Categoria: Pensiero del giorno

Il dubbio

La vita è  un intarsio mai  finito di esperienze, ognuna delle quali è  un tassello per un vero mosaico, dove è  possibile cogliere la verità  in tutto o in parte.

Il desiderio di fare esperienza quasi sempre nasce dalla ritrosia ad accettare, a scatola chiusa,  quanto gli altri affermano o riportano.

Purtroppo è  la paura dell’ inganno che, generando il dubbio, spinge a cercare, attraverso ciò che si ascolta o si vede, orme di verità, che fanno da cornice alla bellezza della vita.

Oggi troppe sono le idee che avvolgono di fuliggine la coscienza e la mente, per cui altrettante sono le difficoltà a compiere veri atti di fede.

Perciò, è  sempre salutare dubitare per non cadere nella sciocca credulità.

Come dice un proverbio:” Chi non dubita, non cerca; chi non cerca, non vede; chi non vede, resta cieco”.

Dove è il cuore di tanti cristiani?

Non sono pochi i cristiani che hanno le labbra della carità, della giustizia e della pace, mentre il cuore è  chiuso nello scrigno di se stessi, attenti alla visione di ciò che hanno e che li rende incautamente appagati.

Troppe sono le distanze tra ciò che credono e ciò che vivono; tra quello che pensano e quello che testimoniano.

Spesso si illudono di sapere e di vedere tutto, ma il loro è  un sapere e un vedere senza cuore; ritengono di essere i depositari di Cristo, però  sono incapaci di rivelarlo nelle cose che contano.

Infine, a volte, gridano di essere a posto con Dio e con gli uomini, invece, nella realtà sono lontano da Dio e dagli stessi uomini.

Le squame dell’ ipocrisia ancora non cadono dai loro occhi, ancora non prendono atto dei loro limiti, delle loro povertà.

Eppure, oggi più che mai, Dio interpella tutti  sull’ autenticità di se stessi.

E questo è  un invito ad uscire dal sonno della cecità, per aprire gli occhi alla bellezza e semplicità del Vangelo.

E’ una chiamata ad essere trasparenti e luminosi, ben sapendo che ” Dio non guarda l’ apparenza, ma il cuore “, il quale più è  nella luce, più permette di vedere e leggere le cose, le persone e gli avvenimenti con gli occhi di Dio e, quindi, con gli occhi della fede.

Arrampicatori sulla roccia della Chiesa

E’ proprio vero che nella chiesa  vi sono – come dice Papa Francesco – ” arrampicatori “, che avanzano con un alpinismo felpato e costante; e senza  mai incrinare la sagoma della propria esteriorità spirituale, raggiungono ogni meta.

E sono tanti, che, sin dall’inizio, si preparano nella provetta del potere, spesso ben guidati da maestri, che, prima di loro, hanno fatto lo stesso cammino.

Costoro mai sentono l’ odore delle pecore né  si lasciano  commuovere dalla gente stanca, che bussa alla porta delle sacrestie, per deporre le sue difficoltà.

Preferiscono  la bellezza delle stanze chiuse e dei  corridoi di rappresentanza, guardando  cose e persone attraverso  gli oblò  filtrati da altri.

Ed oggi, molto più di ieri, questa voglia di toccare la vetta del potere occupa il cuore di tanti e circola già  dai seminari, dimenticando come Gesù rimprovera Giacomo e Giovanni,che volevano un posto di potere nel suo regno: ” … Ma voi non sapete cosa chiedete”.
E spesso sono proprio questi arrampicatori, non sempre i piu bravi, che interpretano il potere non come servizio,ma come ostentazione di sé ,facendosi antipatici e rendendo triste la Chiesa.

La politica mangia anche il superfluo

mangiareE’ un momento di particolare fragilità economica quella che il nostro Paese sta vivendo, avvolto peraltro da una ragnatela politica, intarsiata di idee e comportamenti deboli, che nulla o poco fanno per invertire la bussola del disorientamento.

Infatti, non si può sottacere che il potere, al cospetto di tanta crisi, invece di tracciare nuove strade di rinnovamento, finalizzate alla eliminazione delle strutture intermedie frenanti ogni iniziativa personale ed  imprenditoriale, si pavoneggia solo in una fiera verbale, che ha l’ unico scopo di difendere e garantire le proprie posizioni di privilegio.

