Nasce l’amore
Solo chi si ama,desidera conoscersi bene si cerca ovunque,anche nelle cose deboli Non vola in alto per vedersi tra le nubi ma preferisce stare con chi gli è vicino Soltanto nell’altro eleva la sua umanità e vive il silenzio di […]
Provo gioia indicibile quando vedo
un viso senza padrone che guarda e
passa o si ferma e parla con stile
di elegante dolcezza:nel tempo,ove
ognuno cerca ombre di protezione e
si muove soltanto per dire sì o no
per non eludere la speranza in cui
crede,è come volare alto senza ali
la realtà di un volto in cui posso
guardare la bellezza della libertà
Non lasciarti mai impressionare, se un giorno qualcuno insinua dubbi sulla tua persona o fa dichiarazioni alludenti a qualcosa di compromettente.
Nè devi cercare parole di difesa, scivolando nell’offesa.
Ricordati che gettare fango su chi non passa inosservato è quasi una moda, per non dire, un’arte subdola.
Invece, fermati subito e, senza nulla dire, guardati nella profondita di te stesso, dove, con un colpo d’occhio,potrai vedere la realtà di ciò che sei.
Qui, e solo qui, al di là di quanto insinuato o dichiarato, puoi vivere tutto come una occasione necessaria, per riscoprirti nella verità, la quale ti rivela, come in uno specchio, la sua forza sempre vincente.
Quando la tua Grazia è in me
vedo tutto in modo diverso e
cerco di ascoltare chi parla
come se volessi nelle parole
sue trovare tracce delle Tue
Pure io mi sento una persona
non più schiacciata dai pesi
dei pensieri deboli o azioni
in chiaroscuro,ma illuminata
che dona il cuore a chiunque
Sì,a tutti lancio un sorriso
d’amore e senza lamentarmi o
tentennare,dono ciò che sono
immaginando in ognuno Cristo
che si dona con il mio amore
Troppo vorrei dirti, ma non posso.
Aldilà di ciò che penso,
vive in me qualcosa di grande,
che prosciuga ogni sentimento
e si veste di autentico amore.
Non sei un nome generico,
che passa inosservato;
nè una nota, coperta dalle altre.
Tu mi sorprendi in gesti e parole,
ed ogni sguardo suona come sinfonia,
che solo chi ama, può ascoltare.
Siamo all’inizio della Quaresima, dei 40 giorni di cammino verso la Pasqua. Un itinerario che si distende come volontà di purificazione e di preparazione, per riscoprire la bellezza della fede, liberandola dalla tentazione di un cristianesimo troppo accomodante, destinato a piacere più agli uomini che a Dio.
Quello di quaresima è un tempo di ritorno al Signore, dopo aver preteso di vivere senza di Lui; un tempo di conversione e di riconciliazione, a cui possiamo approdare svuotando il nostro cuore, per riempirlo di Cristo; facendo deserto nella nostra vita, per ridurla all’essenziale, libera dal superfluo, dalle vanità delle pretese quotidiane in una visione esistenziale di autenticità evangelica.
Oggi più che mai, assorbiti dalla cultura dell’immediato e della fretta, quasi bastonati dalle cose e dalle ingannevoli apparenze, abbiamo bisogno di interiorità, di silenzio, per cogliere quella profondità della nostra persona, che si chiama coscienza, attraverso la quale possiamo rinverdire la nostra identità umana e cristiana.
Solo nel deserto, nello svuotamento dei nostri surrogati interiori, noi ci apriamo alle meraviglie di Dio, gustiamo la Sua novità, sperimentiamo la distanza tra ciò che siamo e ciò che dovremmo essere.
Solo nel silenzio si manifesta la parola di Dio, il cui ascolto ci fa percepire la inutilità delle nostre parole, spesso rivelatrici di ciò che si agita nel cuore. Il cammino nel deserto quaresimale deve essere desiderio sofferto ed invocazione di salvezza; deve essere momento di liberazione dalle maschere personali e sociali; dalle contraffazioni del volto di Dio, che a volte gestiamo a nostro uso e consumo; deve essere circostanza di confronto con noi stessi, per saggiare la validità o meno della nostra adesione a Cristo Gesù.
