Nasce l’amore
Solo chi si ama,desidera conoscersi bene si cerca ovunque,anche nelle cose deboli Non vola in alto per vedersi tra le nubi ma preferisce stare con chi gli è vicino Soltanto nell’altro eleva la sua umanità e vive il silenzio di […]
Le crocifissioni oggi sono un incubo per chi le compie, un grido di amore e testimonianza per chi le subisce.
Come quella di Cristo, sembrano il fallimento del progetto di Dio, invece sono l’inizio della vera storia della salvezza.
Nel cuore del cristianesimo c’è sempre la Croce.
Ci sarà sempre un Dio disarmato, povero, sofferente, agonizzante, che muore per ridare la speranza all’uomo.
Perciò, le crocifissioni dei cristiani, con le quali si tenta di indebolire o addirittura seppellire la fede, apriranno certamente nuovi orizzonti di sequela in un mondo,dove il fanatismo continua ad uccidere in nome di Dio.
L’ombra che crea più fastidio all’affermazione dell’esistenza di Dio, nonchè all’ autenticità della fede, è la mancanza di coraggio e di coerenza, che segna la vita di tantissimi cristiani, i quali spesso hanno quasi paura di mostrare la loro carta di identità.
Preferiscono chiudersi nel grigiore di un cristianesimo pallido e senza sapore, o di una fede ad intermittenza: una vera spia negativa, per poter attrarre l’ attenzione e porre domande di sequela.
Purtroppo, il più delle volte, invece di contagiare con una presenza di provocazione e persino di inquietudine, si lasciano essi stessi imprigionare dalle mode correnti, offrendo solo povere parvenze esteriori.
E non si rendono conto che la prova più completa ed autorevole dell’ amore di Dio e della presenza di Cristo nel mondo, non sta nelle parole o nel chiasso delle loro iniziative, ma nella testimonianza concreta di ciò che professano.
La vita di coloro che credono in Dio; che seguono, nelle piccoli e nelle grandi cose, l’ insegnamento di Cristo, senza mai scivolare nei rivoli dell’ ipocrisia, pur sapendo di andare controcorrente, è il vero specchio, dove chiunque può scoprire orme di profumo nuovo, che portono verso l’ arcobaleno del cielo.
Pertanto, oggi più che mai, il mondo, nonostante le sue enormi incertezze , chiede ai cristiani di essere e rimanere tali, senza sbriciolarsi nei meandri della mediocrità.
Mi sono convinto di essere elegante
non perché dico parole difficili,ma
perché rendo semplice ogni pensiero
anche il più complesso,veicolandolo
alla comprensione di chi mi ascolta
E quanto più mi faccio semplice,più
divento trasparente e apro il cuore
all’eleganza,che penetra ogni gesto
tanto più amo e suscito amore,stima
anche in chi s’ammanta di apparenza
Finchè io sono semplice ed elegante
sfuggo il superfluo e tutto ciò che
dico faccio indosso posseggo ricevo
e dono,rende visibile l’anima mia e
segna il cammino dell’eleganza vera
Con la Domenica delle Palme e della Passione inizia la Settimana Santa, durante la quale la liturgia ci presenta i grandi avvenimenti della Passione, Morte e Risurrezione di Gesù.
C’è un misto di gioia e di tristezza nella lettura dei tre brani biblici. Gioia per l’ingresso trionfale di Gesù in Gerusalemme fra l’esultanza della folla e le grida osannanti dei fanciulli; tristezza per lo sbocco drammatico verso cui tendono questi rapidi eventi di trionfo. Due momenti apparentemente contrastanti, ma che in realtà sono aspetti di un medesimo dramma, esaltante e rattristante nello stesso tempo, l’uno concatenato all’altro sia cronologicamente che logicamente. Dal punto di vista cronologico, è necessario sottolineare che proprio l’ingresso solenne di Gesù in Gerusalemme provocherà la reazione violenta della classe dirigente giudaica, che ne delibera la morte. Dal punto di vista logico, bisogna puntualizzare che l’intenzione degli evangelisti è quella di dimostrare che Gesù conquista la sua regalità messianica sul legno della croce. Non a caso, il titolo che esprime il motivo della condanna è “Gesù, re dei giudei”. Il che sta a significare che Gesù diventa Re, proprio morendo sulla croce, la quale è il trono da cui Egli regna sul mondo da Lui salvato. Il mistero della Croce nella vita di Gesù e, quindi, nella vita di ogni cristiano, è la massima rivelazione dell’amore. Egli, il servo obbediente del Signore, cammina verso la passione attraverso una profonda umiliazione che S. Paolo esprime nella seconda lettura con parole cariche di realismo:”pur essendo Dio, Cristo si umiliò fino a sottomettersi alla morte sulla croce; per questo il Padre lo ha esaltato”. A questo punto il dramma della passione comincia a stemperarsi in tutti i suoi particolari, che gravitano intorno ad una sola verità: la morte di Gesù è un gesto di donazione e di amore, un’immolazione sacrificale, come Egli stesso spiega quando istituisce l’Eucaristia:”Questo è il mio sangue, il sangue dell’Alleanza, versato per molti”.
