Categoria: Generale

E aspetto

senza sorrisoE aspetto non per ricevere qualcosa, che non voglio,
ma per sentire solo il profumo del vero o del falso,
che il tuo cuore serba come in uno scrigno e sparge,
mediante sorrisi parole, ogni volta che vieni da me.
Vedendoti, mi rendo conto che non è facile scoprire,
aldilá del sembrare, quello che pensi e vuoi, tanto
è incerto il tuo sguardo che, quasi sempre, schiudi
sottili curiosità, che non sempre il volto nasconde.

 

Piedistalli di potere

cupolaCiò che svilisce la bellezza del sacerdozio è la visione di preti
che,invece di servire la Chiesa,si prostrano in circuiti di moine
per salire piedistalli di potere,dove il grido delle parole vuote
o utili non sempre regge alla capacità di chi ancora sa ascoltare
e capire dagli sguardi come sia povera la loro dignità non sempre
fasciata di umiltà,ma certamente impregnata di episcopatite acuta
Più che sentire l’odore delle periferie,in cui vibrano le miserie
degli ultimi,frantumati come cocci fastidiosi,preferiscono colori
di gloria,rincorrendo amicizie potenti ambigue,che non disdegnano
di raddrizzare vie e pensieri,per spianare il cammino all’approdo
ove,più che sentirsi pastori,si crogiolano nell’estasi del potere
che esercitano con le ali del vento e non con il cuore dell’amore

E ti amo

prodE ti amo come un bambino, che, non trovando a casa la madre,
si inquieta guarda intorno vibra emozioni di pianto,aspetta.
Appena la vede, il suo volto brilla di gioia lancia sorrisi
di piacere fa festa,l’ abbraccia come se fosse unico tesoro.
Così vorrei amarti anche io sempre nel tormento di perderti
nel desiderio della tua presenza nella felicità di sognarti,
unica perla che riempie lo scrigno del cuore e lo fa saturo
di tutte le meraviglie,che la bellezza dell’amore germoglia.

 

 

Tutto viene inventato

geloCestino spesso ciò che leggo:un insieme di parole vuote
confezionato e presentato nel sogno delle grandi verità
Non trovo nulla di reale,se non scintille che accendono
la voglia del nuovo in un mondo che rumina troppe bugie
Vede solo andirivieni di manichini in cerca di identità
vende tanti sorrisi sguardi senza il respiro dell’anima
Non trovo nulla di puro,eccetto gli occhi di un bambino
il volto di una madre,le cui rughe dicono la sua storia
Niente di bello,essendosi tutto abbrutito sotto il peso
della cattiveria,che imperversa in un gioco di fantasie
Poco o nulla stimo come vero,tutto viene inventato:cose
e persone,che all’improvviso diventano perle personaggi
E tutti attoniti seguono le orme,presi dalle loro moine
che fanno reali pure belle vere anche le figure inutili

C’è un ponte

soliTra te e me c’è un ponte,che non sempre riesco a passare
Pur sapendo che il mio posto non è qui ma aldilá,desisto
preso solo dal fascino di ciò che mi piace;così pernotto
ai suoi piedi,fasciato dalle tenebre e mai stanco guardo
medito non senza nostalgia di essere anch’io là dove sei
tu,Padre,sempre in attesa,per dirmi quanto ancora mi ami

Il vincente

premioDimentica ciò che sei stato, abbraccia ció che sei,
se vuoi vivere senza traumi il presente.
Non considerarti un perdente per ciò che non hai più.
Anche il ricordo di quanto ben vissuto, potrebbe renderti un vincente.
Tu non sei come gli altri ti vogliono.
Possiedi in te la veritá, che non ti incolla all’avere,
ma solo alla bellezza dell’essere.
E  finché non abbasserai le ali di fronte alla superbia delle aquile,
sarai sempre un vincente.

 

Nodo alla gola

siA volte non piango solo per non rivelare la mia debolezza
preferisco chiudermi nello scrigno più profondo del cuore
dove mi raccolgo e cerco la verità degli inganni ricevuti
dei tanti perché ad essi sottesi e delle mancate risposte
che non meritavo,avendo sempre dato senza alcun interesse
Non mi tormenta mai il donato e subito dimenticato,quanto
la stima del ricevuto,scivolata nel tempo a poco o niente
se non a fastidioso ricordo,e qui provo un nodo alla gola
soprattutto quando chi beneficato nasconde il suo sguardo
al mio passaggio,rivelando il volto mediocre dell’ingrato

Il fascino di Papa Francesco

Il desiderio di andare, vedere, toccare Papa Francesco non si arresta in alcun modo,
anzi coinvolge tutti, piccoli e grandi, entrambi sedotti dal suo sguardo penetrante,
dalla semplicità delle parole, dalla delicatezza dei suoi gesti.
C’ è  nella sua persona un fascino, che lo rende punto di attrazione.
Chiunque sente il profumo della novità, non perché dice cose nuove,
ma perché con il suo modo di dire e fare rende nuove persino le cose più comuni.
Non parla come tanti, che credono di essere gli esclusivi depositari della verità.
Non usa studiate tecniche di comunicazione né  espressioni stereotipate di alta dottrina.
Le sue sono espressioni di facile comprensione, che catturano subito i cuori di chi ascolta.
E le porge con la dolcezza di un Padre, che fa sentire tutto il suo amore,
per cui chi ascolta prova solo vicinanza e non distanza.
Quasi vede in Lui un divino nascosto che parla mediante le sue labbra,
gesticola con le sue mani, guarda con gli occhi del suo cuore.
Sembra una pioggia di semi uscire dalla sua bocca ogni volta che parla,
pronti ad essere raccolti da coloro che sono presenti.
Semi che si trasformano in un gioco di domande esplicite e risposte silenziose,
che mirano a raffrontare il vissuto di chi ascolta con il contenuto del Vangelo.
E qui si percepisce la presenza dello Spirito Santo, che regala non solo a Lui che parla,
ma anche a chi ascolta la sua ricchezza, la quale apre alle sorprese di Dio
e facilita la comprensione della bellezza e della presenza nel mondo di Cristo.

Echi di una conchiglia

conchigliaNon aspetto niente di straordinario,sono sempre contento
sia del poco che del molto,perciò tutto per me ha valore
pure ciò che sembra uno scarto,l’accolgo come essenziale
e vedo in esso un dono che la provvidenza mi ha seminato
Anche tu che mi leggi e credi di essere una nullità,vali
però non per quello che hai o rappresenti,ma solo perché
sei un respiro di Dio,che accarezza la tua umanità,vibri
aldilá dell’apparenza,ancora come echi di una conchiglia

Non esiste un amore sprecato

Molti non sopportano l’ esperienza dell’ingratitudine
e preferiscono spesso fuggire dall’amore,
credendo che ogni attenzione all’altro sia solo un amore sprecato.
Invece, non esiste mai un amore sprecato,
soprattutto se si consideri che l’amore donato
é quello che un giorno ognuno riceve.
Perciò, continuare ad amare, al di là di ogni ingratitudine,  
é segno di fedeltá alla propria dignità di uomo
e può  tracciare orme di cambiamento anche per chi,
nonostante le sue mancate risposte, sente ancora
il  respiro di chi l’ ha gratificato.
Non è facile, ma la gioia vera non é solo l’arcobaleno del ricevere e del dare,
é soprattutto il persistere nel darsi a chi, pur ricevendo,
si mostra disattento ad ogni sguardo di riconoscenza.