Categoria: Pensiero del giorno

Quanta amarezza oggi ….

Quanta amarezza accarezza oggi lo sguardo della gente!

È come un alito di vento incerto, che non passa inosservato.

Procura fruscii, che sembrano soltanto tante voci di delusione.

Sfumature diverse, appese all’ orizzonte di un futuro di precarietà.

Ed è proprio qui che le grida delle promesse vengono soffocate

dalla mancanza sia del necessario che del superfluo.

È l’amarezza della povertà incombente,che la vergogna nasconde

e la necessitá scrive sul volto di chi, per strada, allarga gli occhi,

non disdegnando ciò che giá si è fatto straniero ai suoi desideri.,

A me piace stare da solo

A me piace stare da solo.
Lontano dal chiasso mi sento diverso, provo nuovi fremiti,
che mi aprono all’ Amore vero.
Gli parlo e mi parla, mi ascolta e l’ascolto: un dialogo tra amici,
che mi rende sereno e mi fa vedere tutti gli altri in uno specchio
di profonda umanità. Qui, in silenzio, mi cerco e mi sento cercato.
E quasi sempre ci ritroviamo e camminiamo insieme sull’arcobaleno del cielo,
dove l’ anima avverte il fruscio di Dio, una scia penetrante, che mi indica
le vie  da fare, per giungere al porto della pace.

Le mie lacrime sono diverse dalle tue.

Le mie lacrime sono diverse dalle tue.
Le mie rivelano profumo d’ amore, le tue solo odore di rabbia.
Io corro sognando circuiti senza trofei,
per cui perdere o vincere nulla mi toglie o mi aggiunge.
Resto sempre me stesso, felice di ciò che sono e se piango
è solo perchè vedo altrove e non in me tanto dolore.
Nulla di ciò che è umano trascuro: esso mi appartiene.
Invece, tu piangi con gli occhi chiusi, consumato dalla morsa
del tuo cuore, scivolato in tanti rivoli di delusione.
Sì, perche hai voluto appenderti solo  ai tanti arcobaleni di gloria,
sui quali credevi di camminare come se avessero avuto basi solide,
ma ti sei ritrovato giù come un fagotto.
Ecco perchè è più duro il dolore di chi rovina, dopo aver pensato solo a se stesso.

Aldilà della luna

Quando la luna scompare, soffocata dalle tenebre e tu assisti al suo nascondersi, nulla brilla come prima, anzi tutto sembra vestirsi a lutto e gridare il dolore di un mondo, che come un fuscello viene portato via dal vento.

Nulla è  uguale alla visione di prima, persino le  strade si perdono senza meta e tu quasi cammini a tentoni , con le  braccia  allargate, come uno  che non vede.

E’  la notte oscura  del cuore, sfinito nel guscio  di pensieri pesanti, incapace di affacciarsi  dall’ oblò  della sua stiva, per guardare lontano, in alto,  al di là  della luna in apnea, dove ogni tenebra si scolorisce, fino a mutarsi in stella luminosa.

Qui  e  solo qui puoi  liberarti dalla coltre funerea  e riprovare l’ ebbrezza di ciò che è  ancora dentro di te: il respiro dell’anima, che, al di là  del buio, cerca e trova sempre  la via  della misericordia di Dio, che, con amore,  trasforma l’ oscurità  in oasi di luce.

Sguardo di cuore

olallaNiente procura più feliciá di uno sguardo sincero,
é come un vero arcobaleno di colori irresistibile,
che attrae e seduce, in cui tu ti immergi e vibri
tra il cielo e la terra, gustando la sua bellezza.
Non ti dá note incerte nè di ipocrisia, è sguardo
di cuore, che emette effluvi di verità e di amore.
E non va mai via se prima non t’abbia accarezzato,
rivelando la ricchezza del cuore che l’ ha creato

 

Avvicinarsi al Mistero con umiltà

Le cose più belle, da me imparate, sono quelle ascoltate dai miei fratelli.

Infatti, quando sto da solo,  non sempre riesco a capirle, mentre, mettendomi in ascolto di fronte ad essi, quasi le vedo

Ed imparo ciò che  cerco di insegnare loro.

Il volto di chi mi parla, l’ anima con cui mi guarda e parla,  è come uno specchio, dal quale  mi sento illuminato, tanto da vedere ciò che prima mi sembrava oscuro.

Mai parlo senza penetrare prima il cuore di chi ascolta.

È da esso che traggo la forza di ciò che dico e mi avvicino al Mistero,  che predico con umiltà, convinto che solo in mezzo ad essi,

ogni parola annunciata è veramente Parola di Dio: contemplata, pregata e vissuta insieme.