Ebbene, è giusto contemplare insieme alcune circostanze di questa storia umana e divina che ha cambiato il mondo. L’agonia tremenda di Gesù inizia nell’orto degli Ulivi come un prologo doloroso alla tragedia dell’Amore che si sacrifica per l’umanità. Nessuno è accanto a Gesù in quello strazio. Un angelo lo conforta per qualche istante: poi la solitudine, l’abbandono, il tradimento. “Quanto mi potete dare?”. Anche noi chiediamo con Giuda. E il mondo ci offre i soliti 30 denari d’argento per i quali sacrifichiamo Gesù: lo vendiamo, lo baciamo ipocritamente sulla fronte, ci sentiamo chiamare amici. E poi? La gioia di un attimo, la fuga, il rimorso, la sfiducia, la disperazione. La fine di Giuda è quella di chi, respingendo l’Amore, giunge ad odiare se stesso. Non così per Pietro, che pur rinnegando Gesù per tre volte, al canto del gallo “si ricorda, esce fuori e piange amaramente, facendo trionfare la sua fede”.
Accanto a Pietro e Giuda troviamo i due sommi sacerdoti Anna e Caifa, che cercano di dare un aspetto di legalità ad una condanna già decisa. Come loro, non ricorriamo anche noi alla menzogna, alla diffamazione pur di colpire l’avversario di turno? Nella passione di Gesù affiorano i nuovi Caifa della politica e degli affari, della falsa giustizia e dei soprusi.
Intanto, la folla intera, che qualche giorno lo aveva applaudito, ora manipolata dai sommi sacerdoti, gli si rivolta contro, preferendogli Barabba e chiedendo per Gesù la crocifissione. Uniche ad avere un po’ di coraggio, in mezzo a questo generale tradimento, sono alcune donne, alle quali l’evangelista Marco riconosce una maggiore lucidità di penetrazione nel mistero e una maggiore capacità di amore e di fedeltà. Comunque sia, proprio quando Gesù provoca lo scandolo dei suoi discepoli e dei benpensanti di tutti i tempi, Egli rimane nella solitudine più desolante. Ma lo scandolo della croce è lo scandolo permanente della fede. Ed esso significa che non solo dobbiamo avere il coraggio di accettare il mistero di Cristo crocifisso, ma di sentirci anche crocifissi insieme a Lui. Non è facile portare la croce con Cristo oggi, in una società che sta vendendo l’anima per pizzichi di felicità sfuggente; ma solo se reinseriamo questo segno luminoso della croce nel cuore della nostra vita quotidiana, scegliendo la verità alla falsità, la luce alle tenebre, la giustizia all’ingiustizia, l’amore all’odio, possiamo essere cristiani credibili, testimoni del mistero di Cristo.
Nella solitudine cercata e vissuta mi rincorro
mi fermo penso e, quasi sempre, provo emozioni
che incantano il cuore, svegliano la mia mente.
Vedo tutto diversamente, pure ciò che sembrava
in disuso, scaduto in oblio, riacquista vigore
ed ogni pensiero che nasce è un volo di novità.
E mi vedo non più prigioniero di soliti schemi,
ma libero di cogliere in alto e basso fantasie,
che vibrano su arcobaleni di profondi pensieri.
indossiamo gli stessi vestiti
usiamo uguali movenze e gesti
sembriamo stereotipi generati
per un circuito di marionette
Abbiamo smarrito il nostro Io
che è plasmato come l’argilla
dal vasaio che fa ultima moda
non abbiamo più un’anima vera
che grida il peso della morte
Viviamo senza cogliere un’ora
neppure un attimo per tornare
a meravigliarci di quello che
siamo,per riscoprire sorprese
e novità che l’io sempre dona
Solo se riprendiamo il nostro
io,liberandolo dalle mode che
l’addormentano,riviviamo ogni
ora,pure un attimo come fosse
la prima volta:e saremo nuovi
Incomincio a gustare la bellezza della mia libertà,
non più prigioniera nella cornice delle tue voglie,
spesso determinanti per fare e persino per pensare,
ma attenta a saper discernere, misurando ogni volo
di aquila e di capinera con potenza e con eleganza,
che spaziano in alto e in basso e mi rendono nuovo.
Aldilá dello scrigno segreto, dove riposano i pensieri più intimi,
vedo insorgere ombre incerte, che mi regalano immagini senza nomi,
sulle quali rimbalzano frasi di fragilitá, che evocano il passato.
Sono istanti di polvere, che ancora resistono al tempo e incidono
nella ragnatela dei ricordi quell’ andirivieni ricercato di sogni,
che facevano arrampicare su desideri, che morivano in vuote moine.