La volontà di possesso non ha limiti in questo contesto sociale.
Anzi, più cresce la fragilità economica, più si acuisce l’animus possidendi, senza alcuna considerazione dell’umanità, sacrificata agli idoli del profitto e del consumo.
Purtroppo, oggi chi comanda è solo il denaro, salvacondotto per ogni meta da raggiungere.
Infatti, per chi ha soldi, nulla è impossibile. Non ci sono porte che non si aprono, anzi si spalancano, in ossequio ad un rito quasi feticistico.
Tutto è acquistabile, tutto è vendibile, essendo ormai tutto, cosa e persona, una pedina sulla scacchiera del proprio egoismo.
Auri sacra fames, il dio che calpesta diritti e qualsiasi dignità, distrugge ogni rapporto anche fraterno, in una ragnatela avvolgente cuore e mente, che gravitano a senso unico: la roba.
Eppure, questo dio denaro che genera molteplici forme di idolatria, vestendosi da despota assoluto, non è in grado di comprare nemmeno una spanna di felicità, quella che vive nell’ anima e si legge sul volto di ogni persona.