Categoria: Pensiero del giorno

Mostro o santo

Ognuno giudica l’ altro in base al suo modo di essere e pensare.
Non si lascia quasi mai guidare dalla verità e facilmente avvolge
chiunque nella pessima ragnatela dei suoi pregiudizi.
Ed é proprio qui che egli crea il mostro o il santo,
a seconda del gradimento che certi comportamenti o parole
trovano nel  cuore e nella sua mente mai stanca di sentenziare.

 

Davanti al camino

caminoDavanti al camino, ricco di fuoco, riposano i miei occhi stanchi,
mentre la mente, ancora sveglia, continua a correre in circuiti
di pensieri amari, che allontanano il sonno ed aprono tante porte
di novità, al di là delle quali gusto odori e cammini diversi.

 

Le moine come il miele

mieleLe moine d’affetto non sono mai fatte per se stesse,
nascondono sempre alibi di ritorno, a cui difficilmente si resiste.
Sono un pò come il miele, che hanno solo il gusto della dolcezza
e mai il ricordo delle api, che lo hanno partorito.
Finché permane il gusto,mai si avverte la fine ed ogni moina riscalda,
appena insorge il ricordo e tutto ritorna normale, cade il sipario
e ognuno scopre di essere scivolato nella solita ragnatela dell’inganno.

 

Si parla troppo e si fa poco

Si parla troppo e si fa poco, perché chi comanda si bea del crogiuolo delle sue idee e le ostenta come premesse e conclusioni da rispettare.
Tutto ritiene scontato e poco o nulla concede.
E chi ascolta, il più delle volte, dimentica presto, vedendo chiaramente la distanza tra le parole che si dicono e la realtà che si vive.
Purtroppo, ciò che si elabora in una stanza, lontana dalla conoscenza di tante povertà  sociali e morali, presenti fuori di essa,
riflette solo ciò che si desidera o piace, ma non considera le reali  verità, che chi ascolta, stando in avamposto, ben conosce.
É proprio da queste discrasie  tra verità  vissute e semplici desideri elaborati che nasce il non ascolto
e spesso la finzione di sorridere positivamente a quanto detto.

Bandiere nelle mani dei ciechi

Troppe sono le bandiere finite nelle mani dei ciechi
e moltissimi sono coloro che li seguono, incuranti del baratro sempre in agguato.
Chi si pone alla loro sequela, si lascia facilmente sedurre più dalle parole gridate, che dalla verità delle idee, che ogni bandiera ha in sé.
Guai a chi va dietro ai ciechi, dopo aver conosciuto la luce della  verità.
Il rischio più grande è quello di perdersi nei meandri di una notte senza ritorno.

 

Alla fine di ogni storia coniugale

Alla fine di ogni storia coniugale, le spine più penetranti, che lacerano il cuore e uccidono ogni rimasuglio di affetto,
sono quelle che nascono dall’ esasperazione delle pretese economiche, che marito e moglie ostentano.
È veramente incredibile esaurire la bellezza di una reciproca condivisione con il pessimo ricordo
di pochi spiccioli in più o in meno, soprattutto se vissuta con sincerità.
Ancora una volta, tutto vince il denaro e nulla resiste al desiderio tormento del possesso.
Anzi, tutto scompare al suo cospetto e persino le banalitá verbali si enfatizzano, per sostenere un chiaroscuro di corrispettivi.
Come sarebbe bello, invece, guardarsi negli occhi e lasciarsi, conservando il rispetto delle proprie giuste esigenze!

Il demone della follia

Il demone della follia non guarda in faccia a niente e a nessuno.
Investe tutto: persone o cose diventano furia di parole ed azioni,
che colpiscono come lame sottili e penetranti.
Il folle si perde tra i meandri dell’inumano e prova gioia
nell’affogare se stesso nella violenza.
Fa paura e, nello stesso tempo, spinge a pensieri di tenerezza.
Sì, proprio di tenerezza, perché la sua visione sottolinea quanto
sia psichicamente fragile e quanta oscurità all’improvviso si cali su di lui, folle,che progetta senza pensare, uccide senza ricordare.

Soffrire e vivere il rischio dell’amore

Un vero cristiano sa bene che l’amore coniugale si esprime con una sola decisione: per sempre, nella buona e nella cattiva sorte.
Pertanto, il tempo limitato non fa parte della storia del matrimonio, concepito e voluto da Dio indissolubile e perpetuo.
Tuttavia, non è facile restare indifferente a cospetto di tanti cristiani, che, avendo subito la fine della loro unione, spesso contro voglia, si sono risposati ed ora vivono il tormento della fede, che implora una maggiore comprensione e, soprattutto, una presa vera di coscienza di tale sacramento,che, pur realizzando ” una sola carne”, lascia inalterate due libertà, non sempre disponibili a soffrire e vivere il rischio dell’amore.
Ed è proprio nel tessuto di tali libertá che la Chiesa è chiamata a riflettere, senza mai perdere di vista il rispetto della salus animarum, che è il bene primario.

Il silenzio che parla

Oggi molti amano stordirsi nelle cose superflue, piuttosto che misurarsi con quelle essenziali.

Aprono facilmente la porta del cuore al chiasso, ma non hanno alcuna voglia di cercare un pò di silenzio,
necessario per rintracciare la loro  identitá.

Eppure, pochi minuti di silenzio al giorno potrebbero invertire l’andamento della vita,
facendole gustare quella bellezza, che si trova  nella sua profondità.

Solo nel silenzio, che crea attorno il deserto, chiunque può sentirsi padrone di sè
e cogliere quella trascendenza, che il rumore disperde.

Esiste il vero cristiano?

Mi domando ogni giorno: esiste il vero cristiano?
Come un bambino curioso, mi guardo attorno.
Osservo il comportamento di tanti e, perché no, anche il mio,
e resto profondamente deluso.
Troppe apparenze ci truccano e vestono la fede
come un qualsiasi abito da indossare per le circostanze.
Ostentiamo sempre  noi stessi, ma nulla o poco facciamo
per essere e spandere il profumo di Gesù.
Anzi, a parole lo confessiamo, ma con la volontà restiamo lontano.
Preferiamo costruirci non sulla sua roccia, ma sulla sabbia,
che si sgretola,appena le onde della tentazione ci invadono.