Aspettando “Godot”

Noi cristiani siamo diventati un po’  come i due barboni della commedia di Samuel Becktt :  ” Aspettando Godot “.
Siamo in attesa non del vero Dio, ma di un  piccolo dio, nel  quale vogliamo calare le nostre pretese, il recipiente in cui riponiamo i nostri idoli, piccoli o grandi, che segnano il nostro rifugio, trascinandoci in false sicurezze.
E sono proprio questi idoli, tenuti sempre  ben nascosti, che fanno da contraltare a Dio e creano resistenza alla sua vera adorazione.
Ma noi adoriamo veramente il Signore? Lo scegliamo come centro di riferimento della nostra vita? O ci lasciamo imprigionare dalla ragnatela delle nostre fantasie, che, il più delle volte, schiudono  la tentazione delle apparenze, la voglia  del successo, il carrierismo incontrollato, la frenesia di essere i migliori o artefici unici di noi stessi?
E non sono forse questi stessi  idoli che abbagliano la nostra umanità, fino ad impoverirla  in tante mediocrità?
Ben vengano le aspirazioni, che nascono dal cuore e dall’intelligenza, ma non la loro idolatria, che tarpa ogni autenticità di volo.
Perciò, finchè non ci spogliamo di questi idoli, che dilatano il nostro egoismo, facendoci sentire dirimpettai a chiunque si pone sul nostro cammino, noi continueremo ad essere sempre seguaci di questi piccoli dei, ma non figli del vero Dio, che, quale Padre, sa di che cosa abbiamo bisogno.

Al di là dell’oggi

Troppo immersi nella conquista dell’ oggi e di quanto produce,
proviamo fastidio persino ad usare le parole, che potrebbero aprire
la vita oltre la morte.
Uccidiamo l’aldilà, paurosi di sciupare il piacere di vivere
e non ci rendiamo conto che, così facendo, massacriamo ogni istante
in un turbinio, senza il sapore di una speranza vera.
Eppure, non é la morte che incute paura, ma è  l’ inutilità della vita
che crea il suo terrore.
Se siamo oggi seriamente poveri nello spirito, non é dovuto alla vita,
che pur conserva straordinari pizzichi di novità, ma all’ assenza
dei pensieri ” ultimi “, che, se insorgessero in ciascuno di noi,
la trasformerebbero in un tempo per amare, per dare, per espiare.
E certamente saremmo felici sia per la vita, che corre verso le cose di lassù,
sia per la morte, che può bussare, quando vuole, alla sua porta,
che troverebbe sempre aperta

Povera Italia!

In politica ognuno guarda esclusivamente a se stesso e al giardino che coltiva.
Il bene comune sembra soltanto un’ ombra rispetto a tali interessi, che diventano primari in ogni azione.
Tutti a parole fanno professione di fede nella collettività, ma nell’ impatto con la realtà ogni tensione è  subordinata solo alla crescita personale e partitica.
Pertanto,  ogni abbozzo di riforma o si inquadra in tali parametri  oppure  è  destinata a soccombere nel disprezzo di ogni idealità.
E’  la storia del nostro Paese, dove la litigiosità è  il tarlo delle menti e il tornaconto è  il germe atavico di ogni periodo.
Così, in tale contesto, molti in pubblico fingono di essere d’accordo, in privato, invece, uccidono quanto concordato.
E giocano ognuno al rialzo solo per tutelare il loro futuro, spesso incuranti della condanna che il tempo certamente decreterà, soprattutto per i protagonisti di oggi, che stanno generando un vero e proprio oscurantismo politico in un gioco di idee, promesse e decisioni, che hanno la durata di un fioco cerino.
Povera Italia, scivolata nelle mani di tanti mestieranti della politica, che a tutti i costi vogliono ergersi a padri di una nuova Repubblica!

La vera amicizia

L’amicizia è una parola molto gridata e troppo sciupata.
Alcuni la riducono a semplici moine o reciproci sorrisi.
E, pur sapendo di non nutrire sentimenti di sincerità, 
la vivono solo per convenienza.
Altri,invece,la ostentano e la invocano solo per se stessi.
E, pur saldandola con buoni vincoli,facilmente la soffocano,  
quando subentrano interessi.
E che dire di quelli che si professano amici perché si ritrovano
nei soliti salotti bene o frequentano gli stessi ristoranti?
L’ amicizia non è questo involucro di esteriorità.
È anima che genera e cerca amore.
E sa riposare solo nel cuore di chi si apre all’ amore.
Non conosce paure nè sottintesi.
È come un vaso comunicante che condivide tutto,
senza mai perdere una goccia.
Ecco perchè avere un amico è come possedere un vero tesoro.