Categoria: Pensiero del giorno

Il pentito: falso o sincero?

Ciò  che mi fa paura non è la cattiveria di certi uomini, presenti un po’ ovunque sul nostro cammino, quanto l’ indifferenza per ciò che di cattivo essi fanno.

Spesso ho l’ impressione che le azioni, i comportamenti siano qualcosa di distaccato, anzi, come se non fossero affatto ad essi imputabili.

Ogni emozione risulta straniera al cuore, ogni attenzione non rientra nella loro mente.

Non provano né  pentimento né  sussulti di pensosità: tutto scorre senza sentire alcuna ebbrezza né  di caldo né  di freddo.

Così, vedere oggi gli occhi di un pentito, che, con disinvoltura disarmante, numera gli omicidi commessi, senza un alito di dispiacere per il sangue versato, ma solo per l’ ottenimento di benefici sociali e patrimoniali, provo un profondo disgusto e, con sofferenza, mi domando se, in certi individui, la bestialità abbia preso del tutto il sopravvento sull’ umanità.

Personalmente non ho mai creduto al solo pentimento di mente: potente è  la ragnatela degli interessi di un pentito, per pensare che la sua mente, a mo’ di fisarmonica, si apra e si chiuda, senza emettere suoni non finalizzati al proprio concerto.

Viceversa, un pentimento di vero cuore, che soffre per quanto di drammatico ordito, certamente coinvolge la mente a dire la verità, indipendentemente dai propri particolari tornaconti.

E per me questo è  il vero pentimento, che potrebbe creare la nuova carta di identità umana.

Il comandamento dell’amore.

Il comandamento dell’ amore è  il più facile a ricordare, il più difficile a metterlo in pratica.

E’ il più predicato, ma anche il più bistrattato.

E’ come una perla preziosa, che si acquista persino nel semplice ascolto, ma subito si nasconde nello scrigno per paura di indossarla.

Pertanto, se le parole sono veicoli di amore, che suscitano emozioni e a volte anche qualche lacrima, nell’ impatto con la realtà, dove necessita la concretezza del vero amare, si finge di non vedere o addirittura si evita ogni incontro.

Molti purtroppo hanno imparato ad amare con le tasche e  il cuore degli altri.

E credono che, così facendo, osservano il comandamento dell’ amore.

Invece, dimenticano che il  metro di valutazione sta solo nell’ accettare e donare se stesso all’ altro, senza nulla pretendere e senza alcuna preferenza.

Bollettino di guerra

E’ un vero e proprio bollettino di guerra quello che ogni giorno viene annunciato dai mezzi di comunicazione.

Sembra di vivere in un far west, dove la morte è  solo uno spettacolo di prepotenza, la cui visione si riduce a un momento di morbosa curiosità.
Si ha l’ impressione che il senso dell’ umano sia stato assorbito da una giungla di menti delinquenziali, che uccidono senza pietà, trafitti dal miraggio o del denaro o da folli passioni non corrisposte.
E come ieri, così anche adesso, ciò che spaventa e disorienta è  la totale disistima della propria ed altrui vita, sulla quale pende costante la spada di Damocle.
Purtroppo, non si può sottacere che quando un uomo perde il senso di Dio, non è  più una vera persona, con cui si puo interagire, ma una cosa provvisoria, la cui presenza è  limitata alla validità del suo servizio.

Voi siete il sale della terra… la luce del mondo

sale“Voi siete il sale della terra…Voi siete la luce del mondo”.

Due immagini che configurano, con il loro simbolismo, la natura del cristiano, il quale deve essere in mezzo agli uomini quello che il sale è nel cibo e la luce è nel mondo.

Come il sale agisce negli alimenti in maniera discreta, sciogliendosi e perdendosi in un gustoso sapore, così ogni cristiano, in umiltà e senza chiasso, deve saper dare un sapore nuovo alle cose. Deve far rinascere il gusto ed il desiderio di ciò che è semplice al cospetto di un mondo,che si esaurisce solo nella ricerca di mode sempre più strane.

