Categoria: Pensiero del giorno

Rischio di essere un ladro

coniugioNon sono fatto per amare ciò che non è mio.
Rischio di essere un ladro e mi ingannerei,
gettando alle ortiche la nobiltà del cuore,
che ho sempre puntellato con tante rinunce.
Nè sopporterei gli occhi, che mi penetrano
seminando illusioni nè le mani che fingono
carezze di ingenuità: mi sentirei maschera
al pensiero di essere in ciò che non è mio.

 

Grande è la misericordia di Dio

Se non fossi convinto della tua misericordia, o Signore, mi sentirei perduto.
Grande è la mia debolezza, che acceca il cuore e la mente, più grande é l’amore,
con cui mi avvolgi in ogni istante di vita, facendomi vibrare di tenerezza.
Anche se inciampo, distratto da vie diverse dalla Tua; anche se scivolo sui cocci,
impotente spesso a mantenermi in piedi,mai smetto di alzare gli occhi verso di Te,
dove trovo mani tese, che mi donano petali d’amore, rendendomi un uomo nuovo.

Giro a vuoto

uomo pensosoGiro a vuoto, prigioniero di pochi e usati pensieri.
Anche se cerco di rincorrere vie diverse, mai trovo
sapori di novità: troppe virgole sono come la scure
che recide ogni respiro e mi lascia quasi soffocato.
Ansimo in un miscuglio di parole incapace di unirle,
per farne un falò, dove posso bruciare ogni ricordo
vecchio e nuovo, desideri passati e presenti, moine
verbali, stelle di occasione, e essere senza nebbia.
Finché tracimerò pensieri e parole solo per apparire,
e lontano dal silenzio mi faccio vincere dal chiasso,
non sarò mai diverso da un cembalo sonoro, che grida
senza prima ascoltare i tormenti della sua coscienza.

 

Pensieri e parole

cattiveriaPensare è il mio diletto, scrivere il mio tormento.
Non sempre le parole sanno imprigionare i pensieri.
Li ampliano li stringono li sfumano come una gomma
e non sempre rivelano la loro originaria ricchezza.
Essi nascono dallo scrigno dorato dell’ispirazione
e sono una carezza dello spirito non sempre capita.
Cosí, pensieri profondi che brillano di universale
vengono attorcigliati da parole vuote o inadeguate.
Ed è un tormento sapere il valore di un pensiero e
poi vederlo pietrificato in parole piccole piccole.

Aldilá della polvere e la gloria

modestiaQuando stiamo insieme, non conta vincere o perdere.
Anche se i pensieri volano diversamente, alla fine
si ritrovano sempre e riposano nella stessa stanza,
dove non vibrano i fantasmi di paura, ma aleggiano
solo cornici di emozioni, impregnate di vero amore.
E siamo uniti, vincolati dagli sguardi di silenzio,
che, senza parlare, dicono non l’ ansia di perdere
o la gioia di vincere, ma quanto rende la bellezza
di stare insieme, aldilá della polvere e la gloria.

La Fede non è un repertorio di parole

opera“Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli”.

Ascoltare la parola di Dio e non metterla in pratica è un po’ come un vento di passaggio,che genera anche delle emozioni,però non trasforma mai la vita. Così, conoscere la parola di Dio, o saperla ben presentare,senza applicarla a se stesso, è solo una strumentalizzazione della stessa Parola; una doppiezza che può ingannare l’uomo,ma non Dio che legge nel cuore.

Purtroppo,oggi più che mai,siamo caduti in un circuito di apparenze; viviamo in un mercato di parole, dove vendiamo tutto, anche il cuore, sospeso a tante finzioni. Siamo diventati bravi attori, ma non siamo veri testimoni, capaci di ascoltare e vivere con serietà la parola di Dio. Ecco perché un giorno rischiamo di ascoltare le parole di Gesù: ”Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate l’iniquità”.

E finchè la liturgia della Parola non la caliamo nella quotidianità della vita,non saremo mai credibili. Se la fede che professiamo non la trasformiamo in opere, noi non entreremo mai nel regno di Dio.

Il che significa che la fede non deve essere un bel repertorio di parole né una semplice teoria o una semplice credenza in Dio; ma deve essere  un’azione di cuore e di mente,che parta dalla contemplazione di Dio e discenda sul versante delle nostre azioni quotidiane

Cristo crocifisso

Le crocifissioni oggi sono un incubo per chi le compie, un grido di amore e testimonianza per chi le subisce.

Come quella di Cristo, sembrano il fallimento del progetto di Dio, invece sono l’inizio della vera storia della salvezza.

Nel cuore del cristianesimo c’è sempre la Croce.

Ci sarà sempre un Dio disarmato, povero, sofferente, agonizzante, che muore per ridare la speranza all’uomo.

Perciò, le crocifissioni dei cristiani, con le quali  si tenta di indebolire o addirittura seppellire la fede, apriranno certamente nuovi orizzonti di sequela in un mondo,dove il fanatismo continua ad uccidere in nome di Dio.

L’ora della testimonianza

L’ombra che crea più fastidio all’affermazione dell’esistenza di Dio, nonchè all’ autenticità della fede, è  la mancanza di coraggio e di coerenza, che segna la vita di tantissimi cristiani, i quali spesso hanno quasi paura di mostrare la loro carta di identità.

Preferiscono chiudersi nel grigiore di un cristianesimo pallido e senza sapore, o  di una fede ad intermittenza: una vera spia negativa, per poter attrarre l’ attenzione e porre domande di sequela.

Purtroppo, il più  delle volte, invece di contagiare con una presenza di provocazione e persino di inquietudine, si lasciano essi stessi imprigionare dalle mode correnti, offrendo solo povere parvenze esteriori.

E non si rendono conto che la prova più completa ed autorevole dell’ amore di Dio  e della presenza di Cristo nel mondo, non sta nelle parole o nel chiasso delle loro  iniziative, ma nella  testimonianza concreta  di ciò che professano.

La vita di coloro che credono in Dio; che seguono, nelle piccoli e nelle grandi cose, l’ insegnamento di Cristo, senza mai scivolare nei rivoli dell’ ipocrisia, pur sapendo di andare controcorrente, è il vero specchio, dove chiunque  può scoprire orme di  profumo nuovo, che portono verso l’ arcobaleno del cielo.

Pertanto, oggi più che mai, il mondo, nonostante le sue enormi incertezze , chiede ai cristiani di essere e rimanere  tali, senza sbriciolarsi nei meandri della mediocrità.

Rugiada di pace

Alla fine ci ritroviamo sempre e solo io e te.
Piangi ridi scherzi gridi, ma calata la scena,
tutti, ad occhi spenti, vanno via, eccetto tu,
che ancora resti, per donarmi onde di affetto.
Ed io come un bambino vero mi lascio fasciare
dalle tue parole, che spirano rugiada di pace

La fragilità

Non pensarti forte, rigido ad ogni intrusione.
Tu puoi anche camminare diritto, a testa alta,
ma lungo la via trovi sempre il solito coccio,
che, appena lambito, scatta come una tagliola.
E scivoli, cadendo come fagotto nella polvere,
dove senti il gusto amaro della tua fragilitá.