Categoria: Pensiero del giorno

E rimuovo

agitataE rimuovo ogni pensiero che mi allontana dal tuo amore,
anche le briciole lancio alle ortiche, quando adombrano
la bellezza di ciò che sei o mi segnano intarsi di nei,
che fingono immagini diverse dal candore del tuo volto.
Non so vederti nella cornice della non verità,desidero
sempre guardarti negli occhi scoprire la tua sincerità,
ove ti leggo così come sei senza macchie né travestita
dall’ abito dei pensieri altrui,che mai ti risparmiano

 

 

Anche l’incredibile

genQuando ti sono accanto, insorge duro il contrasto
tra il cuore e la ragione.
Con il primo ti condivido e giustifico tutto,
anche l’incredibile.
Con la seconda, troppi pensieri affiorano
e non sempre illuminano l’ affetto che nutro.
Cerco di capire.
Invano.
Mi risulta impossibile coniugare
la bellezza dell’ amicizia e la forza dell’ autorità,
che non sempre esprimi con il respiro dell’anima.

 

 

Quando non hai più niente

Quando non hai più niente
e la povertà diventa unica compagna dei tuoi giorni,
non tormentarti nel ricordo della passata ricchezza.
Anzi, poiché altri, che prima ti facevano corona,
hanno preso vie diverse dalla tua, e  sei rimasto solo,
apri gli occhi e guardati dentro, nel cuore, qui puoi scoprire
una ricchezza diversa, non fatta più di cose fragili,
ma dello spirito, che ti schiude orizzonti di luce nuova.

Il vincente

premioDimentica ciò che sei stato, abbraccia ció che sei,
se vuoi vivere senza traumi il presente.
Non considerarti un perdente per ciò che non hai più.
Anche il ricordo di quanto ben vissuto, potrebbe renderti un vincente.
Tu non sei come gli altri ti vogliono.
Possiedi in te la veritá, che non ti incolla all’avere,
ma solo alla bellezza dell’essere.
E  finché non abbasserai le ali di fronte alla superbia delle aquile,
sarai sempre un vincente.

 

Il fascino di Papa Francesco

Il desiderio di andare, vedere, toccare Papa Francesco non si arresta in alcun modo,
anzi coinvolge tutti, piccoli e grandi, entrambi sedotti dal suo sguardo penetrante,
dalla semplicità delle parole, dalla delicatezza dei suoi gesti.
C’ è  nella sua persona un fascino, che lo rende punto di attrazione.
Chiunque sente il profumo della novità, non perché dice cose nuove,
ma perché con il suo modo di dire e fare rende nuove persino le cose più comuni.
Non parla come tanti, che credono di essere gli esclusivi depositari della verità.
Non usa studiate tecniche di comunicazione né  espressioni stereotipate di alta dottrina.
Le sue sono espressioni di facile comprensione, che catturano subito i cuori di chi ascolta.
E le porge con la dolcezza di un Padre, che fa sentire tutto il suo amore,
per cui chi ascolta prova solo vicinanza e non distanza.
Quasi vede in Lui un divino nascosto che parla mediante le sue labbra,
gesticola con le sue mani, guarda con gli occhi del suo cuore.
Sembra una pioggia di semi uscire dalla sua bocca ogni volta che parla,
pronti ad essere raccolti da coloro che sono presenti.
Semi che si trasformano in un gioco di domande esplicite e risposte silenziose,
che mirano a raffrontare il vissuto di chi ascolta con il contenuto del Vangelo.
E qui si percepisce la presenza dello Spirito Santo, che regala non solo a Lui che parla,
ma anche a chi ascolta la sua ricchezza, la quale apre alle sorprese di Dio
e facilita la comprensione della bellezza e della presenza nel mondo di Cristo.

Non esiste un amore sprecato

Molti non sopportano l’ esperienza dell’ingratitudine
e preferiscono spesso fuggire dall’amore,
credendo che ogni attenzione all’altro sia solo un amore sprecato.
Invece, non esiste mai un amore sprecato,
soprattutto se si consideri che l’amore donato
é quello che un giorno ognuno riceve.
Perciò, continuare ad amare, al di là di ogni ingratitudine,  
é segno di fedeltá alla propria dignità di uomo
e può  tracciare orme di cambiamento anche per chi,
nonostante le sue mancate risposte, sente ancora
il  respiro di chi l’ ha gratificato.
Non è facile, ma la gioia vera non é solo l’arcobaleno del ricevere e del dare,
é soprattutto il persistere nel darsi a chi, pur ricevendo,
si mostra disattento ad ogni sguardo di riconoscenza.

 

 

Non domando applausi

Non domando applausi nè contorni di affetto
quando in Chiesa proclamo la Parola di Dio.
Chiedo solo a chi ascolta di non giudicarmi
a partire dai propri gusti, anche perchè io
non parlo per me nè considero mie le parole.
Parlo in nome di Gesù e sue sono le parole
che dico, per cui chiunque non ascolta, dovrà
un giorno a Lui e non a me dare conto, anzi
é Gesù stesso che domanderà il non ascolto
delle parole che io ho detto nel suo nome

 

Il tempo scorre senza aspettarmi

Una sola parola ha sempre guidato la mia vita: adesso.
Non mi sono mai detto: è meglio domani o dopodomani.
Ho sempre percepito ogni istante di tempo
come un’ occasione da non perdere, convinto che persino
le briciole possono determinare il destino di una vita.
Quanti legano se stessi al passato o al futuro, nascondendosi
nei soliti ritornelli: lo dovevo fare ieri oppure lo farò domani,
rischiando alla fine di non farlo mai?
È triste bruciare il tempo in promesse inutili, quando so che
il suo destino è quello di scorrere senza mai aspettarmi.

Il dispiacere di aver parlato troppo

Quando sto solo ed inizio a pensare, attorcigliandomi in me stesso,
ripasso la mia vita,intarsio di ombre e di luci, consumato senza nostalgia,
se non il dispiacere di aver parlato troppo ed ascoltato poco.
Così, rivivo i miei effluvi di parole, quando un solo gesto avrebbe reso di più;
i discorsi forbiti, quando sarebbe stata sufficiente una semplice parola;
i giochi di sguardi o di finti sorrisi, quando il silenzio
sarebbe bastato per farmi capire meglio e bene.
Se potessi riprendermi parte del tempo passato, parlerei di meno
e mi spenderei soprattutto per ascoltare,convinto che nell’ascolto
e non sprecando le parole, potrei vivere di più e
dare un senso di maggiore ricchezza allo scorrere della vita.

 

Indisponibile all’ascolto

ascCiò che mi rende indisponibile all’ascolto è la prosopopea di chi parla,
quasi sempre fruitore di un chiaroscuro di parole, che nulla hanno e niente creano.
Rivelano solo un intarsio di atteggiamenti, ben curati da studiate finzioni,
che nascondono la voglia di essere qualcuno.
Non così quando a parlare sono labbra umili, per le quali anche un respiro
ha il profumo di una profonda dignità.