Nasce l’amore

Solo chi si ama,desidera conoscersi bene si cerca ovunque,anche nelle cose deboli Non vola in alto per vedersi tra le nubi ma preferisce stare con chi gli è vicino Soltanto nell’altro eleva la sua umanità e vive il silenzio di […]

Amami come sono

Amami come sono e non per ciò che sembro non cercare in me ciò che è in te:sbagli Ognuno ha in sè qualcosa di irripetibile tu,se vuoi,puoi imitarlo,ma mai copiarlo Forse ti impressioni per la mia maturità non desistere,sarai certo […]

Il miracolo delle lacrime

Chi non ha mai pianto non è un vero uomo e tanto meno ha una fede viva. Tra i tanti miracoli dell’umanita quello delle lacrime è  il più bello, perché schiude il cuore alla gioia e al dolore, al sorriso dell’accoglienza e […]

Chi bussa alla porta?

Non affogare la vita nello scrigno d’oro ogni cosa vive nel segno del provvisorio Nessuno si appaga in quello che possiede nè depone le ali,usate sempre per volare Chi ha,più vuole e si preoccupa di avere è come una trottola,mai […]

Più tempo per me

Ho consumato troppo tempo,senza avere nemmeno un istante per poter misurare la cifra tra ciò che ero ed oggi sono Sempre immerso nell’immediato,tutto m’è sfuggito di mano persino l’ombra del silenzio,dove guardavo al mio futuro Ora conto attraverso le rughe […]

 

Estasi dell’Invisibile

Mentre tutti dormono nell’oscurità della notte

e le stelle si sforzano di illuminare il cielo

in un gioco al chiaroscuro,che l’uomo squarcia

con le lunghe frecce del suo genio,mi riannodo

con i pensieri,che si schiudono come crisalidi

a vibranti tenerezze d’amore e ad echi di voci

che danno alle labbra la linfa di parole nuove

Ed io mi sento un altro nel quale risuona viva

una musica dimenticata,che esce dalle gallerie

profonde dell’anima e quasi alata m’accompagna

in un viaggio solitario senza strade e bussole

sulle stelle,stringendo note di bellezza unica

che sfiorano il canto degli angeli e dipingono

nel cuore i colori dell’ estasi dell’ Invisibile

Nessuno troverà Dio per dovere

Non ci sono statistiche capaci di stabilire tempi e circostanze per incontrare Dio.
Nè esistono vie e luoghi privilegiati, per sentire il suo profumo.
Egli seduce sempre, all’improvviso e nel momento in cui uno meno se l’ aspetta.
A volte, persino nelle cose insignificanti vengono fuori orme di divino, che fanno inciampare in veri e propri tesori, che rivelano la bellezza della Sua presenza.
Nessuno troverà Dio per dovere.
Ma tutti lo potranno conquistare per la gioia che dona a chiunque lo incontra.
E  la gioia non è qualcosa, ma qualcuno: è Cristo, l’Unico che sa parlare al cuore dell’ uomo, per dirigerlo verso il tesoro della speranza, della luce, del cielo.

cestini di carità

Posso essere stregato da tante fantasie di gloria

che celano fugaci guinzagli di chiusura all’altro

per non indebolire il filtro divorante della meta

ma nessuno sarà mai estraneo al cuore,la cui vita

è un moto costante di andata e ritorno,per donare

non parole di facile consumo,ma cestini di carità

quelli veri,che fanno sognare sentire la presenza

del Cristo in ogni condizione d’abbandono miseria

dove mi leggerò mi vedrò nei lineamenti del Volto

 

 

L’energia dei tuoi talenti

ipocrisiaNon avvicinarti all’altro, pensando di renderlo usabile per ciò che vuoi.
Aldilá delle delusioni che mai mancano alla finestra di ogni prospettiva,
è poco esaltante svilirti nella rincorsa ad una meta che pone a supporto
modelli di pensieri, che trasformano il gusto dell’umano in povera cosa.
Se vuoi e puoi, utilizzi solo ciò che è in te: poco o molto, non importa.
Ciò che conta è la gioia che provi nell’usare l’energia dei tuoi talenti

Una tacita preghiera

Nell’ora della notte,quando tanti dormono
ponendo in oblio ansie e gioie del giorno
io sprofondo nell’estasi del silenzio,ove
a tenere sveglia la mia anima è la Parola
che si fa immagine dell’Amore e m’avvolge
gemmandomi nella bellezza del Suo mistero
Nell’ascolto io mi apro e sento che anche
le mie parole emettono un profumo diverso
come se fossero effluvi della Sua potenza
La interpello e da Essa attento mi lascio
interpellare,vivendo una tacita preghiera
che fa sibilare le corde del cuore di Dio

Senza più sirene

nonsaQuando avrai il coraggio di dire basta a chi, approfittando del tuo affetto,
ti invade, fino a suggestionare il sí con il no e viceversa,
significa che stai per essere un vero uomo.
Non più prigioniero della parola calamita, che ti stringe in una morsa
e ti rende mendicante di un sorriso o di un gesto d’amore, ma libero
come un’aquila, che conosce la sua dignità e vola senza più sirene.

 

Tu ridi, io rido

uomoTu ridi, io rido.
Ci rincorriamo, ridendo come due bambini,
in un girotondo di sguardi,
che presto finiscono nel pianto.
È il nostro mondo,
fatto di continui sorrisi,
maschere di occasioni,
che nascondono l’amarezza delle lacrime.

