Nasce l’amore
Solo chi si ama,desidera conoscersi bene si cerca ovunque,anche nelle cose deboli Non vola in alto per vedersi tra le nubi ma preferisce stare con chi gli è vicino Soltanto nell’altro eleva la sua umanità e vive il silenzio di […]
Siamo avvolti da una coltre di mistero, da cui ognuno si sente attratto e dove chiunque cerca di penetrare la bellezza di ciò che il visibile nasconde in sè.
La voglia di andare oltre, di volare al di là della siepe, che segna il limite della visione, è il fascino di ogni cuore, sempre pronto alle sorprese dell’imprevedibilità.
Con gli occhi che navigano in alto, dove silenzio ed armonia dipingono l’inesprimibile, germogliano anche fiori di domande, che ci smagnetizzano dal frattempo che viviamo e ci proiettano nell’ orizzonte di ciò che non muore: Eternita’
Un giorno una lumaca scopri l’ importanza della riflessione. Vedendo intorno a sè tanta agitazione, per paura di essere calpestata, lei cosi piccola, lenta ed insignificante, si fermò e pensò bene di cambiare strada.
L’ inversione le evitò una brutta fine e, nello stesso tempo, le diede la possibilità di raggiungere il posto desiderato.
Intanto, gli altri continuarono a correre di qua e di lá, senza meta ed ignari di ciò che facevano.
Sembravano automi assorbiti solo dal ritmo del tempo ed indisponibili ad ogni pausa di riflessione.
Avevano solo tanta voglia di fare, di possedere, di spingersi reciprocamente, di creare e distruggere.
Stressati dalle fisime e dalle solite paure del terribile quotidiano, non avevano occhi di quiete nè di pace, ma solo di conflitti, aperti ad ogni forma di belligeranza.
In ognuno mancava la bellezza di una sosta e, quindi, della riflessione, per fermarsi, guardarsi dentro e scoprire la propria identità.
Cosi, a differenza della lumaca, che, con una breve sosta, seppe orientare la sua bussola, evitando di soffocare in una ragnatela inestricabile, essi vi precipitarono, perchè, avendo perduto il gusto di fermarsi e di riflettere, non trovarono in sè quelle spinte interiori, che avrebbero potuto schiudere feconde possibilità di conquista.
È preferibile, a volte, sentirsi una piccola lumaca, che sa cercare una nuova via di sopravvivenza, piuttosto che lasciarsi sopraffare dall’ agitazione inconsulta, che genera disperazione!
Tutto è noia,perché non viviamo più secondo Dio
attenti a cogliere le orme delle sue meraviglie
che ci schiudono arcobaleni nuovi di entusiasmo
ma come l’uomo decide,con il ventaglio colorato
delle sue idee,che accendono e spengono l’anima
prostrandola ai continui capricci di ciò che ha
Non possedendo più le ali per sfiorare il cielo
ci sperperiamo in stanchi cammini quasi deserti
ove la speranza dell’oasi è un grido di chimera
e finchè le labbra sono cucite alla terra arida
incapaci di sciogliersi in canti di lodi,saremo
cani bastonati dalla tempesta dei nuovi padroni
Così tutto è veramente noia al guinzaglio umano
che può mutarsi in una diga amara,che sconvolge
persino la mente,essendo nulla l’uomo senza Dio
invece solo con Lui è tutto,è l’ultima barriera
che lo fa capace d’aprire le antiche cattedrali
dove si può ancora respirare il pensiero eterno
In questo momento di fragilità economica un po’ tutti sono in attesa di giorni migliori per un ritorno, in tutto o in parte, al vecchio benessere.
E molti vivono nella speranza che le tempeste presenti possano trasformarsi in albe di nuove fecondità.
Però non si rendono conto che, oggi, ciò che vale veramente non è solo il bisogno di giorni migliori, ma soprattutto di uomini, che sappiano migliorare i giorni per un futuro che non gioca più a favore di sé o della propria lobbj, ma per il bene comune.
Il che esige un vero lavacro nel cuore e nella mente da parte di coloro che sono a capo delle Istituzioni pubbliche, le quali non meritano di essere gestite con la logica del proprio “particolare”, di quei tornaconti personali, che uccidono ogni seria progettualita e generano la voglia insaziabile di continue ” bustarelle “, che sono diventate la risposta allo stereotipo: ” lo fanno tutti”.