Solo nei momenti di silenzio, quando stiamo con noi stessi, scopriamo veramente chi siamo; sentiamo il peso dell’assenza di Dio, la nostra distanza da Lui; constatiamo la nostra povertà in solitudine davanti a Lui. Una solitudine che ci causa la Sua nostalgia, facendoci riscoprire quella divina tenerezza di padre e madre insieme, che da sempre ci dona.
Ecco perché la quaresima inizia con la imposizione delle ceneri, con le quali dichiariamo le nostre colpe e, nello stesso tempo, esprimiamo la volontà di conversione, di scegliere Cristo come centro e salvezza della vita. Lasciarci cospargere il capo di cenere, riconoscendo la nostra fragilità, la caducità di quanto ci circonda, è un profondo esercizio di umiltà, che dovrebbe spingerci verso maggiori assunzioni di responsabilità spirituali; verso scelte forse scomode ma vitali, quali la mortificazione, il sacrificio, il distacco, condizioni indispensabili per vedere le cose con gli occhi di Cristo.
Pertanto, la quaresima, più che vederla come un momento a sé stante, limitato a 5 settimane, deve essere vissuta come un modo permanente della vita cristiana, come uno stile di vivere improntato al riscatto dal male, che vuole dominarci con la triplice tentazione del consumismo, del potere, della religione interessata. Gli idoli antichi e moderni della storia, che ci vengono propinati da una società smarrita nella infatuazione e nella elargizione delle cose. E sono proprio questi idoli, con le molteplici sfumature, che disgregano la solidarietà, calpestano l’autorità come servizio, creano controaltari alla fede, originando in ciascuno di noi false certezze, chiuse nell’orizzonte di una visione senza umanità e senza Dio.
Con Gesù, oggi più che mai, siamo invitati a fare le nostre scelte. Alla tentazione di ridurre la vita al benessere, al gusto del possesso, alla tensione dell’avere, con Lui dobbiamo rispondere:”Non di solo pane vivrà l’uomo”. Alla volontà di potere e di vanagloria che assorbe spesso la nostra vita nella rete di tanti compromessi, con Lui dobbiamo dire che la vita senza Dio è un inferno. Alla tentazione di manipolare Dio con gli accorgimenti di una religione interessata, con Gesù dobbiamo replicare:”Non tenterai il Signore Dio tuo”. Allora possiamo vincere queste tentazioni antiche e moderne? Certamente sì. Sull’esempio di Gesù e di Maria, Sua Madre, possiamo non solo vincerle, ma anche prendere con decisione la strada verso la Pasqua, la nostra Pasqua.
Tu non sei mai straniero al mio cuore
dove tutto serbo quasi in uno scrigno
dorato che apro solo per dire l’amore
che vivo canto cullato dai tuoi occhi
Abiti in me,sempre,anche quando fingo
di non vederti,la tua voce mi disarma
e m’apre alle sue sorprese:una bibbia
che dona l’arcobaleno dopo il diluvio
Non so se provi piacere nel saperti finto
e giocare con le labbra della sincerità.
Incorniciare un sorriso prolungato
e diventare una sfinge di freddezza.
Non è forse strano il tuo gioco?
E fino a quanto lo condurrai?
Mi addolora vederti con una identità
diversa da quella di ieri, quando,
senza alibi e libero da maschere,
sentivo il sapore gustoso dell’ amicizia.
Finchè vivi nel guscio delle abitudini
non assaggerai mai il sapore del nuovo
Ciò che vedi o tocchi sarà sempre vero
ma anche uguale senza fame di emozioni
che regalano il miracolo all’esistenza
La luna il sole le stelle si ammantano
allo stesso modo e saranno sempre così
se tu non sciogli i vincoli dell’anima
e non la schiudi alle sorprese che Lui
ti dona in un concerto di novità reali
Se brilla il tuo cuore la tua anima,tu
farai parlare diversamente tutto,anche
la monotonia,che come crisalide s’apre
vestendosi di mistero,di cui l’anima e
il cuore si nutrono per farti rivivere
Le croci vere
non sono quelle
che si vedono
o si gridano
a gran voce,
ma quelle
che non si vedono
e si vivono
in silenzio:
anche se
rodono il tuo cuore
spesso
ti aprono vie nuove,
in fondo alle quali
puoi sempre trovare
in silenzio
speranze di conforto.