Categoria: Generale

Turno di guardia

So che la mia vita é un inserto di curiosità che tu
semini lungo la strada e io colgo come mani d’amore
A volte mi fermo la osserva la sento stranita vibro
di domande e pur senza risposte cedo al suo fascino
La vivo senza rimpianti cercando pure nei frammenti
gli istanti di grazia che sempre mi dai ogni giorno
E vado avanti come uno che vive un turno di guardia
in attesa di altri che prenderanno qui il mio posto

 

Volo sempre con eleganza

Non ho paura di scrivere ciò che penso
Le mie ali non hanno pesi e mi portano
ovunque nè si posano su alberi incerti
Volo sempre con eleganza e dico parole
di verità,senza mai perdermi nel falso
dove tutto è impregnato di ingiustizia
Anzi,spesso pur sapendo molto,mi freno
perché non dimentico che in ognuno c’è
aldilá del malfatto,un alito d’umanità
E soprattutto,la speranza di rinascere
che può sbocciare in tutti gli istanti
anche quando il cuore sembra di pietra

Le vere rughe

Non temere le rughe che il tempo incide sul tuo viso.
Possono macchiare la sua bellezza, ma non riescono
ad offuscare gli occhi, che raccontano ciò che eri e sei.
Quelle che fanno veramente paura sono le rughe della mente,
che la rendono incapace di volare libera nell’ azzurro del cielo
e quasi sempre le cancellano persino i ricordi.
E le rughe dell’ anima, che la intenebrano in una coltre di fuliggine
e le tolgono quel profumo di Dio, che è il suo vero respiro di vita.

Il peso del suo corpo

Ho paura di scrivere l’inventario della mia vita
vibrano troppe pagine bianche:ricordi di lacrime
singhiozzi ancora vivi,attese finite in tormento
che mai saprei narrare con la penna della verità
Preferisco vedermi nello specchio,dove mi scopro
e mi dico come ero ieri,come sono oggi,come sarò
Mentre mi guardo,rappresento solo a me la storia
di un angelo senza ali,con il peso del suo corpo

Tra molti lupi

So di vivere tra molti lupi,ma non ho paura
anche se ho ricevuto non pochi morsi,guardo
tutti allo stesso modo e in ciascuno ancora
scopro respiri che mi offrono tanta umanità.

Troppe icone di amici

Troppe icone di amici bussano alla mia mente
ricordi che mi sollecitano a non dimenticare
Sono un pò come le lucciole,che mi schiudono
ritagli di passato,dove ancora vivo emozioni
Mi faccio cullare,saltellando di qua e di lá
e sempre spolverando quanto vissuto con essi
Mi sembra di vedere come da un oblò fantasmi
non di paura,ma sorridenti,che vibrano moine
E sono felice di giocare con la mia fantasia
che ricrea il tempo più vero di ciò che sono

mio padre e mia madre

Nel silenzio contemplo mio padre e mia madre,
quando la giovinezza li accarezzava senza risparmio.
È un gioco di serietà e di bellezza ,
chiuso nella semplicità di una cornice,
dove faccio scivolare ricordi, pensieri e fantasie.
Colgo sul volto pensosità, quasi ombre di povertà,
che rivelano la paura del domani, vissuto con dignità.
Nello sguardo mi interpreto alla luce della mia età,
che ancora offre improvvisi barlumi di speranze
e provo una profonda gioia nel ricordare il tempo,
privo di cose, ma ricco d’amore,
che sempre seppero darmi.
Oggi li guardo, prego e non smetto di sentire
l’ alito profumato della loro presenza.

Con Te al porto di tranquillità

voceQuando stanco rincaso e stringo tra le mani la pentola bollente dei miei pensieri,
sento l’odore della sconfitta, che si fa amara sofferenza davanti al Tuo silenzio.
Sembra che Tu non ti importi di me; anzi, preferisci riposare come Gesù sulla barca
e non ascoltare il mio grido, che non nasce dalla mancanza di fede, ma dal desiderio
della tua Presenza, che non sempre riesco a vedere o a percepire in ciò che accade.
Non voglio che plachi le tempeste che io creo, facendomi irretire dalle maschere,
che guardano dalle finestre; ti chiedo solo di colmare il mio cuore del tuo amore,
in modo che, anche tra forti marosi, posso giungere con Te al porto di tranquillità.

 

Fragilitá delle cose

Finchè sono le cose a gestire la vita, non mancano mai ombre di incertezza e di paura.
Del resto, non è il loro odore a garantire fascino e sicurezza al suo andamento,
ma solo quella bellezza interiore, che timbra ogni desiderio in un intarsio di verità.
Le cose donano sorriso solo per poco tempo e, soprattutto, quando si posseggono.
Invece, ogni respiro, baciato dall’anima, è un approdo sicuro in un porto di tranquillità,
dove chiunque può sentire vibrazioni dolci, che, andando aldilà delle stesse cose,
proiettano verso nuove certezze.
Ed è proprio qui che ognuno può vedere la distanza tra la loro fragilità,
che muta sempre destinazione e la forza, generata dalla freschezza dell’anima,
che fa della vita il bene più prezioso da amare.

Dove nasce la disperazione?

La disperazione non è sinonimo di povertà.
Del resto, molti sono i poveri, che pur soffrendo la fame,
pur arrampicandosi sulle ortiche della indisponibilità dei ricchi,
non perdono mai la speranza di un futuro diverso e migliore.
Viceversa, moltissimi sono coloro che, pur avendo tutto,
si aggrovigliano facilmente nella ragnatela della insoddisfazione
e vivono senza respiri di speranza.
La disperazione non nasce dalla povertà, ma dalla caduta di ogni speranza.
E precisamente dalla incapacità di riempire il vuoto interiore non di qualcosa,
ma soprattutto di qualcuno.E chi è questo qualcuno capace di trasformare
la vita in un porto di tranquillità,se non il Cristo,Speranza unica,
che rende la povertà uno scrigno di perle preziose per l’ eternità?