Categoria: Generale

La voglia di sentirti migliore

Tu pensi di essere diverso dagli altri,di sentirti migliore,
solo perché ti sei abituato a considerare peggiore di te  
chi ti sta accanto.Ma sbagli.
Il tuo è solo il tentativo di nascondere il poco che sei e
di ostentare il molto che non hai.
Cerchi di demonizzare le debolezze degli altri
e ti illudi di gustare il piacere di essere migliore.
Invece, se  riuscissi ad aprire bene gli occhi
potresti trovare intorno a te,e non lontano da te,
chi è  veramente migliore di te.
Anzi, forse è  proprio accanto a  te, colui che, 
senza nulla dire  o  fare,  ma  solo con  lo sguardo,  
ti  rivela la bellezza del cuore, la trasparenza dei suoi occhi,
che rendono visibile, come in uno specchio, quanto sia migliore di te.

Vorrei dipingermi

Anche se molti vivono di parole
di sguardi ammiccanti,che fanno
teatro la vita,creando verità e
speranze false,non posso girare
avendo gli occhi come socchiusi
pur di non vedere o le orecchie
tappate pur di non ascoltare:io
cammino,curioso di vedere udire
conoscere la realtà,dove vorrei
dipingere il volto della verità
nascosta negli angoli delle vie
dimora delle povertà silenziose
o esposta come in vetrine finte
sui marciapiedi ricche di corpi
sottili,fatti per esser venduti
Io cammino e senza mai perdermi
a volte m’arresto,per dipingere
il dolore dei senza voce calati
come animali in piccoli recinti
dove al di là delle pene decise
vivono il peso della disumanità
coatto;o il diritto della casta
che prostrata ai teoremi,uccide
ogni vera giustizia ai capricci
delle proprie idee quasi sempre
distanti dalla realtà,generando
sfiducia nella cosa più sublime
piegata in chiaroscuri politici
Vorrei camminare sempre,ovunque
per dipingere il respiro grasso
di chi muta la vita in commedia
a dispetto delle troppe lacrime
di dolore versate;o l’ipocrisia
che veste il sorriso della moda
in maschere stereotipate spente
facendo apparire reale il falso
Non solo,ma io vorrei dipingere
anche me stesso per rivisitarmi
ogni giorno in tutti gli attimi
nei mosaici del volto,del cuore
dove certamente troverò ombre e
luci che cantano la tristezza o
la gioia per quanto detto,fatto

Parola e parole

Ci fu un tempo in cui la parola era vera,misurata e sempre necessaria.
Rendeva fecondo l’ascolto e qualificava la serietà di chi la proferiva.
Aveva una forza di impatto, che generava fiducia e poneva solide basi di sequela.
Scendeva facilmente nella mente e nel cuore,che gustavano sempre qualcosa di nuovo.
Oggi c’é solo un’abbondanza di parole,quasi una fiera,che non dicono più nulla.
Riflettono stereotipi di chiasso,di mercato,dove tutto é vendibile a basso costo.
Troppe parole senza dignità,continui intarsi di suoni senza armonia
circolano e svuotano la veritá della parola.
Per cui,a cospetto di tanta dissacrazione,si rafforza la disattenzione alle parole
ed ognuno, a chi ancora le grida, chiede fatti e non più chiacchiere.

 

Parlo al mio Amico

Non so se il tempo che spendo per tante cose sia di tuo gradimento.
A volte mi sento vuoto, incapace di sentire il profumo della tua presenza.
Pur parlando e scrivendo di te, non riesco a calarmi in ciò che dico e scrivo.
Mi innamoro facilmente di quanto creo e, con amarezza,
constato che serve più a cantare me che te.
Ed in questo soffro la tua assenza e mi vedo un povero megafono o scriba,
che grida o scrive solo per idolatrare se stesso.

È tua madre

Fermati,non girarle le spalle,lasciati attrarre dal suo sguardo
È tua madre,colei che ti ama più di qualunque cosa:sei il cuore
della sua vita.Piange,se ti vede soffrire;ti sostiene,se stanco
ti apre alla speranza,se deluso:ha sempre una certezza da darti
È il suo amore,che niente e nessuno può cambiare.Fermati,guarda
almeno per un attimo i suoi occhi,dove potrai trovare scintille
di ritorno a quello scrigno di maternità,che ti rese suo figlio

Sapere di non sapere

 

