Nasce l’amore

Solo chi si ama,desidera conoscersi bene si cerca ovunque,anche nelle cose deboli Non vola in alto per vedersi tra le nubi ma preferisce stare con chi gli è vicino Soltanto nell’altro eleva la sua umanità e vive il silenzio di […]

Amami come sono

Amami come sono e non per ciò che sembro non cercare in me ciò che è in te:sbagli Ognuno ha in sè qualcosa di irripetibile tu,se vuoi,puoi imitarlo,ma mai copiarlo Forse ti impressioni per la mia maturità non desistere,sarai certo […]

Il miracolo delle lacrime

Chi non ha mai pianto non è un vero uomo e tanto meno ha una fede viva. Tra i tanti miracoli dell’umanita quello delle lacrime è  il più bello, perché schiude il cuore alla gioia e al dolore, al sorriso dell’accoglienza e […]

Chi bussa alla porta?

Non affogare la vita nello scrigno d’oro ogni cosa vive nel segno del provvisorio Nessuno si appaga in quello che possiede nè depone le ali,usate sempre per volare Chi ha,più vuole e si preoccupa di avere è come una trottola,mai […]

Più tempo per me

Ho consumato troppo tempo,senza avere nemmeno un istante per poter misurare la cifra tra ciò che ero ed oggi sono Sempre immerso nell’immediato,tutto m’è sfuggito di mano persino l’ombra del silenzio,dove guardavo al mio futuro Ora conto attraverso le rughe […]

 

14 maggio

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13 maggio

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12 maggio

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11 Maggio

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10 maggio

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9 MAGGIO

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8 Maggio

 

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7 MAGGIO

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Primo Maggio

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Primo Maggio: Festa dei lavoratori?

Quella di oggi non si può chiamare la festa del lavoro, ma della disoccupazione e della paura.

Sui volti di tutti e di ciascuno è  leggibile non solo la propria, ma anche la sofferenza degli assenti,  coinvolti in un riposo forzato, che sta aprendo le porte della disperazione per tante famiglie, ormai in balia della povertà.

I comizi e i concerti, silenziosi conditi da una fiera verbale televisiva,  oggi sembrano la celebrazione delle esequie del diritto al lavoro sancito dalla Costituzione.

Infatti, ai canti e alle parole in libertà, che creano solo barlumi di speranze, che quasi sempre si spengono, una volta chiuso il sipario, fa da contraltare la realtà di una società arrabbiata, smarrita nella ragnatela del non lavoro, che avanza impietosamente, grazie anche al mistero del corona virus.
È proprio il caso di dire che oggi, più che celebrare la festa dei lavoratori, molti fanno semplicemente memoria, dai loro balconi,  di un  lavoro,che, dopo tanti sacrifici, stanno perdendo  per  le solite incertezze politiche