Categoria: Pensiero del giorno

Sono come uccelli

Non c’è nulla di più bello in una chiesa
che la visione di giovani impegnati,
portatori di freschezza e trasparenza.
Non hanno idee preconfezionate
né desiderano ostentare se stessi;
sono come uccelli liberi
che volano in alto, dove si specchiano,
assaporano nuovi cieli e cantano
la bellezza di Dio mediante i loro cuori,
impressi in parole d’amore.

Inquieti per ciò che abbiamo

Oggi viviamo come se Dio non esistesse.
Tutti attaccati al guinzaglio  del nostro mondo,
dove le ebbrezze della vita si consumano sempre
nel groviglio della insoddisfazione.
Siamo diventati inquieti
non per la ricerca della Verità,
ma per la fragilità di ciò che possediamo.
Eppure, Dio è  vicino a noi
più  di quanto lo siamo a noi stessi.
E ha mille modi per rendersi presente.
Egli cammina sempre accanto a noi;
continua a passare per le strade,
dicendo ad ognuno:” Ecco, sto alla porta e busso”.
Davanti a questo Dio che cerca riparo in noi
come un qualsiasi mendicante, ci chiudiamo a riccio,
per non disturbare il cuore, riempito di tante cose.

Affrettati ad amare

Ti prego di non chiudere gli occhi, guardati intorno,affrettati ad amare
Neppure un istante deve morire in te senza avere il cuore verso l’altro
Pur essendo bisognoso d’amore,anche lui vuole donarti il suo.
Amare sempre e chiunque,persino il nemico,è il vero comandamento
Ed é l’unico, in grado di aprire la porta del cielo

Non ho mai avuto paura di cadere

Non ho mai avuto paura di cadere.
Nella debolezza ho sempre tenuto gli occhi aperti,
desideroso di incontrarti, per raccogliermi nel tuo cuore.
Ho sopportato qualsiasi sconfitta, attratto dalla tua Croce,
che mai ho smesso di portare.
Sempre in Te ho trovato la forza di alzarmi e continuare il cammino,
che, benché duro ed aspro, mi ha sempre aperto orizzonti di luce.
Non mi interessa quante volte cadrò ancora, il necessario
che ad ogni caduta segua sempre la voglia di volare in alto.
Qui e solo qui rinnovo il mio lavacro e riconquisto la veste
della dignità filiale, che mi rende partecipe del tuo calvario.

Dialogo tra genitori e figli

 

 

Ai figli i genitori non devono mai nascondere le difficoltà interpersonali ed economiche, soprattutto quando il loro volto rivela intarsi di preoccupazioni.
Fingere di essere o possedere ciò che non é più possibile, slargando la mente dei figli a continui desideri e pensosità, é un errore gravissimo.
É un porre le basi per delusioni e depressioni, foriere di un clima familiare pesante, dove qualsiasi incertezza la si motiva sempre in negativo.
La necessita del dialogo, in questi momenti, é la via aurea non solo per farsi comprendere, ma anche per scoprire l’ importanza dell’ ascolto e del sacrificio nelle avversità.

 

 

In amore non é il quanto che conta

Chi ama non deve mai cercare nell’ amato il corrispettivo del suo amore.
Non é il quanto che conta, ma la sincerità con cui quel poco o molto
si fa vero dono di sé.
Nel corrispettivo facilmente nascono gelosie ed ipocrisie,
che fanno percorrere circuiti pericolosi, forieri di tragedie.
Nel dono di sé, invece, si realizza una profonda comunione,
dove ognuno esprime il suo amore,
senza temere che l’ altro ne giudichi l’ intensità o meno.

L’amaro gusto del pettegolezzo

 

É stupida o perversa la voglia di parlar male degli altri?
La stupidità non è forse la maschera,  dietro la quale si cerca di nascondere da sornione
la cattiveria della maldicenza?
Criticare, giudicare, puntare il dito accusatore  è  diventata una mania, che alligna un po’ ovunque,sia nei salotti bene che nei crocicchi di paese.
È un amaro gusto che nessuno disdegna,  ma che moltissimi provano,  convinti che sull’ altrui denigrazione possono consolidare il loro prestigio o, addirittura, il loro vuoto perbenismo.
È veramente deprimente pensare di costruirsi, usando il veleno del pettegolezzo:  una serpe strisciante che azzanna senza preavviso e con conseguenze,  che potrebbero risultare deleterie,se chi ci capita,  non trova in sè la forza di reagire, gridando e tutelando la verità della propria dignità.

 

Il timbro della disoccupazione

Non pensare che domani sarà migliore di oggi. Finché il manto degli interessi particolari
impregnerà il respiro della vita e chi comanda  poco o nulla fa,  per creare orizzonti di benessere,
non si avrà mai un percorso lineare, ma sempre più sinuoso, alla ricerca di sponde di facile approdo solo per  sé.
Non si vedranno mai fatti, ma tante sceneggiate; si ascolterà un vocio scomposto, ma non una parola di serietà.
E mentre molti languono nei crocicchi in attesa di novità, i giorni passano e nessuno é diverso dall’altro.
Tutti sono segnati con lo stesso timbro :” non so cosa fare”.

Il cristiano qualunque

Questo é il tempo del credente debole, sempre attento a proclamare o a raccontare la sua fede, ma troppo lontano dal viverla.
É  il tempo del credo recitato senza  bagnarsi mai della bellezza di Dio; delle parole gridate senza invertire il cammino della vita; dell’ascolto facile, ma senza alcuna voglia di mettere in pratica quanto ascoltato.
Così c’ é chi si inginocchia per abitudine o si comunica per emozione, come chi dona qualcosa per compassione o lacrima per commozione, senza sentire mai le carezze di Dio,che cerca solo il respiro dell’amore  vero.
Purtroppo,  nulla si fa sul serio o per davvero, come poco o nulla si fa con intima convinzione.
Anzi, ci si perde nel fumo di pensieri indefiniti, che fingono spinte di religiosità, però senza alcuna identitá di fede.
Ed in questa  cornice  non si trova l’ immagine del credente vero, ma solo del cristiano qualunque.

Il santo non sa di essere tale

La santità più bella, più affascinante é quella di chi non sa di essere santo
e vive il suo rapporto con Dio ed il prossimo con semplicità ed umiltà.
Mai distoglie il suo sguardo dal cielo, mai lo chiude verso la terra.
I suoi sono fremiti, che uniscono la vita terrena e quella futura
in un arcobaleno d’amore, che consegna, ogni giorno, al cuore di Dio.
Nulla manifesta di straordinario, compie solo bene le cose ordinarie,
nelle quali rende leggibile i tratti dei lineamenti del volto di Cristo.