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Ogni giorno non è mai uguale

Ogni giorno non è mai uguale.

Ha sempre un sapore diverso: un intarsio di gioia e tristezza, di lacrime e sorrisi, di affanni e serenità, che rende la vita espressione di continuo stupore.

Non solo, ma la veste anche di  certezze e speranze, di illusioni e delusioni, che  la ravvivano o in un arcobaleno di ebbrezza o la prostrano in un tonfo di sconforto.

E tutto, nella bellezza delle sue sfumature e  dei vari colori, forma  quel mosaico irrepetibile, che si chiama uomo, nella cui immagine Dio si specchia  ed  imprime  orme di  novità.

E’  il fascino avvolgente di un Padre, mai stanco di cercare  e ritrovare, nella trama delle vicende terrene, la sua  creatura, che meglio e più di tutte, rivela  i lineamenti  del Suo volto.

Il ritratto della vergogna

Il nostro è  un mondo dalle troppe maschere.
C’ è  chi grida a squarciagola la carità  e chi in silenzio copre facilmente il suo volto, per non vedere né  ascoltare i lamenti, che attraversano le vie.
C’ è  chi condanna con frasi stereotipate l’ ingiustizia, che alligna ovunque e chi in privato la ordisce a danno di chiunque, pur di tutelare i propri interessi.
C’ è chi si ferma per strada e piange a dirotto sulle ferite di un cane investito e chi, di fronte alla morte tragica di un uomo, passa oltre, senza neppure uno sguardo di pietà.
E’  il mondo senz’ anima, che fa da contraltare al vangelo. E’  il mondo che continua a restare sordo al comandamento nuovo di Cristo: la carità.
A tale proposito, sono di grande attualità le parole di Ernesto Oliviero, che, parafrasando quelle di Gesù, scrive:” Avevo fame e ho ancora fame. Avevo sete e resto assetato. Ero straniero e non trovo una terra amica. Ero carcerato e nessuno mi ha liberato. Ero nudo e continuo a vestirmi di freddo. Ero malato e muoio solo. Avevo dubbi e nessuno mi aiuta a capirli. Ero angosciato e nessuno mi dà speranza. Ero bambino di strada e solo la strada,con le sue violenze, mi accoglie…”.
E’  il  vero ritratto della vergogna di un mondo, che si preoccupa più di dare il necessario ad un animale, che il superfluo al proprio fratello.

La Chiesa vista dal basso

bassoFinchè  il tuo sguardo si posa solo sulle tante sfumature della Chiesa, chiusa in un intarsio organizzativo – istituzionale, sostenuto da volontà verticistiche, che attirano su di sé  i riflettori dei mezzi di comunicazione o che si muovono in contiguità  con altri poteri, tu capirai poco o nulla della sua bellezza.

Anzi, non disdegnerai  di renderla facilmente oggetto della tua critica, anche cattiva.

Eppure, la vera Chiesa la potrai  conoscere,  non spingendo tanto gli occhi in alto, quanto in basso, dove c’ è  una chiesa nascosta, silenziosa,  immersa nel terribile quotidiano; pronta ad ascoltare e ad accogliere lacrime e  mani tese.

E’ la chiesa vera, quella  che cammina senza ignorare la voce dei poveri; è  la Chiesa che vive in tante comunità parrocchiali, dove le sacrestie non hanno orario ed ogni povero cristo può trovare, al di là  di qualcosa con cui sfamarsi, anche qualcuno da cui ricevere  petali di amore.

Perciò, quando stai per voltare le spalle alla Chiesa, fermati ed impegnati a vederla dal basso: qui,  nella visione di tanti volti sereni,  scoprirai il profumo della sua santità e la voglia di amarla.

Non lasciarti sedurre solo dal presente

Farsi consumare l’esistenza dalla fuliggine del tempo, come se il suo scorrere si racchiudesse in uno scrigno senza speranza dell’oltre, è una profonda tristezza.
E’ deprimente vivere, rincorrendo solo vie e sentieri nuovi, per poi vedersi, all’improvviso, vecchio con il volto istoriato di rughe.
Neppure è appagante fermarsi, per affacciarsi al balcone del passato,dove, al di là delle solite certezze materiali, non si trova alcunché di eterno, che abbia dato un senso alla vita. Purtroppo,oggi più di ieri, siamo diventati smaniosi roditori del presente, che dipingiamo in una varietà di sfumature e di ingredienti immediati, senza alcun desiderio di andare oltre la cornice delle cose, dove potremmo capire il vero mistero della vita.
E’ veramente drammatico,amico mio,vedersi timbrati dall’ingratitudine del tempo, che sciupa ogni energia,facendoci quasi un deserto arido, quando, se solo ci guardassimo dentro, potremmo trovare quelle orme di immortalità, che la coscienza, non sempre usata, mai smette di segnalarci.

E cerchi di più

pocoOgni giorno tu vuoi e cerchi di più.
Ti  manca  sempre qualcosa.
Sei come un bambino inquieto.
Ma non è il fascino della novità che ti guida
e ti rende viandante mai stanco di ricerca.
E’  la tua incapacità ad essere soddisfatto
che ti porta a sfumature di altri desideri.

 

Scudo di lealtà

Aldilà delle mie fragilità che

mai velano il desiderio di Dio

che cerco e trovo nel prossimo

dovunque sia,mi sento appagato

per quello scudo di lealtà che

ho creato e ora veste il volto

il mio volto,ove tutti possono

leggere ciò che vogliono,anche

le fantasie,ma mai vedranno né

sentiranno parole senza verità

Anche se feriscono,perché dure

manifestano sempre occhi leali

dicono sentimenti di sincerità

che non negano aiuto a nessuno

tendono sempre una mano su cui

domani chi vuole potrà contare

Quasi una sfinge

cattiveriaÈ il cuore che anima ciò che fai, dici o decidi.
Quando non vibra, ogni azione è sterile, le parole vuote,
le decisioni inutili.
Tutto diventa freddo e illeggibile.
Anche il tuo volto, gli occhi e le labbra sembrano incolori,
quasi una sfinge, che neppure il tempo scalfisce.

 

Il dissolvimento dell’umano

follaQuando vedo resti di un popolo respinti come cani rognosi o trattati come fagotti fastidiosi, mi domando se esiste ancora l’odore dell’umanità.
Purtroppo, è più facile osservare gli animali, che si accolgono reciprocamente,
aldilà del territorio di appartenenza,
e non gli uomini, che innalzano muri o fili spinati, per impedire ogni intrusione.
E questo è il tragico dissolvimento dell’umano, che gli egoismi stanno generando.

 

Come un’ ombra

foto ombraMi chiami e non rispondo; mi cerchi e non mi faccio trovare.
Spesso ho paura di sentirti e preferisco non incontrarti.
Eppure, ti vedo come la mia ombra.
Anzi, come l’unica presenza mai assente.
Mi affianchi o mi precedi, appari o scompari, lasci sempre la tua figura.
E quando sembra che ti allontani, mi  fissi il sigillo del tuo amore.

 

 

Non dico mai no

piogNon dico mai no a chi mi parla con il cuore.
Mi lascio facilmente sedurre, fino a sentirne  l’odore, che vibra sul suo volto.
Qui, incantato, leggo emozioni e bisogni, nudi e sinceri, che creano ascolto ed adesione.
Mai chiedo chi è  e da dove viene, né mi lascio condizionare dal colore della pelle.
Per me ciò che conta è l’ umano  nascosto, che sprigiona la voglia del vero amore.