Categoria: Generale

Davanti al camino

Davanti al camino,ricco di fuoco,
riposano i miei occhi stanchi,
mentre la mente,ancora sveglia,
continua a correre
in circuiti di pensieri amari,
che allontanano il sonno
ed aprono porte di novità,
al di là delle quali gusto
odori e cammini diversi.

Anche l’incredibile

Quando ti sono accanto,
insorge duro il contrasto tra il cuore e la ragione.
Con il primo ti condivido e giustifico tutto,
anche l’incredibile.
Con la seconda, troppi pensieri affiorano
e non sempre illuminano l’affetto che nutro.
Cerco di capire.
Non riesco a coniugare amicizia e autorità,
che non sempre esprimi con gli occhi dell’amore

Dio e l’uomo

Dio e l’uomo camminano spesso su arcobaleni paralleli.
L’Uno vola sempre con la volontà della misericordia,
l’altro vuole giocare con gli artigli della libertà.
Alla tenerezza di Dio, i cui respiri non mancano mai,
l’ uomo preferisce le vie tortuose della superbia,
che scivolano quasi sempre nei vicoli della cecità.
Tra chi dona e chi rifiuta; tra chi ama e chi odia,
l’uomo rivela quanta irresponsabilità ha nel cuore:
un canovaccio che ripete ogni giorno e attraversa
la storia, scrivendo dolorose pagine di tragedie.

Ovunque orme

Non sono io che ti cerco.
Sei tu che lasci ovunque orme,
che mi indicano la strada.
Sei come una segnaletica silenziosa,
la cui visione crea vibrazioni nel cuore,
dove scoppia il tuo desiderio.
Mi sento cercato.
E, guardando attorno, ti trovo ovunque,
persino nei cocci d’ amore,
che poco prima non ho saputo ricomporre.

Inquieti per ciò che abbiamo

Oggi viviamo come se Dio non esistesse.
Tutti attaccati al guinzaglio  del nostro mondo,
dove le ebbrezze della vita si consumano sempre
nel groviglio della insoddisfazione.
Siamo diventati inquieti
non per la ricerca della Verità,
ma per la fragilità di ciò che possediamo.
Eppure, Dio è  vicino a noi
più  di quanto lo siamo a noi stessi.
E ha mille modi per rendersi presente.
Egli cammina sempre accanto a noi;
continua a passare per le strade,
dicendo ad ognuno:” Ecco, sto alla porta e busso”.
Davanti a questo Dio che cerca riparo in noi
come un qualsiasi mendicante, ci chiudiamo a riccio,
per non disturbare il cuore, riempito di tante cose.

L’invisibile

Tu ammiri la chioma di un albero,
ti perdi nella visione
di ciò che ti gira intorno,
senti la sinfonia di una poesia,
ma mai pensi all’ invisibile,
che sottende ciò che vedi e ascolti.

Aldilà del proibito

Dopo pochi istanti vissuti
nello scrigno del piacere,
ove si perdono le illusioni,
tu ritorni subito alla verità.
Un lento scorrere,
che tracima la bellezza
e prostra ogni cosa alla fine.
Aldilà del sogno proibito,
sembri un uccello dalle ali mozzate,
che saltella guardingo, ma timoroso
di soccombere all’ incapacità di volare.

La tollerenza

Non disprezzo mai ciò che non condivido,
perché può sempre nascondere in sé
ciò che non ho o un’ idea migliore della mia.
Cerco sempre di essere tollerante,
ben sapendo che possono ovunque trovarsi
briciole di verità o istanti di novità.
La tolleranza é il respiro dell’intelligenza.
Crea arcobaleni di curiosità,
sui quali camminano colori di simpatia,
che portano improvvise armonie di intenti.
Ciò che non condivido a primo impatto,
mi diventa così più familiare.
E sono veramente felice.

Fiori d’ amore

Non vorrei ascoltare
mai più
le voci dei poveri,
che gridano il dolore
alla  nostra sordità;
mai più vorrei vedere
tanti occhi disperati,
che guardano morenti
le scene disonorevoli
delle nostre ricchezze;
mai più
vorrei leggere pagine,
ove il grido della fame
si scioglie come vergogna
per la nostra ipocrisia.
Anche tu,come me,amico mio,
non resisti più
alla visione dei morenti
che cercano solo tra le stelle
chi sazia la loro fame;
anche tu,come me,
non vorresti più vedere
tanta umanità trafitta
dalla croce della povertà
che genera il nostro egoismo;
come me,anche tu
vorresti un mondo diverso,
non disseminato da petali
che altri fanno appassire,
ma da fiori che profumano d’amore

Anno che muore….

SPUMANTE-CAPODANNOSolo chi affonda nel luccichio della baldoria,
conquistato da bollicine e da sinuose movenze,
non sente nè vede la pietra tombale che segna
la fine dell’Anno: nemmeno un respiro di vita,
l’ultimo, quello che di solito genera lacrime,
risveglia nel cuore ricordi di quanto vissuto.
È un morente già in oblio di cui ognuno vuole
liberarsi nella speranza che il nascente doni
qualcosa di nuovo, su cui la fantasia scivola
creando castelli di carta, subito portati via
dal vento della realtà, che dipinge in quadri
di verità i vecchi ritornelli delle illusioni.
Cosí tra il morente e il nascente niente muta.
Tutto scorre come prima in un gorgheggio vano
che, gettando dal balcone il vecchio, imbarca
pensieri di novità, destinati presto a morire
man mano che il tempo riporta le stesse scene
dove tu continui a rivivere le ferite di ieri.