SECONDA DI AVVENTO

secondaNel cuore della storia umana, Dio si è fatto vedere, senza cessare di essere nascosto, in un volto, quello di Gesù. I brani biblici di questa seconda domenica di avvento sono un richiamo a credere che Dio è veramente venuto nel mondo; che l’eternità realmente è entrata nel tempo; che la storia non è un rincorrersi di vicende umane senza Dio, ma è una storia di salvezza nella quale Dio è coinvolto in prima persona. Il suo ingresso nella storia viene posto dall’evangelista Luca in una cornice di coordinate temporali: siamo cronologicamente nella Palestina, durante l’impero di Tiberio, successore di Augusto, tra il 26 ed il 29 dopo Cristo; vari sono i personaggi che Luca riferisce, quasi per chiarire non solo la situazione politica e morale della Palestina, ma soprattutto per sottolineare che la figura di Gesù non è un’idea, un mito oppure un’entità vagamente spirituale, ma è una realtà storica, una persona divina, inseritasi nel nostro orizzonte terreno, per edificare il regno di Dio: regno di giustizia, di vita e verità, di santità e grazia e di amore.

Ma aldilà di questa inquadratura cronologica, che ci proietta in un momento storico nazionale ed internazionale dell’impero romano, il testo del Vangelo odierno rivela un ritratto limpido della persona di Giovanni Battista e della sua predicazione. Un ritratto modellato sulle parole  – del profeta Isaia, profeta anonimo, a cui si attribuiscono i capitoli  40 – 55 del libro – nelle quali si canta il ritorno degli Ebrei, esuli a Babilonia, alla terra dei padri. Un ritorno che viene presentato come una processione liturgica, nel canto e nella gioia, la quale si snoda nel deserto tortuoso della Mesopotamia e della Siria.

Proprio in tale contesto si inserisce l’immagine della strada, della via che deve diventare un tracciato rettilineo e pianeggiante, che permette l’accesso, in modo sereno e tranquillo, al tempio di Gerusalemme. Adesso, possiamo comprendere il contenuto della prima lettura del profeta Baruc, il quale invita gli Israeliti, esuli dall’esilio, a percorrere con gioia la via della libertà verso la salvezza:” poiché Dio – dice il profeta – ha stabilito di spianare ogni alta montagna e le rupi secolari, di colmare le valli e spianare la terra, perché Israele proceda sicuro sotto la gloria di Dio”.  Una frase questa che stabilisce un ponte ideale con quanto grida Giovanni  Battista:”Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! Ogni burrone  sia riempito, ogni monte e ogni colle sia abbassato; i passi tortuosi siano diritti; i luoghi impervi spianati. Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio”.

Ci troviamo al cospetto  di immagini forti, che sembrano alludere a trasformazioni sostanziali nella configurazione del deserto; invece, esse prospettano una profonda conversione, autentici cambiamenti personali e sociali, una vera inversione esistenziale di mentalità e di cuore.

“Preparate la via del Signore”, significa appunto rimuovere tutto ciò che ritarda oppure impedisce il Suo ingresso nei nostri cuori. Dio non entra là dove esistono “le alture” dell’arroganza e dell’orgoglio; là dove ci sono gli “avvallamenti” della freddezza e dell’indifferenza; là dove imperversano le tortuosità morali e spirituali.

“Preparate la via del Signore” , significa riconoscere il proprio essere creature, fatte dal proprio Creatore, per gustare la bellezza e la fecondità della filiazione adottiva; significa abbassare, a livello sociale, il fossato che separa i ricchi dai poveri, riempiendo le lacune della fame, della ignoranza e della povertà. Il grido del Battista, acuto e penetrante insieme, oggi più che mai riveste tutta la sua forza propulsiva, in quanto si è allargato il deserto dell’incredulità e dell’apatia religiosa; si è acuita l’indisponibilità alla accoglienza degli ultimi.

Pertanto, l’Avvento si pone come presa di coscienza di tale smarrimento e, nel contempo, come esigenza di condivisione dei valori essenziali del Vangelo: amore verso Dio e amore verso il prossimo. L’unica via di accesso alla casa del Padre.

 

 

 

 

Fisso come un bambino

Fisso come bambino un cielo inespressivo
che ostacola ogni voglia di contemplarlo
sembra un panno scuro bagnato,che stenta
a cadere pur rumoreggiando un pò ovunque

All’improvviso in un gioco di luci folli
intervallate da tuoni simili a cannonate
comincia a diluviare,risucchiando presto
ogni vivente,che cerca ripari alla morsa
dell’inatteso nei nascondigli di fortuna

Guardo dall’alto e incosciente non tremo
anzi sono preso dalla natura,che ostenta
la potenza come in un sogno,per destarsi
subito dopo in un arcobaleno di serenità

Vado avanti

prodStanco, ma non distrutto,continuo a camminare.
Non tanto per me, quanto per gli altri.
Non mi fermo mai, se non per guardarmi dentro
e chiedermi se vale la pena, dopo aver scoperto
l’ingratitudine di chi beneficia del mio sudore.
Vado avanti, convinto che quanto mi tormenta
è poca cosa rispetto ai tanti battiti di gioia,
che il cammino mi crea,  man mano che vedo la meta.