Un cristiano che semina gioia, che si pone quale testimone di onestà o portatore di solidarietà, e lo fa senza  parole sofisticate oppure ostentazioni vuote, egli esprime in maniera feconda il suo compito di essere sale della terra. Viceversa, un cristiano che non diventa una vera profezia con le parole e con le opere, rischia di essere insignificante, del tutto inutile.

E l’insignificanza è il pericolo che incombe su molti di noi, spesso sedotti solo dal profetismo delle parole, nel disincanto della vita, la quale, più che testimoniare Cristo, preferisce mettersi in mostra, accaparrarsi le prime pagine, dimenticando che Gesù non si è mostrato al mondo in modo spettacolare, ma in tono umile e dimesso.

Questa immagine del sale è completata da Gesù con quella della luce: ”Voi siete la luce del mondo”. Come Cristo, luce che rischiara il cammino dell’umanità verso Dio, così noi cristiani, suoi seguaci, siamo chiamati a manifestare, con la luce della nostra fede, Dio agli occhi del mondo. E tale annunzio non lo dobbiamo far passare solo attraverso le parole, ma attraverso la testimonianza delle opere:” Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perchè vedano le vostre opere e rendano gloria al Padre che è nei cieli”.

E le opere sono quelle che derivano dallo spirito delle Beatitudini; cioè, le opere della povertà, della mitezza, della misericordia,della carità …… le quali rendono visibile nella nostra vita la forza trasformante del Vangelo. Solo davanti a queste opere il mondo saprà vedere la mano di Dio, e leggerà sul volto di chi le compie i tratti del volto di Cristo.

 

Ti senti veramente libero?

libertàNon credere di sentirti libero solo perché fai tutto ciò che vuoi, ti avventuri in circuiti di ebbrezze, ingolfando il cuore di esperienze-limite, per evadere dalla noia. La libertà non è  questo volare con ali fittizie, che l’ impatto con la realtà brucia senza pietà. Non è  neppure questo svuotarsi costante, per riempirsi semplicemente di mode, che mutano senza lasciare orme di ricordi. La libertà vera è  quella che genera in te riflessione su ciò che fai; che spinge a valutare ciò che è  bene e ciò che è  male; soprattutto, ti offre la possibilità di saper operare delle scelte serie per la vita e non per i soliti gradimenti occasionali, che danno sensi di vuoto. E’  triste, amico mio, osservare tante libertà, interpretate su canovacci di libertinaggio, che vanno di esperienza in esperienza, sagomando alla fine volti senza sguardo, labbra smorte già in cornici di delusione. E tu non ti stai forse plasmando in questo modo?  Oppure pensi che facendo ciò che vuoi, lontano da ogni logica di crescita personale e sociale, indossi il vero abito della libertà? Quando imparerai a soffrire, sacrificando soprattutto ciò che ti piace, allora, e soltanto allora, potrai dire a te stesso: ora sono un uomo veramente libero.

Saper rischiare

Tu hai grandi qualità.

Ma a che servono queste tue qualità, se non le sai amministrare?

Se hai ricevuto dalla Provvidenza questi doni, essi non possono restare nello scrigno, ma devono essere sfruttati, in modo da avere un valore non più nominale, ma essenzialmente di acquisto.

Pertanto, devi imparare a saper rischiare, anche quanto tutto sembra avvolto nella spirale dell’ impossibile.

E’ poco edificante sciupare la bellezza delle proprie capacità, sospendendole alle solite stupidità, quando, se esercitate, potrebbero aprire grandi orizzonti di benessere spirituale ed umano.

Solo chi rischia, alla fine della sera, può apprezzare se stesso e potrà dire che vale veramente la pena vivere.

Nulla di nuovo… tutto vecchio

Lo scenario dell’ebbrezza verbale, delle grida scomposte, dei gesti inconsulti ha chiuso i battenti degli ultimi comizi, lasciando negli spettatori l’ amarezza dell’ incompiuto.

Ancora una volta un gioco di promesse e di terremoti politici; un delirio di minacce e di blandizie hanno contraddistinto la campagna elettorale.

Nulla di nuovo, ma tutto vecchio e peggio di prima, essendo molte le faccie diverse, ma poco rasserenanti.

Cosa accadrà? Non so  né  provo interesse.