E’ veramente avvilente assistere alla quotidiana commedia del mondo politico, che recita sempre sugli stessi canovacci con  promesse che brucia appena proclamate, mentre si fa sempre più pesante la sofferenza dei vecchi e nuovi poveri, i quali cercano rifugio e comprensione esclusivamente nelle strutture di carità.

E ciò che crea rabbia è lo sperpero del denaro pubblico che, invece di essere veicolato verso le emergenze di solidarietà, viene consumato dai centri di potere persino per il loro superfluo. E’ il solito quadro della vergogna, sfumato in cornici di apparenze ingannevoli, che cedono al cospetto della verità processuale, triste intarsio di compromessi e di latrocinio. Un siffatto contesto, oltre a produrre smarrimento mentale, morale, sociale ed economico, con profondi steccati verso chi governa, innalza anche il livello di paura di perdere quel poco che si possiede.

Per cui chi ha, non spende; chi non ha, si fa mendico in cerca di sopravvivenza.

E, mentre l’indebitamento pubblico continua a prostrare il Paese, afflitto dalle fauci di un fisco, che non conosce limiti e che con grande fantasia conia, anno dopo  anno, nuovi balzelli, è facile constatare  la disperazione di chi, vedendo  naufragare i tanti sacrifici in rivoli di appannaggi personali o partitici, compie gesti inconsulti, pur di liberarsi dalle tante arpie fiscali, che spesso non hanno alcun sapore di umanità.

Naturalmente tali situazioni di profonda precarietà e sofferenza generano negli uomini di buona volontà  un approccio interpersonale qualitativamente diverso, non fatto di semplice e freddo corrispettivo tra prestazione e controprestazione, ma di comprensione e, soprattutto di una attenzione veramente umana, che nasce dal cuore e discende sul versante di questo terribile quotidiano, che coinvolge tante famiglie ed imprese già sull’orlo di una seria esplosione. Alla luce di tali considerazioni, che certamente non possono non stringere in una morsa di pensosità, è fortemente deprimente osservare lo scialacquio di denaro pubblico in barba ai morenti di fame e ai tanti portatori di carità, che agiscono in nome e per conto di Cristo.

Come percepire l’odore dell’uomo

Nessuno può percepire l’odore vero dell’uomo, se non ascolta prima i battiti del suo cuore,
impregnati di tante tensioni,che trovano in esso riparo e sono un pò come quelle ore pesanti
che segnano il crepuscolo di un sogno.
Se le apparenze offrono profumi diversi, anche se spesso nascondono profonde tristezze,
solo nella scoperta del deserto interiore silenzioso, dove si annida l’angoscia del quotidiano,
si può conoscere la sua storia.
Qui egli, a tu per tu con la solitudine, rumina passato presente futuro in un intarsio di gioia e tristezza,
di rassegnazione e ribellione, di affetti vivi ed infranti,e rivela lo spessore di ciò che é: un uomo
sempre bisognoso di qualcuno con cui condividere se stesso.

Non sappiamo più meravigliarci

Oggi nulla riscalda più la nostra fantasia.

E poco o niente risveglia la nostra poesia interiore, sopraffatti come siamo dai miti che altri hanno creato per noi.

Se prima un semplice sorriso ricevuto era fonte di stupore, tanto da far germogliare petali di pensieri, adesso ogni gesto, anche il più interessante, passa inosservato, senza neppure bussare alla porta della meraviglia.

Così, pur non mancando tante cose meravigliose,che ravvivano il nostro frattempo, con amarezza dobbiamo denunciare che attualmente, nel cuore dell’uomo, manca la gioia di stupirsi.

Siamo diventati aridi, prigionieri di un deserto, che brucia tutto, anche i barlumi di novità.

Purtroppo, non sappiamo più meravigliarci, perché piu che aspirare alla sapienza, pensiamo solo alla conquista delle cose.

Le quali, a differenza della prima che apre lo scrigno dello stupore, ci massificano nei granai dell’indifferenza e della noia.

