Invece quando vengo da te,non trovo parole,fremo
nel poco che dico,non ti presento nulla,balbetto
solo un saluto voluto dal tempo che mi porta via
Eppure tu mi daresti molto di più,se avessi fede
pure un granellino potrebbe piegare il tuo cuore
e trasformare in un miracolo vero ciò che chiedo
Quando hai voglia di piangere,nasconditi
assaggia il silenzio dell’anima e medita
Trova e rispondi ai perché dell’angustia
poi,se vuoi,puoi piangere pure a dirotto
Non impoverire la bellezza delle lacrime
sono preziose,per scivolare nelle inezie
Riservale per momenti seri,che di sicuro
vivrai e vibreranno non senza sofferenza
Qui vale la pena sentire odore di pianto
che libera cuore e mente dalle fragilità
Chi teme di piangere o non ha mai pianto
è solo uno che veste,ma non vive da uomo
La ragione di chi piange è nel suo cuore