Finchè   gli accadimenti seguiranno la stessa trafila di gente parlante senza idee e progetti, se non quelli gravitanti intorno a sé  e ai propri tornaconti, è  preferibile  votare in silenzio, pur senza una autentica convinzione, per chi offre  almeno qualche  barlume di verità, onde evitare lo sfascio totale.

Guadare oltre

Non credere che sia facile guardare oltre, al di là  di ciò che vedi o pensi.

Forse, con la tua intelligenza, puoi comprendere il contenuto ed ammirare la bellezza delle cose, ma mai puoi leggere dentro di esse, per scrutarne e capirne la profondità.

Invece, se tu vuoi superare la semplice visione degli accadimenti; se vuoi penetrare le vie e i pensieri di Dio; se vuoi trascendere la corteccia di quanto ti circonda ed andare oltre, devi sapere che non è  sufficiente la sola capacità  intellettuale, ma è  necessario aprirsi allo Spirito Santo, che, con il dono dell’ intelletto, ti farà capire persino le situazioni, le cose umane, con l’ intelligenza di Dio.
Naturalmente questo dono è  solo per chi ha fede, per chi si lascia plasmare dallo Spirito Santo, che, proprio mediante tale grazia, se tu hai fede, ti introduce nell’ intimità con Dio e ti fa crescere nella comprensione di quello che Gesù ha detto e ha compiuto.

In  altre parole, ti mette veramente nella condizione di guardare oltre.

Capire il cuore di Dio

Quante proteste, quante domande rivolgiamo a Dio, allorché  ci sentiamo schiacciati dal peso degli accadimenti o dalla inspiegabilità  di tanto dolore.

L’ assenza di risposte spesso innervosisce e crea freddezza.

Il suo silenzio appesantisce gli occhi e il cuore.

E’  il momento in cui la sua presenza si colora come una statua, quasi dirimpettaio alla nostra vicenda umana.

Ci sentiamo soli, sedotti ed abbandonati proprio da chi abbiamo invocato prima come Padre.

Abbiamo l’impressione di un Dio nascosto che è  stanco delle nostre lacrime e delle stesse domande, anche se resta ancora un Dio cosi grande, che non ha bisogno di far tacere le proteste, le domande, la nostra libertà.

Eppure, mai ci inginocchiamo, anche se sembra muto ed assente,per sentire il suo respiro; mai apriamo gli occhi, per scoprire le orme da Lui lasciate; mai ci mettiamo ad origliare alla porta del nostro cuore, per sentirlo bussare con la dolcezza di un padre, trafitto dal dalle grida  dei suoi figli.

Sono proprio questi istanti di abbandono, che ci aiutano a capire il cuore di Dio e ci fanno cogliere la bellezza della sua luce, fonte di fede e di amore.

Quando incominciamo ad essere cristiani?

Dopo 2000 anni di cristianesimo ancora non incominciamo ad essere veri cristiani.

Continuiamo ad annacquare la fede di vari  e tanti ingredienti,  che nulla o poco hanno a che vedere con l’ insegnamento autentico di Cristo.

Ed anche se le voci parlanti di Lui sono in costante aumento, non si può sottacere che molte di esse  si riducono  a semplici parole, peraltro incapaci di toccare la profondità del cuore di chi ascolta.

Oggi più di ieri,tutti  gridiamo che la nostra è l’ era cristiana, tutti affermiamo di credere in Dio, tutti  ammiriamo le grandi cattedrali estasiati dalla loro  bellezza artistica, tutti affolliamo  Piazza S. Pietro  sedotti dalla semplicità del Papa, ma nell’ impatto con la realtà  viviamo un cristianesimo all’ acqua di rose, senza alcuna  coerenza.

A volte siamo più trascinati dalle onde dell’emozione e della curiosità, piuttosto che dalla volonta  di una vera sequela a Cristo, che non ci chiede di essere solo credenti, ma credibili in un mondo, che stanco delle fumose apparenze, esige sintonia tra fede e vita, messaggio del Vangelo e  vissuto quotidiano.

Finche noi cristiani non caliamo nella vita il contenuto della nostra fede,possiamo essere anche credenti,ma non saremo mai credibili e coerenti.