La Chiesa non è un apparato burocratico né un’associazione assistenziale, culturale o politica, ma è un corpo vivente, che cammina ed agisce nella storia. Cristo è la Luce, che tiene unite le membra di questo corpo e il segno, lo strumento di tale riunificazione è appunto la Chiesa, la quale, lasciandosi invadere dalla Luce, è il vero centro di irradiazione della salvezza.
Questa Chiesa, anche se da alcuni viene considerata impropriamente un corpo fermo, chiuso nei suoi privilegi o nello scrigno di una fede da libro, è un popolo sempre in movimento, in tensione continua all’ incontro con Cristo. Guai se non avesse tale capacità, che la fa uscire da se stessa, per portarsi ovunque, soprattutto verso le periferie dell’esistenza, dove insorge realmente la visione dei cristi sofferenti, che la società ignora.
Una Chiesa senza questi respiri fecondi di apertura, senza il desiderio di spalancare le porte per dilatarsi, con profonda relazione, in Dio e nell’ uomo, rischia di ammalarsi, di invecchiare in un semplice gioco autoreferenziale, che soffoca la bellezza dello Spirito Santo, agente primario della sua vitalità.
Del resto, se la Chiesa è un corpo vivente, essa ha un capo che è Gesù, il quale la guida, la nutre e la sorregge. E come la persona, nella sua interezza, non sopravvive, se si separa il capo dal resto del corpo, così la Chiesa non resiste senza essere legata intensamente a Gesù.
Il che dimostra quanto è assurda l’affermazione di coloro che proclamano la loro identità cristiana senza l’appartenenza alla Chiesa. A tale proposito, è bello ricordare quello che diceva Paolo VI:” è una dicotomia assurda voler vivere con Gesù senza la Chiesa, seguire Gesù fuori della Chiesa, amare Gesù senza la Chiesa”.