Non sono forse inviti a varcare la soglia del limite , che ci imprigiona in quello che possediamo, la cui visione determina una netta separazione fra ciò che è tuo e ciò che è mio? Ad andare oltre quegli isolamenti culturali, morali, sociali che schiudono steccati , al di qua o al di là , ognuno crede di essere il migliore? Non sono forse esortazioni ad essere avvento di amore e di solidarietà per l’altro? A rompere, quindi, quel confine sottile che, a parole si condanna , ma nella realtà si mantiene tra la condivisione e il vivere egoistico?Stare nei confini del proprio mondo, attento a tutelare l’arcobaleno di se stesso , aperto soltanto agli interessi particolari con l’esclusione di quanto è motivo di disturbo o di potenziali richieste di aiuto, è espressione di un profondo svilimento dell’umanità, creata per essere dono e non barriera di chiusura all’altro. Tuttavia, è sempre valido il quid nimis, cioè, stare nei limiti, il cui oltre, perseguito in maniera irrazionale, potrebbe essere fonte di incertezza e di disagio. E la storia insegna che ogni volta che l’uomo ha voluto superare il confine, senza rispetto alcuno verso la sua e la dignità altrui, ha generato solo un andirivieni di guai. Pertanto, è da uomo vero varcare la barriera del sé, per porsi a servizio della giustizia, della verità, della gratuità, dell’uguaglianza , della fraternità. Invece, è da folle trasbordare dai limiti, allo scopo di depredare, calpestare, violentare, uccidere.