L’ ascolto della Messa non è una moda, ma è la conseguenza di una scelta di vita.
Un vero cristiano non può non sapere che la Messa è il momento centrale della vita cristiana; è la memoria dell’istituzione dell’Eucaristia; è la partecipazione alla Cena del Signore; è la risposta a quanto comandato da Gesù :” Fate questo in memoria di me”.
E se essere cristiano significa diventare seguace di Cristo, può una persona mettersi alla sequela di Cristo, se non ascolta e vive ciò che Lui vuole? Non è forse vero che per molti cristiani la Messa si è ridotta ad un optional, preferendo spesso più una preghiera personale da fare a Dio, ritenuta più libera e sincera, che un ascolto noioso e stereotipato, non sempre di facile comprensione, anche per l’incapacità di chi celebra il Mistero?
A tale proposito, non si può negare che spesso l’indisponibilità all’ ascolto della Messa domenicale presenta delle motivazioni, che affondano le radici proprio nella leggerezza degli stessi preti, poco rispettosi dell’intelligenza dell’assemblea, alla quale offrono una fiera di parole non sempre utili e non sempre idonee a rendere viva e penetrante la parola di Dio.
Neppure però è possibile accettare l’atteggiamento di chi si astiene dall’ascolto, ritenendo che la Messa è sempre uguale. Cosa sbagliata, se si consideri che ogni domenica non è mai uguale all’altra sia per le letture bibliche, sia per la varietà e il numero dei fedeli, sia per il cuore di ognuno, a cui basta una parola, un sorriso o un gesto di accoglienza, per rivedersi una creatura nuova, più aperta alle sorprese di Cristo, che ha voluto perpetuare la Sua presenza vera, reale e sostanziale nell’ Eucaristia, in mezzo a noi.
Ebbene, al di là dell’aspetto obbligatorio di ogni cristiano di andare alla messa, non si può sottacere che essa è l’unica occasione per partecipare alla cena di Dio stesso, morto e risorto per la nostra salvezza