Un uomo geloso, invidioso ed egoista non diventa mai grande.
È sempre come un cane bastonato, anche se il padrone nulla gli fa mancare.
Chiede sempre e una volta beneficato, subito dimentica.
E spesso non disdegna di essere persino ingrato, quando altri sanno
moltiplicare meglio di lui quanto gratuitamente ricevuto.
Non cerca nè trova mai la propria gioia in quella degli altri;
facilmente, invece, prova soddisfazione nel vedere la loro disfatta.
L’ invidia è una malattia che avvelena l’anima;quasi sempre si accompagna
alla gelosia e molto spesso sprofonda in un disgustoso egoismo.
Categoria: Pensiero del giorno
Il tarlo dell’invidia
Libri in attesa
Troppi libri sono in attesa sulla mia scrivania. Mi guardano ed io li guardo.
Quasi mi parlano e sempre mi invitano al banchetto dei loro racconti.
Benché affamato,resto digiuno,preso da tanti pensieri,sui quali solitario cammino.
All’improvviso mi fermo,attratto da una pagina bianca,mai prima considerata.
Inizio a scrivere ciò che penso e vedo. E solo toccando i libri mi illumino.
Appago così la mia fame e sento in armonia le note della vera ricchezza.
Non bastano le chiese e le sacrestie…
Troppi sono i preti centrati solo su se stessi, indisponibili ad ogni dialogo, restii ad ogni incontro.
Preferiscono sostare all’ombra del campanile, piuttosto che andare oltre,nella piazza antistante
nei crocicchi, dove ognuno racconta storie di disoccupazione, di povertà, di impossibilità a sostenersi.
Dove in ogni volto si può leggere l’assenza del necessario e il desiderio di avere almeno un po’ di superfluo.
Amano spesso più il mondo pensato che il reale, quello, cioè, che si configura oggi come una sala d’attesa,
in cui vengono a trovarsi i nuovi disperati della società, ai quali certamente non farebbe proprio male
la presenza di un uomo di Dio, attento a condividere le loro ansie.
Non bastano solo le chiese e le sacrestie a circoscrivere il profilo di un vero prete, sono necessarie,
anzi indispensabili anche le strade, perché qui,e soltanto qui, si sente l’ odore della miseria, si sperimenta
la vergogna delle mani tese, si constata il disagio nella indifferenza di chi a parole si professa cristiano.
Qui può conoscere e valutare la fisionomia della Chiesa e, soprattutto, della sua Comunità parrocchiale
una scatola vuota, con la tentazione di riempirla, a seconda delle circostanze, di sole apparenze o manichini;
oppure un arcobaleno di carità e di condivisioni, che la rende una famiglia.
La speranza
La speranza è il respiro dell’anima.
Fa volare in alto, squarciando la fuliggine del cielo,
che tende ad acquietare ogni pensiero.
È lei il motore della vita, la quale si intenebra o si illumina
a seconda della sua vivacità.
Un uomo che non ha speranza è privo di qualsiasi mordente.
Preferisce inchiodarsi a ciò che muore.
Si appende al semplice scorrere del tempo, dove cerca di abbassare
il sipario, dopo aver recitato il medesimo canovaccio.
Sembra un salice piangente, incapace di guardarsi attorno e di aprirsi
alla bellezza calda del sole.
È veramente triste vivere senza cogliere i sussulti con cui la speranza
permea la visione del futuro.
I nonni.
Quando vuoi leggere una pagina di profonda tristezza, fermati ad osservare la solitudine
di tanti nonni, i cui volti rivelano quasi sempre storie di sacrifici e di ingratitudini.
Finchè le energie fisiche ed economiche li accarezzano, sono una feconda risorsa
sia per babjsitteraggio che per dazioni di soldi.
Quando vengono a mancare, diventano pesi da evitare, vittime di una società, che, parlando
il linguaggio della produzione e del profitto, ritiene fagotto di intralcio chi non rende.