Finché l’agire umano si intenebra di tali nefandezze in disprezzo ad ogni etica morale e sociale, mai si eleverà a quella trasparenza di verità e di responsabilità, che fortifica le interpersonalità su fondamenti di giustizia e di solidarietà.
Nella vita nessuno ha tante occasioni di festa, quante ne ha un cristiano, il quale, ogni volta che dà in nome e per conto di Cristo, celebra con Lui una festa gioiosa.
Molti credono che la felicità sta solo nel ricevere.
Invece non è così: si trova essenzialmente nel dare.
E non nel dare qualcosa, che è sempre un accessorio, ma nel donare se stesso.
Donarsi senza corrispettivo, spinto soltanto dalla volontà di identificarsi nell’altro come Cristo ha voluto fare con ogni uomo, é veramente una grande festa tra colui che dona, colui a cui si dona e Gesù, il vincolo d’amore, che genera e qualifica la bellezza dello stesso dono.
Ognuno finisce per rassomigliare alle persone che frequenta, sia nei pensieri che nei comportamenti.
Si verifica quasi una specie di osmosi, che, al di lá di qualsiasi condizionamento esteriore, diventa naturale comunione di intenti.
E più cresce la reciproca presenza e la voglia di intendersi, tanto più ci si identifica nell’altro, come in uno specchio, dove si vede la propria immagine.
Quanti, pur avendo un’etá avanzata, hanno ancora la freschezza dei giovani, con i quali dialogano, ascoltano e condividono tanti progetti?
Un cuore illuminato, libero dai sottintesi ed aperto alla bellezza dell’umanità, non può non cercare e vivere il fascino di chi frequenta.
Nulla conta l’età anagrafica, quando la mente e il cuore vogliono camminare sugli arcobaleni del cielo, dove ogni stella è un palpito d’amore da ricevere e donare.
Non posso smarrirmi,
devo resistere
saldo
alle moine del tempo;
per quanto stanchi,
gli occhi ancora vedono
vicino e lontano
luci che brillano speranze;
ancora trovano strade nuove,
anche nel deserto,
ove il fascino del silenzio
è cammino di certezza;
non posso smarrirmi,
ovunque
trovo ancora intatte
orme di Verità che mi amano;
non posso smarrirmi,
devo resistere
saldo
ad ogni notte oscura;
non devo spegnere nel cuore
i soffi di tenerezza che Tu
Padre di misericordia
continuamente mi doni.
La semplicità vera è nobile. Ha in sè la forza della sua dignità ed è facilmente visibile sul volto di chi la possiede.I gesti e le parole di chi è semplice non sono mai artefatti; non sono effluvi di mente,ma di cuore e non passano mai inosservati.Anzi sprigionano una forte carica di interioritá, che certamente penetra in chi vede ed ascolta.Il semplice non ama ostentarsi,non dice nulla di superfluo nè sfoggia movenze inconsulte.Tutto misura con dolcezza e tutto dona senza ritorni.Per lui esiste solo la bellezza della verità,che avvolge ogni suo rapporto e disarma sempre l’ interlocutore . Non usa finzioni di comportamenti nè parole cadenzate: è solo e sempre una pagina bianca,dove scrive e legge con immediatezza e senza alcunché di imparaticcio.Egli è nobile dentro e veste di nobiltà ció che dice e fa.
Non è l’oroscopo che segna
di timori il nostro futuro
ma i pensieri deboli lenti
onde sempre vacillanti che
gettano a riva,lasciandoci
con noi stessi.Non importa
se qualcuno nello specchio
ancora sa truccare le pene
le gioie oppure sa leggere
nelle sue carte il destino
La verità appartiene a chi
la dona,non a chi la vende
e questa è la verità vera
E’ più facile scalfire un pezzo di ferro che un uomo sicuro delle sue certezze, costruite a propria immagine e somiglianza.
In lui non ci sono altre verità se non le sue e guarda tutto, cose e persone, solo attraverso il filtro della rispondenza a ciò che crede.
In tale sintonia si illude di vedere benissimo, mostrandosi cieco persino verso l’ evidenza di ciò che lo circonda.
Egli vede esclusivamente ciò che vuole. E questa è la peggiore forma di cecità, che lo avvolge in una ruvida ragnatela di pregiudizi.
I quali, una volta entrati nella mente e nel cuore, infettano la vita e le impediscono ogni respiro di verità.