Quaranta più uno:l’ultimo ero io,vecchio
ma con troppa voglia di vivere come loro
Non erano nè grandi nè piccoli,ma liberi
come uccelli in volo e senza mai posarsi
Provavo il fascino delle risate le grida
gli improvvisi silenzi,le moine di cuore
Una visione unica che vibrava nell’anima
la nostalgia di quanto non avevo vissuto
Istanti di smarrimento calavano la scena
e dietro le quinte vedevo la mia povertà
Allora nemmeno in sogno immaginavo l’ora
quaranta voci più la mia ne facevano una
In tale crocicchio ero felice di esserci
Categoria: Generale
Quaranta più uno
Abbracci di perdono
Se c’è un tormento che vibra nel cuore e sempre mi accompagna
è il ricordo ormai rimorso di essermi speso in molte faccende
senza mai trovare uno spazio di tempo per te che troppe volte
mi chiedevi non per parlare ma per starmi accanto in pizzeria
dove avresti voluto mostrare l’orgoglio di madre che mangiava
con me e mio padre,un desiderio che mai io seppi incorniciare
ed ora non mi resta che guardare i vostri volti che mi donano
ancora respiri di amore e mi fasciano con abbracci di perdono
Cornici di falso
Non dispiacerti se un giorno tu sarai giudicato
più dalle opinioni della gente che dalla verità
Le prime generano chiasso,ti travolgono,vibrano
spesso fantasie insensate,ti vestono di ciò che
non sei,ti denudano di quello che veramente sei
La seconda invece ti accarezza,sempre consolida
la bellezza dell’anima,anche se nel cuore fremi
per le cornici di falso che ledono il tuo volto
Simulato paracadute
Non mi sento triste anche se sono diverso da ieri
è vero che sul volto leggo l’usura del tempo,vedo
saliscendi di rughe che mi raccontano in silenzio
ma nel cuore scopro ancora tanta voglia di vivere
vibro come corde tese sempre pronte a nuovi suoni
appena pizzicate da un sorriso un invito un gesto
Mi sembra di essere ancora sull’arcobaleno sereno
dove sbocciano i sogni e il desiderio è senza età
benchè fasciato a volte da un simulato paracadute
Violenza e calunnia
Condanno sia la violenza che la calunnia;entrambe uccidono
la prima scortica il corpo,la seconda la mente senza pietà
Eppure se tu mi domandi di scegliere tra le due,preferisco
la prima,perché il violento,benché fa più male,ha un volto
la seconda invece aleggia nell’aria,penetra dovunque e mai
conosci la fonte,anche se la respiri come trofeo di novità
Il mio contraltare
Ascolti,ma non sei contento delle parole
che dico.Eppure io non parlo in nome mio
Mentre cerco di comunicare la sua Parola
tu mi distruggi con gli strali delle tue
Trovi sempre tanti pretesti per svilirmi
parlo bene,non sono che un intellettuale
Sono semplice,pur di appartenere a tutti
per te io resto solo un povero ignorante
Se rincorro i respiri della gente,per te
trascuro la chiesa:niente ti piace di me
Pure quando invito a guardare in alto,tu
m’accusi di avere la testa tra le nuvole
Per tutto vuoi essere il mio contraltare
Ubriaco di sè
Mai e poi mai avrei immaginato che potessi essere così cattivo
tu,uno scrigno dorato di rara bellezza,che sfregi ogni istante
pur di salire e guardare dal piedistallo,che il tempo sgretola
come argilla in tanti cocci,che descrivono quanto sei effimero
Ti sapevo pulito e sei sporco,sincero e sei falso,onesto e ora
fremi nel letame dell’inganno,rincorrendo i miraggi del potere
che brillano nei tuoi occhi e ti fasciano lo sguardo di corona
che non si concilia con la cornice del volto già ubriaco di sé
Cornice di santità
Dopo tanti anni ho rivisitato il mio vecchio amico
non aveva più il sorriso nè gli occhi intelligenti
le mani erano strette come da ferrea morsa il viso
appeso a mò di salice le gambe due stecche fragili
il corpo un involucro attorcigliato ultimo scrigno
da cui sentivo il profumo della sua anima parlante
che mi raccontava mi faceva vedere in uno specchio
la storia di una vita giá nella cornice di santità
La vita è poesia
Nessuno sorride come prima,forse i bimbi
che amano senza gli artigli degli adulti
Non brillano più le candele d’amore;solo
cerini fiochi di carità tu puoi guardare
Tutto è cambiato nel cuore:vive di moine
fragili vibrazioni che subito scompaiono
Se metto a confronto il mio con il volto
di un bambino,mi vedo una maschera vuota
Per quanto vorrei volare con le ali vere
avverto il peso di ciò che sono e faccio
La bellezza del semplice mi fa scivolare
ai piedi della selva,dove mi sento scuro
Solo per chi è semplice la vita è poesia
Diventare un dio
Quando impari ad amare chiunque come te stesso
facendo tuo l’odore della sua umanità e scruti
nell’intimo la sofferenza di Cristo,tu diventi
per lui un dio che gli schiude il volto di Dio