Categoria: Pensiero del giorno

Nessuno troverà Dio per dovere

Non ci sono statistiche capaci di stabilire tempi e circostanze per incontrare Dio.
Nè esistono vie e luoghi privilegiati, per sentire il suo profumo.
Egli seduce sempre, all’improvviso e nel momento in cui uno meno se l’ aspetta.
A volte, persino nelle cose insignificanti vengono fuori orme di divino, che fanno inciampare in veri e propri tesori, che rivelano la bellezza della Sua presenza.
Nessuno troverà Dio per dovere.
Ma tutti lo potranno conquistare per la gioia che dona a chiunque lo incontra.
E  la gioia non è qualcosa, ma qualcuno: è Cristo, l’Unico che sa parlare al cuore dell’ uomo, per dirigerlo verso il tesoro della speranza, della luce, del cielo.

Nome e cognome del cristiano

 

In giro c’ è una grande superficialità, che non disdegna di toccare qualsiasi  dimensione sia sociale e morale che religiosa.

Così, è  facile, oggi, vedere chi proclama di avere una o più etichette di appartenenza, senza alcuna esperienza di quanto vorrebbe attribuirsi.

Si  illude di avere una tessera o qualcosa  altro, solo perché  si interessa o crede in qualcuno.

Incredibile, se si consideri che ogni appartenenza presuppone un vera storia, nella quale bisogna vedersi e leggersi, per ricavarne la propria carta di identità.

Aldilà degli spazi che il mondo offre e nel quale troppe sono le occasioni per definirsi etichettato, è  opportuno sottolineare, nell’ambito della fede, il comportamento di chi si dice cristiano senza avere una vita veramente cristiana.

Anzi, per molti basta una semplice dichiarazione di fede in Dio, un segno di croce, per potersi  dire cristiano, anche se nel cuore e nella mente, non c’è nulla che si chiama  Chiesa.

Invece,  per essere un vero cristiano, è necessario avere un nome ed un cognome.

Il primo è : ” io sono cristiano “.

Il secondo:” io appartengo alla Chiesa “.

Il che significa che la vera identità  è  l’ appartenenza alla Chiesa, l’ essere parte di un popolo, di una grande famiglia, che lo fa cristiano nel momento del battesimo e nel percorso della vita con catechesi ed insegnamenti, che trasmettono il contenuto della fede e fanno crescere come cristiani.

Perciò, è per nulla veritiero chi dice  di credere in Dio ed in Gesù, senza avere alcun interesse verso la Chiesa, quasi proclamando un rapporto personale con il divino, del tutto disincantato da Essa.

Nessuno diventa cristiano da sè.

Non si fa alcun cristiano in  laboratorio.

Si diventa cristiano solo nell’appartenenza alla Chiesa, il cognome nel quale si arricchisce e si alimenta la propria identità..

L’ingordigia dell’uomo

 

 

Giorno dopo giorno, senza mai stancarsi l’uomo violenta la natura, non solo per prendere il meglio, ma anche il superfluo.
Mai si ferma al necessario.
Anzi, illudendosi che le risorse non finiscono mai, continua il suo brigantaggio,coagulando ogni cosa per pochi privilegiati, a dispetto di tanti, ai quali non sono concesse neppure le briciole.
Ieri ho messo davanti a cani e gatti tanta carne: hanno mangiato solo il necessario. Alzando lo sguardo, ho visto uccelli e farfalle fare la stessa cosa.
E così gli altri animali.
Solo i maiali hanno esagerato, però senza sperperare.
Un esempio stupendo che la natura dona all’uomo e che l’ uomo non sa imitare, prigioniero della sua ingordigia.
Ma quando le risorse finiranno, che sará di questa umanità, che sta divorando il necessario, il meglio e il superfluo?

La Banca del cielo

 

 

Nella Banca del cielo ognuno ha un conto corrente, nel quale sono scritte  le cifre accumulate durante la vita.

Non tutte, però, hanno uguale tonalità: infatti, alcune sono un intarsio di debiti, altre uno scrigno di crediti.

Le prime sono le monete del mondo, il cui contrassegno, fatto di sole parole ed apparenze, ha perduto ogni potere di acquisto.

Le seconde, invece, che portano ancora in sé l’ immagine di Dio, sono ricche di interessi ed aprono il ventaglio della salvezza.

Non essere triste

Non essere triste, rischi di trovare chiuse persino le porte del cielo.
É  la gioia  che ti spalanca  il cuore alle cose di lassù
e te le fa vivere come se fossero il suo lievito.
Un volto triste é sempre spento, non ha fremiti di sorriso né di sguardo.
Nulla osserva o trasmette, tutto gli  é  di peso: é un mondo senza speranza,
dove anche il sognare diventa un fastidio.

Il piacere di tacere

Il piacere di tacere, molto spesso, nasce dalla indisponibilitá all’ ascolto di chi comanda.

La prosopopea di essere migliore solo perchè fasciato di autorità, la pretesa di possedere le conclusioni per ogni problema solo perché amante dell’ ultima parola e la caparbietà di non riconoscere ad altri neppure il carisma delle buone intenzioni, è lo specchio, dove si può vedere la dissoluzione di ogni condivisione e la maschera di una povera autoesaltazione.

Non c’ è silenzio più sentito che quello che si ha davanti a personaggi di simile statura: è un effluvio di intelligenza e di umiltà, che, in poco tempo, diventa un boomerang per chi crede di essere il depositario di ogni sapere.

Sarebbe, invece, esemplare e certamente creativo, se chi comanda imparasse a guardare l’ altro con gli occhi dell’ anima e del cuore, per scoprire la veritá delle risposte e, soprattutto, la sincerità dei suoi intenti.

