Nasce l’amore

Solo chi si ama,desidera conoscersi bene si cerca ovunque,anche nelle cose deboli Non vola in alto per vedersi tra le nubi ma preferisce stare con chi gli è vicino Soltanto nell’altro eleva la sua umanità e vive il silenzio di […]

Amami come sono

Amami come sono e non per ciò che sembro non cercare in me ciò che è in te:sbagli Ognuno ha in sè qualcosa di irripetibile tu,se vuoi,puoi imitarlo,ma mai copiarlo Forse ti impressioni per la mia maturità non desistere,sarai certo […]

Il miracolo delle lacrime

Chi non ha mai pianto non è un vero uomo e tanto meno ha una fede viva. Tra i tanti miracoli dell’umanita quello delle lacrime è  il più bello, perché schiude il cuore alla gioia e al dolore, al sorriso dell’accoglienza e […]

Chi bussa alla porta?

Non affogare la vita nello scrigno d’oro ogni cosa vive nel segno del provvisorio Nessuno si appaga in quello che possiede nè depone le ali,usate sempre per volare Chi ha,più vuole e si preoccupa di avere è come una trottola,mai […]

Più tempo per me

Ho consumato troppo tempo,senza avere nemmeno un istante per poter misurare la cifra tra ciò che ero ed oggi sono Sempre immerso nell’immediato,tutto m’è sfuggito di mano persino l’ombra del silenzio,dove guardavo al mio futuro Ora conto attraverso le rughe […]

 

La voglia delle vetrine

Sembra di vivere in un mondo, dove tutto si consuma nella voglia di guardare le vetrine
e desiderare le ultime novità.
È una frenesia continua, non fatta di semplicità, ma di sola immagine, per la cui custodia
ogni desiderio subito si allarga nell’orizzonte degli acquisti in contanti o a rate.
L’immagine, impressa in tante apparenze, é un trofeo da conquistare, anche se il prezzo da pagare
spesso é molto alto.
Purtroppo, per tanti ciò che conta é riempire di sè la bocca di tutti, lasciare ovunque
una scia della propria bellezza,
anche se quasi sempre non manca la consapevolezza di essere dei recipienti vuoti,
che neppure gli acquisti possono colmare.

Occhi che brillano

Tu cammini con gli occhi chiusi.
Hai paura di vedere il mondo trascurato, che ti osserva.
Tremi al suo sguardo.
C’ é qualcosa in esso che dilania certamente il cuore come una lama sottile.
Non é facile sottrarti ad occhi che brillano,  pur smarriti nel vuoto,  adagiati su di un corpo,
dove ogni costola é visibile ed assetata di fame e le mani e le gambe restano ferme,
quasi impietrite,  perchè prive di energia.
Tu guardi solo ciò che ti piace,  pur sapendo che al di là del sipario,  del tuo piccolo sipario
vive tanta gente,  a cui il piacere é solo un eterno straniero.
Eppure, sono proprio gli occhi,  trafitti dalla miseria,  di tanti piccoli cristi,  che ti potrebbero far gustare il piacere della vera umanità.

un’amica fata

Quando incontrerò un’amica fata,

che mi racconterà ciò che cantano

gli uccelli,ciò che si dicono

senza parlare gli amanti,cosa

si sussurrano sotto il peso gli asini,

come concordano le decisioni e come

passano dalle bugie alle verità

i politici,che cosa vaga nella mente

di ognuno e della bestia che ha fame,

allora, e soltanto allora potrò

imparare anch’io l’arte della fata.

 

 

L’idolatria di se stesso

idolatriaViviamo oggi  in una sorta di sonnambulismo, che soffoca ogni respiro di apertura alle sorprese che l’altro, come in uno scrigno, nasconde in sé.

Ogni gesto o pensiero è puramente automatico, come se nascesse da un mondo indisponibile a qualsiasi  accoglienza, pago solo di se stesso.

Tutto viene centrato in  noi, in un girotondo che porta  sempre al medesimo  punto: io… io…  solamente io .

Una spirale di egoismo devastante, che rinserra cuore e mente nei soliti granai dell’autosufficienza.

Qui non c’è nulla o solo parvenze di umano, essendo  tutto, pensieri ed azioni, focalizzato  dall’unico obiettivo: l’idolatria di se stesso.

Il dolore di Cristo

Mai girerò le spalle al pianto della sofferenza.

Passerò sempre la frontiera e andrò là dove c’è

sempre qualcuno che aspetta una stretta di mano,

uno sguardo un sorriso un segno di vera umanità.

