Categoria: Poesie

Ali vere

Ciò che il tempo deposita

nel cuore,non mi darà mai

contezza della vita che

scivola libera tra le onde,

senza alcun approdo di pace.

Mai mi dirà chi davvero sono

se un corpo,un’anima od ombra

dell’uno e dell’altra insieme,

che presto riposa in silenzio,

senza aver visto nulla di sè.

Solo al di là di me,

nel sogno di ciò che non muore,

trovo le ali vere della vita

che mi dicono chi davvero sarò.

 

Crediti di amore

Al di là di ciò che vedo,crocicchio

amaro di persone sempre in partenza

in cerca di eldoradi,che raccolgono

nei forzieri dell’avarizia,desidero

volare con le ali della carità vera

spargendo il molto o il poco che ho

lungo le strade,ove trovo bianchi e

negri,che mi danno crediti di amore

Ciò che mi incatena

Non ho legami indissolubili che un giorno

potrebbero tormentarmi in caso di rottura

su tutto vibrano respiri di provvisorietà

il cui arresto non mi genera inquietudine

Invece,ciò che m’incatena e si identifica

con me stesso è il pensiero dell’eternità

che guardo come un pezzente sempre timido

e mai preso dalle fate di ciò che è vacuo

Ed è l’unico legame che mi strugge sempre

soprattutto se sento che le ali del cuore

si accorciano e rischiano di volare basso

ove però non manca il richiamo della luce

La quale,anche se ombrata,m’eleva in alto

mi fa scuotere la polvere umida delle ali

che libere mi portano al mistero di lassù

unico porto verso cui geme la mia bussola

Estasi dell’Invisibile

Mentre tutti dormono nell’oscurità della notte

e le stelle si sforzano di illuminare il cielo

in un gioco al chiaroscuro,che l’uomo squarcia

con le lunghe frecce del suo genio,mi riannodo

con i pensieri,che si schiudono come crisalidi

a vibranti tenerezze d’amore e ad echi di voci

che danno alle labbra la linfa di parole nuove

Ed io mi sento un altro nel quale risuona viva

una musica dimenticata,che esce dalle gallerie

profonde dell’anima e quasi alata m’accompagna

in un viaggio solitario senza strade e bussole

sulle stelle,stringendo note di bellezza unica

che sfiorano il canto degli angeli e dipingono

nel cuore i colori dell’ estasi dell’ Invisibile

cestini di carità

Posso essere stregato da tante fantasie di gloria

che celano fugaci guinzagli di chiusura all’altro

per non indebolire il filtro divorante della meta

ma nessuno sarà mai estraneo al cuore,la cui vita

è un moto costante di andata e ritorno,per donare

non parole di facile consumo,ma cestini di carità

quelli veri,che fanno sognare sentire la presenza

del Cristo in ogni condizione d’abbandono miseria

dove mi leggerò mi vedrò nei lineamenti del Volto

 

 

Una tacita preghiera

Nell’ora della notte,quando tanti dormono
ponendo in oblio ansie e gioie del giorno
io sprofondo nell’estasi del silenzio,ove
a tenere sveglia la mia anima è la Parola
che si fa immagine dell’Amore e m’avvolge
gemmandomi nella bellezza del Suo mistero
Nell’ascolto io mi apro e sento che anche
le mie parole emettono un profumo diverso
come se fossero effluvi della Sua potenza
La interpello e da Essa attento mi lascio
interpellare,vivendo una tacita preghiera
che fa sibilare le corde del cuore di Dio

Fisso come un bambino

Fisso come bambino un cielo inespressivo
che ostacola ogni voglia di contemplarlo
sembra un panno scuro bagnato,che stenta
a cadere pur rumoreggiando un pò ovunque

All’improvviso in un gioco di luci folli
intervallate da tuoni simili a cannonate
comincia a diluviare,risucchiando presto
ogni vivente,che cerca ripari alla morsa
dell’inatteso nei nascondigli di fortuna

Guardo dall’alto e incosciente non tremo
anzi sono preso dalla natura,che ostenta
la potenza come in un sogno,per destarsi
subito dopo in un arcobaleno di serenità

Politica arrugginita

Non hanno il coraggio di cambiare direzione

accendono solo lucciole di speranze,gridano

tanti cammini nuovi,senza mai indicare orme

di verità;fingono,mentre lo Stato precipita

sotto il peso di una locomotiva arrugginita

intasata di letame della politica che muore

della burocrazia che strangola ogni impegno

della magistratura che trasborda dai limiti

della sanità che mangia denaro senza curare

E noi siamo diventati nudi e persino restii

a levare contro di essi la voce di protesta

sapendo che nulla muta per le nostre attese

trafitte dalla sapienza economica che cerca

solo di scrutare le solite tasche,e tutto è

ben misurato per mantenere i loro privilegi

che come gabbiani sornioni su vecchi scogli

difendono,non disdegnando di roteare,quando

gli stimoli della fame bussano allo stomaco

Ad Odifreddi

odiPiù leggo e ascolto  Odifreddi

più cresce in me la  nostalgia

di Dio,più tenta di affermare

il  dio panteistico di  Spinoza

più vedo la Voce che mi grida

ad andare Oltre,più si dimena

a  definire i credenti cretini

illetterati,più stima i fatti

del mondo misura per definire

la sua fede o l’anima termine

brutto e i misteri della fede

un grugnito senza significato

più io con decisione desidero

varcare la soglia del mistero

ove gusto la Verità incarnata

il Verbo di Dio che abbraccia

mi sostiene con pane spezzato

rivelandosi notaio dell’anima

che segna ogni giorno l’amore

orante e donante anche per te

Odifreddi,che vivi il fascino

della Natura in identità vera

con la divinità e non ti vedi

che sei un brancolare incerto

verso quell’Oltre che stracci

nelle tue esegesi,che gridano

un credo dove Dio è la Natura

e la morte l’approdo al nulla

Pur rispettando quel che dici

nella tua libertà di ateo, che

non elude la farsa del divino

non capisco la cattiveria che

serpeggia nei gesti, le parole

e perfino in volto,ogni volta

che i cristiani e la chiesa e

il papa vengono solo sfiorati

Come una lucciola in transito

diventi intarsio di tenebre e

di luce,scivolando nel dirupo

che solo uno sciocco plauso e

la voglia di consensi possono

spiegare,ma non giustificarti

A volte mi chiedo se sei vero

e lo stesso,quando sei solo e

navighi con i pensieri,strali

che penetrano in profondità e

dicono da dove vieni, dove vai

chi  sei: proprio  qui io  vorrei

sapere  se  quello  che scrivi e

predichi è la  verità che  vivi

anche in te o la maschera che

vesti come canovaccio di arte

Cristi stracciati

 

Cristi stracciati dalla fame avanzano

senza bisacce su battelli sgangherati

sicuri di cercare una fortuna diversa

invece si ritrovano senza meta sparsi

qua e là come pesci morti alla deriva

ove un  epitaffio ne  ricorda il colore