Anche se non ti vedo come prima,sento spesso la tua voce
che trovo non più appesantita,declinata da problemi vari
ma leggera libera,quasi corda che pizzica aliti di cuore
e m’annuncia il ritorno alla felicità che avevi smarrita
Nell’ascolto affiorano alla mente ricordi giochi e moine
che mi creano,benché distanti,un arcobaleno su cui corri
ancora come fata verso di me,facendomi rivivere il tempo
dei desideri,dove pure lo sguardo era una nota di grazia
Categoria: Generale
Nota di grazia
Il mio genio
Non ho niente di geniale,ho
la semplicità dello spirito
che squarcia ogni monotonia
aprendo strade sempre nuove.
E’solo Lui il mio vero genio,
voce sottile e penetrante che
ispira pensieri e parole,
facendomi apparire un altro.
Però sono sempre io:a volte
un sereno perfetto,che cerca Dio
persino nella nebbia;a volte
un vagabondo che gira a vuoto.
Sia nell’uno che nell’altro caso,
è sempre Lui a rendermi marinaio
cauto,che sospira sia l’approdo
che l’ancora della salvezza.
I senza tetto
Non chiudo gli occhi per dormire,ma solo per fasciarmi
di quel poco che ancora ho e correre domani,dove tutto
riposa persino il respiro,per paura di destare la fame
Qui non vedo attesa né sento benvenuto,ma solo sguardi
rassegnati,per i quali anche una presenza di caritá dà
odore di fastidio,troppo é l’abbandono dei senza tetto
Sembrano fagotti da oblio,scarti senza nomi invisibili
i quali non parlano nè chiedono,niente fanno trapelare
se non il mistero dell’uomo,che non ha più ali d’amore
Dopo un peccato
Sono più contento,quando mi riconquisto dopo un peccato
che se resto intorpidito nella sua assenza,dimenticando
le ali per volare: uscire dal letame e sentire l’ odore
di Dio è una brezza di amore,che risveglia la mia anima
mi apre alla grande gioia,mi fa rileggere nel suo cuore
dove mi rivedo nuovo,fasciato dallo sguardo del perdono.
E volo in alto,gusto il fascino del mistero,mi affaccio
alla bellezza,entro persino nella tenda da cui constato
con dolore i tanti giorni trascorsi senza scatti di ali.
Ciò che non sei
Tu non sei un mistero che incuriosisce, piuttosto una povera ombra
che fa trasparire la pochezza del tuo cuore,la povertà della mente
sempre vaganti non per donarti né per ricevere,ma solo per vederti
diverso,pago di sdraiarti su di un arcobaleno che ti impreziosisce,
ma non ti rende vero: parlano di te il volto le labbra e gli occhi
che rivelano il vuoto dei tuoi sforzi,per sembrare ciò che non sei.
Eco di qualcuno
Non voglio essere eco di qualcosa
ma di qualcuno:non è da uomo vero
sentirsi veicolo di ombre o sogni
di aliti o ricordi che rincorrono
cose passate presenti e non fanno
vedere figure o impronte parlanti
Vorrei invece trovarmi sempre eco
di qualcuno,voce di chi mi guarda
e mi sussurra qualcosa da gridare
parola che come in una conchiglia
mi offre i suoni lontani e vicini
e m’apre ai respiri dell’infinito
Dignità di mio padre
Non sapeva né leggerené scrivere,
ma guardava con il cuore
tutto,
dipingendo sul suo volto
le lettere dell’alfabeto,
che esprimevano in silenzio
una profonda sofferenza,
quella di chi
non aveva potuto imparare
né a leggere nè a scrivere.
Grande
era stata la sua povertà,
vissuta senza rabbia
e sempre lavorando,
nell’incanto di un futuro
mai spento,
ma più grande
fu la dignità di mio padre
che solo vedendo e parlando
scrisse e lesse un grande libro
la storia della sua famiglia.
Lo strano mondo di Papa Francesco
Santità, come é difficile farsi amare dal suo mondo!
Quel mondo che, pur chiamato ad essere il megafono della sua voce,
si rivela spesso stridente e non familiare ad essa.
Non così per la gente, che si apre alla semplicità delle sue parole,
trovando in esse la gioia di rivarcare la soglia della Chiesa,
dove riscopre la bellezza della sua fede.
Ed é proprio questa gente, oggi, il suo vero megafono,
le cui vibrazioni,arrivando ovunque, sciolgono sinfonie d’ amore,
che tutti, anche i cuori attorcigliati,non possono non ascoltare.
Una tacita preghiera
Nell’ora della notte,quando tanti dormono
ponendo in oblio ansie e gioie del giorno
io sprofondo nell’estasi del silenzio,ove
a tenere sveglia la mia anima è la Parola
che si fa immagine dell’Amore e m’avvolge
gemmandomi nella bellezza del Suo mistero
Nell’ascolto io mi apro e sento che anche
le mie parole emettono un profumo diverso
come se fossero effluvi della Sua potenza
La interpello e da Essa attento mi lascio
interpellare,vivendo una tacita preghiera
che fa sibilare le corde del cuore di Dio
Tu chi sei
Fisso i tuoi occhi,ascolto la tua voce e penso
penso senza freni,ora ruminando il mio passato
dove rimpiango tante pagine bianche,che potevo
ma non scrissi,ora creando moine di futuro che
mi elevano,ma non mi fanno volare,ora puntando
nel presente,per scoprire tu chi veramente sei