Categoria: Pensiero del giorno

… Allevia la croce di Cristo

Ogni volta che ho detto basta,chiudendo la porta del cuore,
ho sentito un vuoto profondo.
Mi vedevo spento,come un salice a testa bassa,
appesantito dal peso della vergogna.
Eppure, non donavo il necessario, ma solo il superfluo.
E ciò che maggiormente acuiva il dolore era la mancanza
di quei volti,nei cui sorrisi leggevo i lineamenti di Cristo.
Ed ero felice come adesso, mai stanco di dare o di cercare
persino chi è assente, certo che ogni gesto di carità
è un incontro di amore, che allevia la croce di Cristo.

Come siamo strani

Siamo veramente strani:pensiamo divinamente, come angeli ricchi di grazia,
quasi depositari di ogni bellezza, e poi nell’agire facciamo evaporare
ogni alito di umanitá,scivolando nel contrario di quanto pensato.
Non sempre riusciamo a creare un ponte tra il pensare e il fare.
Per cui non sempre facciamo ciò che pensiamo.
Preferiamo fermarci all’apparenza, lasciarci sedurre dagli ingredienti
e nulla o poco facciamo per entrare nella chiarezza  di ciò che siamo.
Ed è proprio nell’incertezza tra pensiero ed azione, tra il dire e il fare  
che rischiamo di essere falsi.

Il coraggio di sognare

Oggi,più che mai,sembriamo incapaci di pensare diversamente
da ciò che le mode propinano.
Siamo come bambini appesi alle labbra dei soliti modelli,
senza nutrire alcuna passione verso la vivacità  della bellezza,
che ogni respiro di vita sprigiona.
Siamo scivolati in una povera monotonia che tarpa ogni squillo di capacità
generando solo rassegnazione ed inerzia.
Non abbiamo il coraggio di oltrapassare il cerchio dei nostri piccoli interessi,
dei sottili piaceri, per pensare alto, per sognare un domani più vero,
dove ognuno può progettarsi per quello che ha in sé  e non per le orme
che altri tracciano come se fossero i depositari di tutte le verità .

La voglia di sentirti migliore

Tu pensi di essere diverso dagli altri,di sentirti migliore,
solo perché ti sei abituato a considerare peggiore di te  
chi ti sta accanto.Ma sbagli.
Il tuo è solo il tentativo di nascondere il poco che sei e
di ostentare il molto che non hai.
Cerchi di demonizzare le debolezze degli altri
e ti illudi di gustare il piacere di essere migliore.
Invece, se  riuscissi ad aprire bene gli occhi
potresti trovare intorno a te,e non lontano da te,
chi è  veramente migliore di te.
Anzi, forse è  proprio accanto a  te, colui che, 
senza nulla dire  o  fare,  ma  solo con  lo sguardo,  
ti  rivela la bellezza del cuore, la trasparenza dei suoi occhi,
che rendono visibile, come in uno specchio, quanto sia migliore di te.

Parola e parole

Ci fu un tempo in cui la parola era vera,misurata e sempre necessaria.
Rendeva fecondo l’ascolto e qualificava la serietà di chi la proferiva.
Aveva una forza di impatto, che generava fiducia e poneva solide basi di sequela.
Scendeva facilmente nella mente e nel cuore,che gustavano sempre qualcosa di nuovo.
Oggi c’é solo un’abbondanza di parole,quasi una fiera,che non dicono più nulla.
Riflettono stereotipi di chiasso,di mercato,dove tutto é vendibile a basso costo.
Troppe parole senza dignità,continui intarsi di suoni senza armonia
circolano e svuotano la veritá della parola.
Per cui,a cospetto di tanta dissacrazione,si rafforza la disattenzione alle parole
ed ognuno, a chi ancora le grida, chiede fatti e non più chiacchiere.