Andrò  là dove posso farmi contagiare dall’amore

nella visione di un mondo che brucia di miseria,

stravolto da ogni forma di stupido appannamento,

che vede più la dignità dell’animale che l’uomo.

Andrò mi fermerò indosserò il grembiule leggero,

servirò,modulando l’arpa della bontà, che mostra

come un uomo si riconcilia con l’altro,cercando

nella favela dell’abbandono il dolore di Cristo

 

È difficile fare il cristiano

È veramente difficile fare il cristiano, anche se a parole é possibile seguire Cristo, parlare di Lui, ostentare la fede.

Nella realtà non si può negare che ogni respiro della società freme aspirazioni diverse,  quasi sempre lanciate a raccogliere frutti di piacere o di guadagno.

Le parole chiavi che racchiudono il profilo vero del cristiano:rinnegare se stesso, prendere la propria croce, perdere la vita per il Vangelo, oggi non trovano spazi concreti, essendo un po’ tutti sedotti dalla cultura delle cose,  dalla frenesia delle apparenze.

Eppure, Gesù non parla inutilmente;  anzi, per dare consistenza alle sue parole, le realizza prima nella sua persona.

Si svuota di Sè, si annienta per riempire ed arricchire gli altri,  i quali poco o  nulla fanno per uscire dallo scrigno dell’ io e vedersi nella povertà degli ultimi, che gemono sotto il peso della croce.

Purtroppo, per molti cristiani è più facile predicare la croce da imporre agli altri, che prendere la propria in conversazione con Cristo.

Il prodigio dell’amore

prodTu parli ogni giorno,ma non è facile

vedere o osservare la tua Parola,che

spesso perdo nelle tenebre del cuore

o evito per non lasciarmi trafiggere

e benchè la bellezza delle cose viva

della tua benevolenza e Tu t’affacci

in esse come Signore,dandomi barlumi

di Presenza,io sfuggo il Tuo respiro

che però all’improvviso mi circuisce

regalandomi nuovi scatti di speranza

con cui,pur nelle tenebre,tendo mani

e occhi che piegano il cielo e fanno

rinascere le labbra in una preghiera

che mi rivela il prodigio dell’amore

che Tu,con una scia di eventi parole

scrivi ovunque,indicando il tuo Nome

Apparire o essere?

Non si può negare che per molti di noi spesso l’ essere si risolve nell’ apparire.
Ed oggi, più di ieri, il gusto dell’ apparenza e dell’esteriorità  domina il nostro modo di interagire.
Troppe sono le onde della finzione, che ci trascinano nel mondo di ciò che non siamo, dove facilmente finiamo per mentire a noi stessi.
In questa confusione ” ognuno – come diceva il Machiavelli – vede quello che tu pari, pochi sentono quello che tu sei”.
Salta così ogni scala di valori e tutto, persone e cose, vale per ciò che sembra e non per la verità  che ha in sè.
Anzi ci siamo talmente assuefatti ad apparire, ad indossare sagome di circostanza, che a volte non riusciamo a distinguere quanto fa parte della maschera e quanto della nostra vera natura.
Scivolati un pò tutti in questa ragnatela di maschere, non doniamo più ciò che siamo, ma vendiamo soltanto ciò che sembriamo con un frasario commerciale, che non disdegna la stessa espropriazione di se stesso.

Eternità

Ciò che mi affascina è l’eternità

che porto in me:anche se il tempo

la sfiora o la cala in una coltre

di oblio, è sempre là nel bagliore

della bellezza come ultimo riposo

all’insonnia che il tempo produce

 

Le ali della grazia

Solo quando apri gli occhi e guardi l’orizzonte dell’Eternità, tu riesci a smascherare le false certezze, riposte nella cultura del benessere e del denaro,  e  puoi sentire il peso delle responsabilità al cospetto di una vita, che non cammina, ma corre verso il suo vero destino.

” Quale vantaggio – dice Gesù – avrà l’uomo,  se guadagnerà il mondo intero e poi perderà la propria vita?  O che cosa l’ uomo potrà dare in cambio della propria  vita?”.

Per te non sono queste delle domande scioccanti e brucianti, che penetrano in profondità ed aprono il sipario della  fugacità e della fragilità delle cose?

Non ti spingono ad allargare il pensiero oltre il visibile,  per porti come mendicante alla ricerca di Dio?

Ebbene, se non ti risvegli ed esci dal letargo di ciò che é debole,  la vita non é diversa da quella di un uccello, che, avendo subito il taglio delle ali, può solo camminare, ma non volare.

E non volerà mai, finché non  ricresceranno le ali della sua grazia.