Altrove lontano da te,nulla mi appaga,ma tutto mi circuisce
tormento mi genera la nostalgia,che,senza vibrare di pianto
mi rinserra negli angoli del passato e mi racimola immagini
silenzi parole gesti tratti,tutti segni di una memoria viva
quasi un presepio plasmato dal desiderio della tua presenza
E solo in questi cantucci mi ritrovo e ti vedo così com’eri
con il fascino delle tue rughe increspate da tanti pensieri
seduta sul divano in mia attesa,la gioia d’imbandire quanto
preparato,il sorriso soddisfatto mentre mangiavo,lo sguardo
che mai mi abbandonava e sempre mi donavi messaggi di amore
Categoria: Generale
Desiderio di mia madre
E non so
E non so perché scendo salgo tocco i punti estremi
e non mi fermo mai per un frattempo di meditazione
per scoprire quei chiaroscuri,che mi fanno sentire
quasi recipiente,dove si annidano insetti di paure
che mi rinserrano e tarlano la voglia della verità.
Così, pur andando in alto e poi in fondo, mi manca
un intermezzo, una sosta per verificare la bussola
non sempre in linea, spesso attratta dalla ruggine
che mi vibra orientamenti sbagliati,mi fa smarrire
tra saliscendi,che,aldilá delle fantasie,sono vani.
Senza pensare
E stringo
E sono stanco
E sono stanco non per quello che faccio,
ma per i pensieri ormai non più morbidi,
che scendono nel cuore,lo fanno vibrare
e spesso gli tolgono persino il respiro.
Arrivano senza preavviso, li colgo solo
quando mi fanno male,mi sento soffocare
e non sempre riesco a rompere le maglie
con cui mi prostrano alle solite follie.
Ricordano i girini in perenni giravolte,
che a volte sembrano fermi poi scattano
ed entrano in profondità,gettando ombre,
che si perdono nella luce dello spirito.
Aldilá di tutto
Aldilá di tutto continuo a cercare il mio Sogno,
certo io cammino e spesso saltello,onde evitare
le tante spine,che non mi mancano,ma non chiudo
gli occhi verso ciò che voglio, sono soggiogato
e, pur essendo un vaso di creta che si sgretola
all’ombra delle fantasie, sento il suo richiamo
che mi bussa mi tormenta,finché non gli do nome
volto.Ed inizio a gridare ciò che il cuore dice.
Impossibile capire chi comanda
Non sciupare i tuoi pensieri, cercando di capire chi comanda.
È solo una perdita di tempo.
Anzi, è un povero gioco di illusione.
La sua mente é come un involucro, il cui collante poco o nulla
condivide con te, che devi purtroppo solo ascoltare.
Mai sarete due, che potete guardarvi disinteressatamente.
Tutto é in voi diverso.
Tu, obbedendo, rappresenti il potere da rispettare;
lui, imperando, l’ arroganza da sopportare.
Carità o elemosina?
Lo scrittore statunitense, Jack London, scrive:
” Un osso dato al cane non è carità; carità è l’ osso
spartito con il cane, quando avete fame come lui”.
La carità vera non nasce dal dono del superfluo,
che potrebbe essere una risposta all’ insorgenza di un bisogno,
ma dal necessario, che porta a dividere con l’ altro
ciò che è essenziale per la vita.
Un semplice gesto materiale non è carità, perché è privo di cuore.
Solo l’ attenzione del cuore verso chi soffre e tende le mani,
è espressione di autentica carità.
Ed ogni gesto di tale fattura non andrà mai perduto,
anzi è un prestito a Dio, che sarà ritrovato un giorno
con tutti gli interessi, importanti per l’ eternità.
Il denaro non apre la porta del cielo
In alcune persone l’ egoismo è così radicato
che rifiutano persino di gettare ciò che non serve,
per evitare che qualcuno possa raccoglierlo.
Non hanno alcuna familiarità con il dare;
preferiscono condividersi sempre e solo con il verbo avere,
la cui misura è senza limiti.
Credono di stare bene, di essere migliori degli altri,
forti di ciò che hanno, ma sono infelici,
perchè vive male colui che pensa esclusivamente a sé.
Il denaro apre e chiude tante porte, ma è incapace
di avvicinarsi alla porta del cielo verso cui tutti,
buoni e cattivi, ricchi e poveri, sono in cammino,
per ricevere ciò che qui hanno seminato
E morirò anche io
E morirò anche io, quando la tua ombra fuggirà i miei passi,
mi sentirò orfano del tuo amore e non avrò più voglia di me,
che senza la visione dei tuoi occhi, non cammino come prima,
anzi vago non vedendo nè provando più nulla, se non la fine
di un sogno sempre avuto di vivere all’ ombra del tuo cuore.