 

Parlo al mio Amico

Non so se il tempo che spendo per tante cose sia di tuo gradimento.
A volte mi sento vuoto, incapace di sentire il profumo della tua presenza.
Pur parlando e scrivendo di te, non riesco a calarmi in ciò che dico e scrivo.
Mi innamoro facilmente di quanto creo e, con amarezza,
constato che serve più a cantare me che te.
Ed in questo soffro la tua assenza e mi vedo un povero megafono o scriba,
che grida o scrive solo per idolatrare se stesso.

Sapere di non sapere

 

Sapere di non sapere nulla è la via per sorridere al desiderio di conoscere.
È un istante di consapevolezza, che apre orizzonti di novità, dove la mente
spazia e si impregna di pensieri mai avuti. Tutto si presenta in forma diversa
ed ogni cosa si anima in un mare di idee, che, come crisalidi, schiudono
conoscenze sempre più penetranti,fino a superare la soglia del mistero.
A differenza di chi ostenta il sapere, convinto di esserne il depositario,
anche se poi nel cammino dell’esistenza cozza contro l’ignoranza,
è veramente unico lo stato di colui che, sapendo di non sapere, tocca
il labirinto della sua cecitá e lo illumina con la forza dell’umiltà.
Proprio in questa luce cadono dagli occhi le scaglie, dall’anima il torpore
e lo spirito vola in alto, assetato di scienza e sapienza.
Inizia così la storia dell’uomo vero,che guarda dentro di sé,dove scopre
di avere uno scrigno dorato,quasi un divino nascosto,che suona la sinfonia di mille voci.

 

Un conto alla rovescia

Sin dal primo istante di vita per ognuno inizia
un conto alla rovescia, che non si ferma mai.
Un circuito senza sosta, dove l’arresto segna solo la fine.
E nessuno sfugge a tale destino.
Siamo un po’ come quelle figure create
dalle onde del mare sulla spiaggia, che presto altre cancellano
in un gioco di arte perenne, ma fragile.

Tutti telecomandati

Non è forse vero che nel mondo di oggi viviamo come se fossimo telecomandati,
appesi solo ai tanti fili di richiamo,che i mezzi di comunicazione ci propinano in abbondanza?
Siamo come burattini nella gabbia dei pensieri altrui, sopraffatti dal dosaggio delle mode,
che decretano, in maniera uniforme, comportamenti  e desideri .
Abbiamo perduto la voglia di riflettere, illudendoci che altri facciano per noi ,
e, soprattutto, pensino meglio di noi.
E non ci rendiamo conto che stiamo per essere cloroformizzati, svuotati della nostra ricchezza naturale,
delle tante passioni che rendono varia la nostra umanità.
Finchè continuiamo a guardare la magia degli altri, che generano solo assuefazione
al consumismo senza freni,non saremo mai padroni di noi stessi né riusciremo a superare  le tante miopie,
che ci impediscono  di entrare nell’ orizzonte della nostra bellezza mai uguale e sempre pregna di mistero.

Il disagio della corruzione

La corruzione sembra una fisarmonica, che si apre e si restringe
a seconda della posizione di chi corrompe e di chi si lascia corrompere.
Confini risicati, aldilà dei quali c’é una visione di vittime senza nomi,
private a volte persino del superfluo, risucchiato dalla ingordigia.
È un fenomeno che non trova arresto.
Anzi, è sempre presente ovunque e si allarga come un fiume in piena,
che si insinua in tutti i meandri, fino a mescolarsi con le grandi acque dei mari.
Qui naviga il potere politico, quello delle istituzioni e della burocrazia.
Qui si inserisce bene anche il potere ecclesiastico,
che non disdegna di sciupare le ali dello Spirito Santo.
Denominatore comune,facilmente riscontrabile, è lo smarrimento dei veri valori,
e, quindi, della verità personale e sociale, che cedono il passo alla idolatria del denaro.
Ed è proprio il denaro il vero veicolo della corruzione, nella quale può cadere chiunque.
A pagare i frutti della corruzione sono un pò tutti, perchè a tutti, nel poco o nel molto,
viene rubato qualcosa.