Sapere di non sapere nulla è la via per sorridere al desiderio di conoscere.
È un istante di consapevolezza, che apre orizzonti di novità, dove la mente
spazia e si impregna di pensieri mai avuti. Tutto si presenta in forma diversa
ed ogni cosa si anima in un mare di idee, che, come crisalidi, schiudono
conoscenze sempre più penetranti,fino a superare la soglia del mistero.
A differenza di chi ostenta il sapere, convinto di esserne il depositario,
anche se poi nel cammino dell’esistenza cozza contro l’ignoranza,
è veramente unico lo stato di colui che, sapendo di non sapere, tocca
il labirinto della sua cecitá e lo illumina con la forza dell’umiltà.
Proprio in questa luce cadono dagli occhi le scaglie, dall’anima il torpore
e lo spirito vola in alto, assetato di scienza e sapienza.
Inizia così la storia dell’uomo vero,che guarda dentro di sé,dove scopre
di avere uno scrigno dorato,quasi un divino nascosto,che suona la sinfonia di mille voci.

 

Un conto alla rovescia

Sin dal primo istante di vita per ognuno inizia
un conto alla rovescia, che non si ferma mai.
Un circuito senza sosta, dove l’arresto segna solo la fine.
E nessuno sfugge a tale destino.
Siamo un po’ come quelle figure create
dalle onde del mare sulla spiaggia, che presto altre cancellano
in un gioco di arte perenne, ma fragile.

Tutti telecomandati

Non è forse vero che nel mondo di oggi viviamo come se fossimo telecomandati,
appesi solo ai tanti fili di richiamo,che i mezzi di comunicazione ci propinano in abbondanza?
Siamo come burattini nella gabbia dei pensieri altrui, sopraffatti dal dosaggio delle mode,
che decretano, in maniera uniforme, comportamenti  e desideri .
Abbiamo perduto la voglia di riflettere, illudendoci che altri facciano per noi ,
e, soprattutto, pensino meglio di noi.
E non ci rendiamo conto che stiamo per essere cloroformizzati, svuotati della nostra ricchezza naturale,
delle tante passioni che rendono varia la nostra umanità.
Finchè continuiamo a guardare la magia degli altri, che generano solo assuefazione
al consumismo senza freni,non saremo mai padroni di noi stessi né riusciremo a superare  le tante miopie,
che ci impediscono  di entrare nell’ orizzonte della nostra bellezza mai uguale e sempre pregna di mistero.

Il disagio della corruzione

La corruzione sembra una fisarmonica, che si apre e si restringe
a seconda della posizione di chi corrompe e di chi si lascia corrompere.
Confini risicati, aldilà dei quali c’é una visione di vittime senza nomi,
private a volte persino del superfluo, risucchiato dalla ingordigia.
È un fenomeno che non trova arresto.
Anzi, è sempre presente ovunque e si allarga come un fiume in piena,
che si insinua in tutti i meandri, fino a mescolarsi con le grandi acque dei mari.
Qui naviga il potere politico, quello delle istituzioni e della burocrazia.
Qui si inserisce bene anche il potere ecclesiastico,
che non disdegna di sciupare le ali dello Spirito Santo.
Denominatore comune,facilmente riscontrabile, è lo smarrimento dei veri valori,
e, quindi, della verità personale e sociale, che cedono il passo alla idolatria del denaro.
Ed è proprio il denaro il vero veicolo della corruzione, nella quale può cadere chiunque.
A pagare i frutti della corruzione sono un pò tutti, perchè a tutti, nel poco o nel molto,
viene rubato qualcosa.

Non tutto è noia

Veramente tutto è noia?
Non credo che l’uomo sia diventato,all’improvviso,
straniero alla visione delle meraviglie del mondo.
Non stupirsi più,quando tutto si rivela gioco di bellezza
ed ogni istante è sempre diverso dall’ altro,
significa volersi chiudere a qualsiasi sorpresa.
Non è ciò che si vede o si sente che genera noia,
ma è il pieno di cose e pensieri, circolanti nel cuore e nella mente,
che rende tutto noia.
Come si potrebbe considerare noia il sorriso di un bambino,
le lacrime di una madre, il grido di un affamato nella sordità del ricco
o il gemere della terra soffocata dalla guerra?
È  forse noia un cielo stellato, un mare ceruleo o una foresta vergine,
non inquinata ancora dalla cattiveria umana?
Amico mio, la noia non sta in ciò che pur si vede, miracolo di stupore,
ma alligna nel cuore,dove ogni respiro di novità viene soffocato
dalla voglia delle cose e dall’ idolatria di se stesso.