La politica: odore di pochezza

Una politica gridata rivela solo assenza di idee,voglia di presenza in una società
che viaggia troppo facilmente con il vuoto.
La sua continua ostentazione di cambiamento, cercata spesso con volgari inversioni di linguaggio,
é solo un ibrido di furbizia.
Leggendo con attenzione gli accadimenti ed osservando la passerella mai in disuso
e sempre più frequentata dai nuovi mercanti di parole,si sente solo odore di pochezza
ed un profondo senso di indisponibilità persino alla visione e all’ascolto.
Cosa che schiude la memoria del passato ed allarga la stima verso quel mondo politico,
che faceva della parola un’arte di eleganza.

Vivere con passione

La vita è  la più grande meraviglia di Dio.
Un dono inestimabile che racchiude il Suo infinito trasporto verso l’uomo,
la cui risposta è  quella di viverla con profonda intensità e,soprattutto,
con passione,onde evitare di morire lentamente nella ragnatela soffocante della miopia.
In ogni suo istante, in ogni frammento di esistenza c’è sempre qualcosa da scoprire, una novità da gustare, un futuro da progettare.
Chi non si appassiona alla vita, toccando tutte le corde ad essa sottese, mai ascolterà il profumo della sua armonia né  l’ amerà con la voglia di viverla bene, rischiando cosi di morire a piccole dosi.
Viceversa,chi anche nell’ istante è  presente a se stesso e lo vive con stupore come se fosse l’ ultimo compendio della propria vita, vivrà veramente bene ed ogni attimo sara un arcobaleno che gioca tra il cielo e la terra.

Ai giovani delusi dalla politica, dico….

Il vostro disinteresse alla politica è  il dono più gradito ai politici, i quali,  al di là  del tempo, ormai stancante per la visione dei loro soliti teatrini, nulla o poco fanno per coinvolgervi seriamente ed adeguatamente.
Pertanto, le scene sono calpestate sempre dagli stessi, molti dei quali mestieranti senza idee, che hanno un solo obiettivo, quello di riempire il proprio bagaglio, raccattando persino gli scontrini, per dimostrare fantomatiche spese, che rilassatezze normative attribuiscono al loro ipotetico lavoro di onorevoli.
E voi, come gabbiani sugli scogli, continuate ad osservare le solite acque, incuranti del vocio della spiaggia, che anela ai movimenti della vostra fantasia.
Svegliatevi, aprite il cuore alle sorprese che la speranza vi dona. Non permettete che un politico nasca e muoia tale, solo perché ha saputo costruirsi un castello di oro,anche se di terracotta a livello di idee.
La società ha bisogno della vostra bellezza comportamentale, dello specchio del vostro cuore, della scioltezza della vostra intelligenza e volontà.
Imparate sempre, al di là  dell’ età, da chi ha idee e crea; invece, contestate sempre gli stereotipi senza idee e creatività, amanti solo dei compromessi e delle bustarelle.
Non credete al dispiacere dei politici per le basse percentuali elettorali: ad essi interessa solo vincere ed avere il plauso dal loro padrone di turno.

Pesci grandi

pesci fameliciSiamo diventati tutti poveri burattini, inghiottiti quotidianamente dai grandi pesci di questa famelica società, che senza dignità, smagnetizza ogni valore, appesa solo all’eccessivo materialismo.

Siamo quasi comparse all’interno delle solite commedie,  recitate sempre sugli stessi canovacci, le cui stesure odorano di compromessi sulla pelle della gente, che non ha alcuna consistenza e vive in attesa di miracoli, che mai verranno.

Tutto viene gestito con i parametri del proprio particolare senza alcuna considerazione del pianto di chi giace nella ragnatela della miseria. Anzi votati solo al calice del piacere in una sorta di folle consumismo, persino della corporeità, questi pesci predatori sono caduti in una profonda indifferenza verso tutto ciò che è umano, favorendo così la cultura dello scarto, in cui troviamo i senza identità, abbandonati lungo i marciapiedi;  gli esclusi,  le cui voci non servono  più a nulla.

E’ la storia di sempre, dove a contare non è l’onore vero, ma il perbenismo interessato, l’intruglio del potere e del denaro che pone sul piedistallo idoli di argilla culturali e morali.

Una visione poco edificante che purtroppo rivela quanto siamo scesi  in basso; anzi, nel baratro di una reale disfatta.

Finché la seduzione delle cose vince la bellezza delle verità, che elevano la nostra umanità, il mondo e ,quindi  noi, rischiamo di perderci nei meandri della notte, senza il sogno di una serena alba di fraternità e solidarietà.