Per cui, sta diventando quasi normale liberarsi della loro presenza, ricorrendo a case
di accoglienza; o ad una vita solitaria tra le proprie mura, in attesa dell’ultima speranza.
E qui la tristezza fa da padrona, nella visione di quanto fatto per i figli e per la società,
i quali, invece di manifestare loro amore e gratitudine, li guardano con distacco,
per non dire con fastidio, quasi stranieri ai loro pensieri.
Quanto sarebbe importante apprendere da questi volti tristi, ma ricchi di storia, il futuro
della propria vita, che, un giorno, come ruota, potrebbe riservare la stessa sorte!
Il buon cireneo
Molti non capiscono che ogni momento della vita è un peso da portare sulle spalle.
La forza del cristiano, di fronte alle difficoltà, non sta nel piangersi addosso
o nello scappare via da esse, ma nel trasformarle in un tesoro di grazie, che Dio
mai risparmierà a chi, nella Croce del Figlio,accetta la quotidianità delle sue croci.
Ma quanti davanti alla croce girano le spalle e seguono altre vie?
Se ognuno si fermasse per un istante e pensasse che Gesù nell’accettazione della Croce
è entrato nella gloria del Padre, non si lascerebbe intimidire dalle sue povere croci.
Anzi, farebbe il possibile, per farsi spazio tra la folla ed indossare l’abito del buon cireneo.
La dignità dei nostri pensieri
Sono i pensieri pesanti a stancare la vita, a renderla
prigioniera,a tapparle ogni respiro di gioiosa libertà
Pur affannandosi nella ricerca di voli diversi, spesso
le ali sono incapaci di sostenerla,anzi non si aprono
Purtroppo,oggi siamo malati sia per il peso dei pensieri
che riceviamo dagli altri sia per quello dei nostri
che neppure misuriamo,facendoli abortire prima di nascere
Invece, sarebbe più bella, leggera la vita,se imparassimo
a gestire la sua dignità e la forza di ciò che pensiamo,
dove possiamo gustare il profumo di quanto la mente crea.
Proprio come mi vuoi
Io so perchè tu continui ad amarmi così come sono
nel tremolante saliscendi di pensiero e di azione
Non consideri mai la misura reale di ciò che sono
nè conti le scelte sbagliate e le promesse mancate
Tu mi ami sempre e vivi nell’attesa che io diventi
diverso, proprio come mi vuoi: un angelo di carne
Briciole di ristoro
Ci sono momenti in cui desideri l’impossibile
Nulla e nessuno é capace di darti un respiro
di ciò che vuoi: tutto si veste di inutilità
Ti guardi attorno come un’aquila ferita
dagli occhi sospesi a voli improvvisi
E mentre sembri attratto dal cielo,ti fermi
inizi a rovistare tra gli scarti abbandonati
Qui,all’improvviso,trovi briciole di ristoro.
Come è difficile essere qualcuno!
Come è difficile essere qualcuno in una società che ti scruta non per amore, ma per soffocarti sotto il peso della critica!
Vivendo come un osservato speciale,ti arrotoli in un gomitolo,sperando di passare inosservato. Invece, no.
L’occhio sociale punta le sue lenti in cerca di novità da interpretare o di fragilità da enfatizzare.
E tu, per quanto possa sentirti libero, non sei mai più te stesso.
Troppi sguardi ti assalgono, molte parole ti colpiscono,finti sorrisi ti ammaliano.
Come è strana la gente!
Ad un volto sincero, spesso preferisce la maschera; ad un cuore vero, sovrappone l’apparenza,
costringendoti ad essere diverso da quello che in realtà sei.
Così,sorridi,quando vorresti piangere e piangi,quando vorresti gridare la tua felicita.
Un’inversione di mente e di cuore che allevia la critica,ma svuota la bellezza dell’anima,
che vibra solo di verità.