Le cause che affliggono l’umanità

Troppe sono le cause che affliggono l’ umanità.
Insorgono ogni giorno con dinamiche disarmanti e si abbattono su di essa, prostrandola in un labirinto disperato, che acceca ogni barlume di pace e di armonia.
Come se non bastassero i continui conflitti interni e tra i diversi Stati, che accrescono la ragnatela della povertà; o gli stessi cambiamenti climatici, con effetti distruttivi, quasi il grido di vendetta di una natura tradita.
Come se non bastasse la caduta libera di tante economie, anche di quelle ad alto reddito, che hanno e stanno gettando sul lastrico quelle più deboli, non si può sottacere la presenza nel cuore dell’ uomo di una ” fames auri”, di un’ avidità personale, che lo porta spesso a calpestare la dignità di chiunque si pone come impedimento ad essa e, nello stesso tempo, a rendere sempre più deprimente ed offensivo il divario tra i ricchi e i poveri con disastrose rotture relazionali a tutti i livelli.
Finchè esistono uomini e Stati avidi, che interpretano le sfide globali senza alcuno spirito di solidarietà, ma solo nell’interesse di se stessi e del loro Paese, l’ umanità non uscirà mai dal guscio della povertà e, quindi, della sofferenza.
E lo scenario dei popoli sarà sempre un intarsio di immagini variegate, che rappresentano poveri, morenti per fame e ricchi per avidità.

La forza della Comunicazione

La comunicazione è l’effluvio della società nella quale viviamo.

E poiché  oggi, più  di ieri, siamo smarriti e spesso appesantiti dall’ assenza dei valori, stressati dalla sola preoccupazione dell’apparenza, dalla voglia di cose sempre nuove, da ciò che fa spettacolo e dalla  cultura che ama lo scontro e non l’incontro, è  facile registrare, in tale contesto, il gusto di una  comunicazione disattenta e poco rispettosa della verità e della dignità  delle persone.

Purtroppo, c’ è un uso dei mezzi di comunicazione, senza saggezza ed equilibrio, che sembrano  più megafoni di rissosità e di chiasso inutile, che veicoli positivi di messaggi, incoraggianti  a  cercare  il  dialogo e l’amicizia.

Raccontano cose e persone, fatti ed accadimenti con dovizia di ingredienti, che non mirano al bene degli ascoltatori o lettori, ma solo ad ostentare protagonismo e povere stupidità.

Neppure creano o facilitano l’ amore del bello e del buono nel racconto del vissuto.

Anzi, propinano, a volte,  coacervi di parole in chiaroscuro, ricche di allusioni, che si perdono di solito soltanto nell’ambiguo, per non dire, nel recipiente dell’immorale,che raccoglie scandali,speculazioni, concussioni,evasioni, agguati… presentati  con la goduria dello scoop e non con  la partecipazione  sofferta di chi  vuole cambiare  l’identità di una società, nella quale sembra dominare  un solo principio: è lecito  cio che piace.

La comunicazione ha in sé  la forza di grandi cambiamenti.

È come  un fiume sempre in piena, che finchè  sta negli argini, conosce la via di ingresso al mare.

Appena tracima da essi, spande fango e rifiuti, che sviliscono  ogni bellezza.

Cio  avviene tutte le volte  che i personaggi pubblici usano il loro ruolo, non per comunicare la verità, condividendo e dialogando  per la crescita di chi ascolta o legge, ma solo per interpretare se stessi, gli interessi di parte, le illusioni della gente, non importa se in contrasto o meno con la morale del vivere comune.

L’ eterno mistero del dolore

Negli ospedali, attraversando i corridoi dei reparti di oncologia, si nota che il sorriso è quasi straniero a coloro che l’affollano.
Si muovono come automi, in silenzio, stretti dalla morsa di una profonda pensosità.
Disincantati l’uno dall’altro, vivono con ansia l’attesa di una notizia liberante.

E su tutti aleggia l’angoscia di una spada tagliente:sani o malati?

È veramente duro trovarsi in tali reparti e posare il proprio sguardo su tanti volti incerti di ogni etá, già quasi spenti, prigionieri di una tensione, che ha il sapore dell’imprevedibile.

Ed è ancora più angosciante sbirciare nelle stanze e vedere  la sofferenza reale di chi sa e vive il dramma di quello che ha; oppure incrociare gli occhi di un bambino ignaro, che guarda con la dolcezza di un angelo.

È l’eterno mistero del dolore, nel quale ogni uomo trova o la strada della Croce, che gli apre il cuore di Dio, o quella dell’assurdo, che gli chiude con una pietra tombale ogni anelito di speranza.

Chi è il cristiano vero?

Il vero cristiano non è colui che accoglie la parola di Dio e la conserva nello scrigno del cuore come una perla da ostentare solo in alcune circostanze.
Egli è soprattutto uno che,dopo averla ascoltata e fatta sua,avverte il bisogno di viverla e di seminarla sempre ed ovunque,sicuro che il raccolto non mancherà mai.
Certo,nel cammino della vita non tutte le semine sono efficaci.
Alcune si perdono per rifiuto,altre per indifferenza,altre ancora per orgolio.
Ma il vento di Dio è come una brezza leggera,che vibra e tocca all’improvviso le corde del cuore,aprendolo alla bellezza dell’imprevedibile.
Pertanto,mille parole,anche le più dolci,possono passare inosservate;invece,una, tra le più povere ed insignificanti,si fa sconvolgente fino a penetrare la profonditá dell’anima e piegarla alle meraviglie di Dio.
E qui si trova il vero cristiano, che compendia in sè la forza della testimonianza,parabola di fiducia e di speranza,e, nel contempo,traccia la via della sequela.